MESSINA. Com’è andata? “Benissimo, l’ho affrontata abbastanza bene, con molta serenità”. In una Messina tempestata da post e foto relativi all’ansia pre-esame di stato, le parole di Luca Beccore, studente della 5 A L.E.S. (liceo economico sociale) dell’E. Ainis alle prese con la prima delle tre prove scritte dell’esame, il temuto tema d’italiano, suonano strane, fresche, inattese.
Sono circa 500mila gli studenti che in tutta Italia si accingono a tagliare il traguardo della maturità; più o meno cinquemila siedono nelle aule delle scuole messinesi: “Stamattina mi sono proposto per fare da testimone all’apertura delle tracce, dato che tutti erano troppo agitati per farlo – racconta divertito Luca Beccore – successivamente, mi sono seduto senza aver nessun dubbio, ho saltato senza indugio tutte le altre tre proposte ed ho scelto quella dell’ambito tecnico-scientifico, ovvero quella sulla robotica educativa e il futuro”. Sono sei le ore messe a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, e qualche vittima dell’ansia le avrà sicuramente utilizzate tutte.
“Io no, molte di meno. Non ho iniziato subito, ho riletto più volte i documenti proposti, ho fatto una rielaborazione mentale ed ho incominciato. Avendo finito prima del tempo stabilito, dopo due ore e mezza ho consegnato per poi andare a prendere una granita con un mio compagno”.
Che stratagemmi ha utilizzato Luca per arrivare al tanto ambito 15 su 15 in questa prova? “Nessuno in particolare: Il toto-esame si concentrava su temi come Pirandello, Dario Fo, Falcone e Borsellino, ma anche terrorismo e Bob Dylan. Nonostante ciò, personalmente non ho preparato nulla su questi argomenti. Poi, certo – spiega divertito – voci di corridoio ammettono che qualcuno addirittura si sia portato dietro le famose “cartucciere”. Inutili, visto che nessuno aveva previsto le tracce che poi sono uscite”.
Gli studenti si siederanno altre due ultime volte nel loro banco: giovedì 22 giugno per la seconda prova, che si differenzia in base all’indirizzo di studio dell’alunno, e lunedì 26 giugno per la tanta temuta terza prova, quel “quizzone” che prevede un test a risposta aperta o chiusa con materie scelte dalla commissione dei singoli istituti. Superata quella, 13 anni di scuola si concluderanno con la prova orale.