MESSINA. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino di uno dei tredici villaggi della zona nord che chiedono la secessione dalla città di Messina per formare il nuovo Comune di Montemare. L’abitante, dell’estrema periferia ad ovest, rivendica il diritto di scegliere del proprio futuro e di un’autonomia di cui sente l’esigenza: «Vogliamo essere soltanto fratelli dei messinesi e non figliastri di una matrigna che guarda solo verso la parte a lei più prossima».

Di seguito la lettera integrale:

A proposito di Montemare. È di qualche giorno fa la notizia dello svolgimento del referendum su Montemare in contemporanea alle elezioni amministrative per il Comune di Messina ed ai referendum sulla giustizia previsti per tutto il territorio nazionale. Si dovrebbe tenere il prossimo 12 giugno per conciliare necessità giuridico-amministrative e risparmio economico. Si giungerebbe così, finalmente, al dunque. Nuovo comune, sì o no.

Promotori della iniziativa referendaria ed i cittadini dei villaggi favorevoli all’autonomia vengono trattati negli articoli dedicati all’argomento con espressioni denigratorie e derisorie, alla stregua di sciocchi agitatori di popolo che, attraverso idee balzane, tentano di creare una realtà urbana che non c’è mai stata. Ma dov’è lo spirito critico, la visione super partes, l’oggettivazione delle problematiche, il rispetto delle idee altrui, il riferimento alla incontestabile realtà locale, il riconoscimento della scarna storia locale? Dov’è la visione della realtà storica in generale, che è continua evoluzione dinamica dei popoli e dei territori, come dimostrano le modifiche nell’assetto geo-politico che si sono verificate negli ultimi decenni in Europa e nel mondo e che è tendenza a continua trasformazione, come si sta verificando nella quotidiana attualità? Invece di fare polverosa e monotona grancassa, si provi a dare una risposta alle seguenti domande:

1) Percorrendo il litorale messinese da Giampilieri a Ponte Gallo, non sembra che il tessuto della città si interrompa a Torre Faro?
2) Se si provasse solo a dare uno sguardo, senza pre-condizionamenti di parte, dove sono allocati i centri commerciali e sportivi della città?
3) Quali strutture “istituzionali” o private di grande rilevanza sociale ci sono nel comprensorio “ribelle”? Forse ci sono altre strutture comunali funzionanti fatta eccezione per l’isola ecologica di Spartà ed il depuratore di San Saba?
4) Come mai nessun sindaco di Messina ha rivendicato la messinesità dello svincolo autostradale ricadente all’interno dell’attuale territorio comunale di Messina, a Ponte Gallo, permettendo che lo stesso svincolo venisse impropriamente denominato Villafranca, con la conseguenza che gli abitanti della fascia rivierasca tirrenica hanno dovuto subire negli anni una ulteriore tassazione indiretta attraverso il pagamento del pedaggio autostradale e i cittadini di Messina Sud no? Sono forse figli di un dio minore o di una madre matrigna?
5) È nota la storia di alcuni comuni della provincia di Messina?
6) Si conosce com’era Villafranca Tirrena prima di essere quella attuale? Cos’era il comune di Villafranca-Saponara e a quale comune appartenevano le frazioni di Divieto e Serro prima di far parte del comune di Villafranca? Alcuni lo sanno, ma nessuno lo dice. Divieto e Serro facevano parte del comune di Messina. Si sa come e quando è stato costituito il comune di Fondachelli Fantina? Nel 1950. Per distacco dal comune di Novara di Sicilia di cui prima faceva parte.
7) Si parla di Montemare con scherno, come inesistente; eppure prima tale denominazione era bene accetta per indicare una circoscrizione comunale; perché ora è divenuta una bazzecola mai esistita, frutto di menti scellerate?
8) Si conosce l’esistenza giuridico-amministrativa, nell’ambito dello Stato italiano, del comune sparso e che esistono nomi di comuni sparsi senza che il nome identifichi un luogo del territorio? Si consulti Wikipedia per avere una risposta.
9) Perché viene considerata stolta e ridicola l’idea della realizzazione del nuovo comune adducendo come motivazione valida quella della discrepanza popolazione-territorio? Montemare prossimo comune (8500 abitanti e 61 kmq). Si ricordi di Tortorici (6000 abitanti e 70 kmq); Fondachelli Fantina (1000 abitanti e 42 kmq), San Piero Patti 2800 abitanti e 41 kmq) con frazionamento in villaggi simile a quello del proponente aspirante comune.
10) Quale rischio c’è di perdere lo “status” di città metropolitana? Nessuno!!! Se qualcuno può o conosce altre informazioni, confuti la risposta che è stata data sopra. Chi vuole rendersi conto di come stanno realmente le cose, si documenti e scoprirà, come a tal proposito, i rischi sono liberamente sventolati e del tutto strumentali, nient’affatto reali come dimostra la recente istituzione (16 aprile 2021) della città metropolitana di Sassari dove la città comune capofila, Sassari per l’appunto, ha un numero di abitanti di gran lunga inferiore rispetto alla realtà metropolitana messinese (Sassari comune capofila con 126.000 abitanti e 226.000 abitanti in tutta l’area metropolitana) rispetto alla nostra realtà locale (Messina comune capofila con 237.000 abitanti e quasi 600.000 abitanti nell’intera area metropolitana).

Per concludere questa breve disamina si vuole ancora una volta sottolineare che chi vive e affronta quotidianamente i problemi del territorio dovrebbe avere il diritto di scegliere il proprio destino. Non possono essere altri, a distanza, in base al principio del qui è nostro, ad impedire l’organizzazione, lo sviluppo o l’affossamento di un’area che è comune solo nominalmente e per ritorno a soli fini fiscali. Ne va di mezzo il principio dell’autodeterminazione della gente che vive il proprio territorio. Se questa è democrazia…

Non abbiamo alcun rancore verso Messina. Vogliamo essere soltanto fratelli dei messinesi e non figliastri di una matrigna che guarda solo verso la parte a lei più prossima. Perché Montemare non deve e non può continuare ad essere una grande prateria dove vivono poveri ed indifesi indiani, veri poveri in quasi tutto (alla voce indiani leggasi castanoti, ibbisoti, salicioti, etc.). In realtà siamo molto simili ai Sioux, Cheyenne ed Apache dell’America di un paio di secoli fa, attaccati dagli odierni cowboys messinesi che ne rivendicano la prerogativa gestionale ben muniti di potenti armi quali giornali, tv e sodali politici di alto livello. Si tenta perfino ad inventare un comitato del no che prova ad erigere un fermo contraltare al progetto del comune autonomo. Ma dove sta la democrazia? Funziona forse a giorni alterni? In questo attuale e grave periodo di guerra e di genocidio siamo tutti per l’Ucraina, paese più piccolo e molto meno popolato della Russia e che fino a pochi decenni fa faceva parte dell’ex Unione Sovietica. Ma come funziona il principio dell’autodeterminazione dei popoli e la gestione diretta del proprio territorio? Forse anche questa funziona a fasi alterne? L’Ucraina più piccola e meno popolata non ha forse il diritto di autogovernarsi?

Considerazioni dell’ultimo degli indiani di Montemare (lontano ovest del comune di Messina).

 

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Marcella MILLIMAGGI
Marcella MILLIMAGGI
29 Aprile 2022 21:17

Personalmente voglio che anche all’Isola Tiberina sia data la dignità di Stato Libero e Indipendente e a me sia consegnato un passaporto per uscire serena dal condominio in cui abito e entrare in quello dove abita un’amica.