MESSINA. A distanza di 24 ore dalla designazione di Nino Principato nel cda dell’Ente teatro da parte del sindaco Cateno De Luca, arrivano le prime reazioni contrarie da parte di Cambiamo Messina dal Basso e di Alessandro Russo, che nelle ultime settimane aveva avuto uno scontro di fuoco con l’architetto, a causa dell’ordinanza anti elemosina del primo cittadino e della conseguente manifestazione di protesta del consigliere di LiberaMe, che si era improvvisato lavavetri per un giorno.

«Desta stupore e sorpresa (certo non positiva) – scrive Russo – la notizia della nomina in seno al CdA dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele di Messina dell’architetto Nino Principato, ex funzionario del Comune di Messina, effettuata dal Sindaco della città, Cateno De Luca. Desta stupore perché, ancorché formalmente legittima, viene effettuata a seguito della pubblicazione di un avviso pubblico che è stato pubblicato per soli 4 giorni, lasciando quindi pochissimo spazio a quanti avessero voluto aderire alla chiamata pubblica, sollevando non pochi dubbi circa la rapidità di pubblicazione e selezione dei curricula. Desta sorpresa – prosegue – perché il nominativo di Principato, sicuramente in linea con i criteri richiesti nell’Avviso pubblico, presenta aspetti di opportunità rilevanti circa la figura scelta. Sorvolando sulla precedente esperienza politica dell’arch. Principato, che appena dodici mesi fa si candidava con una lista a sostegno del Prof. Antonio Saitta a sindaco di Messina, in uno schieramento di centrosinistra e invitava pubblicamente a non votare l’attuale sindaco di Messina, per le quali risponderà Principato al sindaco De Luca e alla propria coscienza, è gravissimo che – come si può osservare sul proprio profilo Facebook personale – il neo nominato componente del CdA fino a pochi giorni fa condivideva link inqualificabili relativi alla capitana Carola Rackete e alle condotte politiche del Pd (di cui lui era stato persino candidato) che ne supponevano un ruolo non tanto nella trita banalità dei “comunisti che mangiano bambini” quanto nella gestione e nel traffico presunto di bambini.  Rispedisco sin da adesso la prevista e scontata replica della “ironia” che si opera sui social. Quei link e i contenuti che propalano sono gravissimi politicamente e offensivi di una intera parte politica e se appaiono tali per un comune utente dei social network, assumono un rilievo incontestabile nel momento in cui sono condivisi da un esponente appena nominato dall’Amministrazione in un ruolo così importante per la cultura cittadina che, lo ricordiamo, deve essere apartitica e focalizzata sui contenuti di riflessione e di stimolo delle coscienze. Inopportuna politicamente – prosegue il consigliere – questa nomina andrebbe revocata. Inoltre, andrebbe chiesto a Principato di spiegare pubblicamente e ufficialmente alla Città o alla parte politica che egli fino a dodici mesi fa supportava, perché abbia condiviso link presuntivamente “ironici” che sono offensivi politicamente, gravissimi dal punto di vista dei contenuti e del tutto destituiti di ogni fondamento dal punto di vista della veridicità dei fatti. Se non riuscirà a spiegare tutte queste ragioni, sarebbe bene che l’Amministrazione ritirasse oggi stesso quella nomina. O la Regione non la approvasse», conclude. Russo ha annunciato che sulla questione presenterà interrogazione urgente al sindaco.

Più o meno sulla stessa falsariga la reazione di Cambiamo Messina dal Basso, che tira in ballo la richiesta da parte dell’architetto di eliminare la ricorrenza del 25 aprile e “vecchie” polemiche sul Dalai Lama e sull’intitolazione delle vie cittadine alle madri costituenti.

«“De Luca è il miglior sindaco dal 1860 ad oggi”, questa è una frase che Nino Principato ha postato in questi giorni sui social. E ci crediamo bene che il buon architetto l’abbia pronunciata più volte poiché proprio di oggi è la notizia che farà parte del nuovo consiglio di amministrazione dell’Ente Teatro. In fondo – scrivono gli attivisti – ha ragione da vendere, come si potrebbe avere da ridire sul lavoro di un sindaco che ti nomina nel Cda di un ente prestigioso come il Teatro? Sarebbe impossibile. Sarebbe da fessi, e Principato non lo è, l’occasione era troppo ghiotta. Ma per essere più chiari e per cercare di far capire quanto riteniamo che questa nomina politica sia alquanto “discutibile” occorre ripercorrere brevemente alcune questioni riguardanti il buon Principato, che si è sempre contraddistinto per la volontà dell’auto-considerarsi apartitico anche nel momento in cui alle scorse amministrative si è candidato col PD; a detta sua è stato per l’amicizia col candidato sindaco Saitta, quando in realtà si è trattato del solito modus operandi dello stare con più piedi in una scarpa per non “far storcere il naso” alle persone che, soprattutto sui social, seguono i suoi bei post sulla storia di Messina. Perché definirsi apartitico e dire di non avere bandiere politiche è un meccanismo che a livello di consenso funziona. Non scontenti nessuno. Ma al di là di questo vanno fatte considerazioni più importanti: e cioè cosa potrebbe dare una figura come Principato all’Ente Teatro? Si dirà che si tratta di una figura amministrativa ma crediamo che la problematica si ponga ugualmente. A livello culturale quale contributo potrebbe fornire un individuo che pubblicamente non si è mai fatto problemi nell’affermare che il 25 Aprile sia una ricorrenza da eliminare? Che contributo potrebbe dare all’Ente Teatro – si chiedono – un individuo che si è opposto ferocemente e con argomentazioni grottesche all’intitolazione di alcune strade della città senza nome o con anonime sigle alfanumeriche alle Madri della nostra Repubblica che hanno contribuito alla scrittura della Costituzione?
Che contributo potrebbe dare un individuo privo di titoli e le cui pubblicazioni non hanno alcun riconoscimento scientifico o accademico? Che contributo potrebbe dare un individuo che afferma che l’articolo 19 della Costituzione, riguardante la libertà di culto, andrebbe soppresso?  Che contributo potrebbe dare un individuo che, oltre alla buona conoscenza del territorio e dei monumenti messinesi, a nostro parere, non ha nulla da offrire se non idee e pensieri agghiaccianti sulla società in cui viviamo?
Che contributo potrebbe dare al Teatro un individuo famoso maggiormente per una pubblicazione su Shakespeare nato a Messina?», concludono, citando la tesi più celebre e controversa portata avanti dall’architetto, secondo il quale il Bardo avrebbe origini messinesi. Sulla questione, qui la netta confutazione da parte di un professore di Letteratura e Linguistica Italiana presso la Concordia University di Montreal, Dario Brancato, e la risposta di Nino Principato . 

 

 

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