MESSINA. “Palazzo Ciampoli deve tornare in gestione alla Regione. Il Comune di Taormina non è in grado, come finora ampiamente dimostrato, di garantirne un adeguato utilizzo e di consentire la fruizione di un bene di grande valenza storica e artistica”. Parole dell’esponente di Forza Italia Nino Germanà, che in una nota prende di mira il protocollo d’intesa siglato tra l’ex assessore regionale ai Beni culturali Aurora Notarianni ed il sindaco Eligio Giardina in merito all’affidamento dell’immobile, di proprietà della Regione e passato in gestione all’ente comunale in virtù di un accordo sottoscritto lo scorso 13 ottobre: «Si è rivelato un buco nell’acqua ed ha vanificato quanto fatto in due decenni dalla Regione anche grazie a Fondi europei e dalla Soprintendenza ai Beni culturali che è riuscita ad inaugurare la “nuova era” per Palazzo Ciampoli con una mostra su Antonello da Messina di livello nazionale. Oltre al danno – commenta Germanà – la Regione rischia anche la beffa dopo aver speso, in 20 anni di contenziosi, oltre 4 milioni di euro per il restauro, la riqualificazione e l’adeguamento funzionale dello storico Palazzo».

«Dal giorno del protocollo ad oggi – si legge nel comunicato – Palazzo Ciampoli è rimasto di fatto chiuso perché l’amministrazione comunale di Taormina non è riuscita a far fronte agli impegni presi con grave danno per l’immagine e per l’erario. In sei mesi si è tenuta soltanto una mostra durante il periodo natalizio, a dispetto di un’intesa che affidava al Comune l’onere della gestione anche attraverso l’affidamento del Palazzo storico ad associazioni. L’amministrazione Giardina non è riuscita a reperire né il personale né le risorse neanche per la pulizia e la manutenzione indispensabili per un’adeguata fruizione del bene. Sarebbe auspicabile che l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa revocasse quell’intesa per Palazzo Ciampoli che si è rivelata disastrosa».

«Se il Comune di Taormina non è in grado di gestire un patrimonio inestimabile – conclude Germanà – faccia un passo indietro e ammetta gli errori commessi. Situazione simile riguarda anche Palazzo Corvaja, chiuso dopo l’esito dell’ispezione della Soprintendenza di Messina che ha rilevato l’inadeguatezza gestionale del sito da parte dell’amministrazione che adesso dovrà individuare i canali per reperire oltre 600 mila euro necessari agli interventi. Al di là della sporcizia, del pessimo stato di conservazione delle murature o delle infiltrazioni preoccupa l’incapacità dell’amministrazione nella gestione del patrimonio pubblico. La Sicilia non può permettersi, alla vigilia della stagione estiva, di perdere l’utilizzo di un patrimonio inestimabile, messo a rischio da un affrettato protocollo d’intesa che ha affidato a chi non aveva i mezzi né le risorse uno dei più pregiati Palazzi del taorminese».

 

 

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