MESSINA. “Aperti e liberi”. Si chiama così la mappa del movimento “Io apro” che da qualche giorno gira su diversi gruppi Telegram e che segnala agli utenti del famoso social network i locali, i ristoranti, le palestre e numerose altre attività che non richiedono il Green Pass per accedere alla struttura. La mappa, però, è stata creata senza avvertire gli associati al movimento, alcuni dei quali, nonostante siano contrari, chiedono il Green Pass all’entrata. Nella città dello Stretto non sono molte, ma ci sono. Due, per l’esattezza: il “Midnight pub” in via Garibaldi e la pizzeria “Optimus” in via Pietro Cuppari. Guardando tutta la provincia, invece, la lista sale a cinque locali, perché si aggiungono il “Faraglione Bar” di Lipari, “La Cascina Ristorante Pizzeria” di Acquedolci e il “Ristorante Badia Amarena” di Taormina.

«Attività che obbediscono alla Costituzione esercitando il proprio diritto al lavoro e che non accettano limitazioni non giustificate», si legge nella didascalia della mappa (qui il link). In realtà, però, spiegano molti titolari, la pubblicazione online di questa lista di locali è stata un’iniziativa presa esclusivamente dal movimento “Io apro” senza avvertire i ristoratori che si erano uniti al fronte un anno fa, quando la sola richiesta era quella della riapertura. Questo non significa che questi locali si dissocino dagli ideali del movimento: sono contro il Green Pass (o comunque non si schierano), ma non “obbediscono alla Costituzione” nel senso inteso dal movimento, e infatti chiedono il certificato ai clienti.

È, ad esempio, il caso del “Ristorante Badia Amarena” di Taormina, il cui titolare Gabriele Zuccaro spiega la sua adesione al gruppo, la sua permanenza nella mappa e, allo stesso tempo, la richiesta di esibizione del Green Pass che avanza ai suoi clienti: «All’epoca ho aderito al gruppo “Io apro”, poi la mappa l’hanno creata di testa loro. Non sono contrario al Green Pass ma non sono nemmeno favorevole: da cuoco ritengo non sia compito mio andare a guardare i documenti delle persone, per me è una violazione della privacy. O facciamo i ristoratori o i poliziotti. Nonostante questo, chiedo il Green Pass quando vengono nel mio ristorante, ma la mia idea personale non si discosta dal gruppo, infatti resterò nella mappa».

Stessa cosa (più o meno) l’esperienza del “Faraglione bar” di Lipari: si erano iscritti al movimento quando chiedevano solo l’apertura anticipata, circa a maggio dell’anno scorso, «poi mi sono anche abbastanza disinteressata perché stava prendendo una forma politica: non era più un movimento spontaneo». La volontà, però, è quella di rimanere nella mappa: «Non mi interessa nemmeno se ci sono o se non ci sono. Non chiedo il Green Pass perché siamo un locale all’aperto e non ho tavoli all’interno, quindi non ne ho bisogno. Ma anche se fossi al chiuso non lo chiederei».

C’è anche chi il problema cerca di non affrontarlo, in quanto, insieme ai posti all’interno, vanta anche posti all’esterno. È il caso del titolare de “La Cascina” di Acquedolci, che proprio come gli altri dice di non essere stato avvertito della mappa, ma comunque avendo uno spazio all’aperto non necessita di chiedere il Green Pass: «Io ho aderito a “Io apro” l’hanno scorso. La mappa è stata creata per gli associati senza dirci nulla, infatti ognuno poi fa come crede. Noi attualmente lavoriamo solo all’esterno perché abbiamo un bel giardino e una bella terrazza, quindi non chiediamo il Green Pass perché non ce n’è bisogno. Più avanti si vedrà, a seconda di come si evolve la situazione».

Il titolare del “Midnight pub” di Messina, invece, era cosciente di essere stato inserito nella mappa e ne ha dato la disponibilità perché possiede uno spazio all’aperto: «Mi sono inserito perché ho i posti all’aperto e quindi dò l’opportunità alla gente di sedersi fuori». E si dovesse riempire fuori e fossero costretti ad ospitare i clienti all’interno? «Valuteremo, attualmente l’ipotesi non si pone perché è fantascienza», ha risposto.

Differente, infine, la risposta della titolare della pizzeria “Optimus” di Messina, che si dissocia dall’iniziativa «di essere stata inserita fra i locali che non aderiscono al Green Pass», mentre alla domanda se come locale chiedono l’esibizione del certificato ai clienti per farli accedere alla struttura, si è riservata di non rispondere la telefono: «Non voglio rispondere alla domanda perché non la ritengo attinente alla conversazione. Se viene al locale le rispondo».

Questa la mappa della Sicilia:

Questa la mappa dell’Italia, più “folta” di icone al Nord e meno al Sud:

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