MESSINA. E’ passato quasi un mese dall’alluvione che la notte tra il 5 e il dicembre 2020 si è abbattuto nei pressi di Novara di Sicilia, in particolare in due frazioni del Comune situato fra i Nebrodi e i Peloritani. I primi interventi hanno consentito di liberare le strade dalla terra ma, come spiega anche il sindaco Gino Bertolami, sono ancora numerosi i lavori importanti per garantire la sicurezza dei cittadini, così come sono elevati i fondi necessari.

In particolare è uno l’intervento che più preme all’Amministrazione comunale. A causa della forte pioggia il torrente Novara si è inondato, coprendo di fango i due pozzi d’acqua situati lungo il letto (pozzo Pavera e pozzo Ricatta). “In estate l’acqua ci arriva per risalita dal torrente mentre in inverno la abbiamo per caduta e sia a Novara di Sicilia che a San Basilio e Vallancazza (le due frazioni del comune colpite dall’alluvione, ndr) non abbiamo problemi. Queste fonti di acqua – spiega però il sindaco – si esauriscono verso maggio o giugno”. Con i pozzi sotterrati d’estate non ci sarà acqua.

“Attualmente non abbiamo alcun problema idrico, ma in estate, se la protezione civile regionale non mi troverà una soluzione, l’acqua la possiamo portare con le autobotti”, aggiunge il primo cittadino, che però aggiunge di aver visto la disponibilità della Regione Siciliana, “sul posto il giorno dopo per effettuare un sopralluogo”.

In ogni caso, stando a quanto racconta il sindaco Gino Bertolami, la Regione ha già previsto un pronto intervento da 150mila euro impegnati nel capitolo relativo alla Protezione civile per rimuovere una frana nella zona di Roccazza, che ostruiva una strada dove tanti hanno allevamenti e che rappresentava un pericolo in quanto i grossi massi potevano rotolare a valle.

Domani, inoltre, si terrà una riunione fra il dirigente della Protezione civile regionale e il sindaco di Novara di Sicilia, nel corso della quale quest’ultimo presenterà una documentazione sui vari interventi da eseguire (in aggiunta al pronto intervento), fra cui quelli lungo il torrente per rimettere in sesto i pozzi e il depuratore, che anch’esso ha subito danni.

Anche le strade sono state interesse dai primi interventi: nelle due frazioni colpite (nel centro storico di Novara non ci sono stati danni) si è formato un vero e proprio fiume di fango che si è abbattuto sulle case (“Una famiglia è uscita dal tetto”, racconta il sindaco). Si è così provveduto a rimuovere il fango per consentire il passaggio dei mezzi, anche se rappresenta una soluzione provvisoria in quanto la terra è stata solo spostata ai margini della strada.

Anche il sindaco della città metropolitana di Messina, Cateno De Luca, ha effettuato un sopralluogo. Durante l’incontro ha anche annunciato che verranno stanziati diecimila euro, “che io dovrò rendicontare – continua il sindaco Bertolami – Sono pochi a paragone con gli interventi che ci sono da fare, ma ben vengano”.

Stando a quanto annuncia il sindaco Bertolami, comunque, il resto dei lavori che interessano le strade dovrebbero partire dopo le feste e, essendo strada provinciale (SP 96), se ne occuperà la Città metropolitana. I lavori a Roccazza, dove c’è stata la frana, invece, partiranno dopo che si concluderanno le ultime faccende burocratiche: “I lavori sono già stati assegnati”, informa il primo cittadino.

Ma i problemi, anche se entità minore, non terminano qui per il piccolo comune montano messinese: il fiume in piena ha fatto emergere ancora di più le condizioni del ponte Vallebona. “Dal 2014 è stato inserito in un programma di finanziamento da un milione e mezzo per risistemarlo. Risale al 1955-1956 e, anche se non è in cattive condizioni, i lavori si rendono necessari per sistemare le triglie. Non sono, quindi, interventi strutturali, ma tutta la base sul fiume deve essere sistemata. La Città metropolitana si è interessata per lo studio geologico, propedeutico per realizzare il progetto. Circa due mesi fa c’è stata l’assegnazione dello studio e devo dire che ultimamente è stato mostrato un po’ più di interesse. Adesso sta ai tempi burocratici”, spiega il sindaco.

Una curiosità: “Alcuni danni si sono verificati in tratti della strada provinciale 96 che la Città metropolitana aveva previsto di sistemare e per cui si attendeva solo l’affidamento dei lavori”, conclude il primo cittadino di Novara di Sicilia.

Qui le foto e il video delle condizioni in cui si è risvegliato il piccolo comune montano dopo l’alluvione notturno.

Queste le foto delle sistemazioni temporanee in attesa di soluzioni definitive:

 

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