MESSINA. Dopo il video aereo “Missina” (qui l’articolo), il filmmaker messinese Ezio Cosenza è tornato con un nuovo progetto cinematografico dal titolo “Missina: Lockdown”. Stavolta, però, ad essere narrate non sono le bellezze paesaggistiche e architettoniche della città, bensì l’urgenza di documentare, traducendolo in immagini (aeree e riprese dal basso), il dramma vissuto da Messina colpita dall’emergenza Covid-19.

Il video, supportato dalla squadra di archeologi “ArcheoME” e “Film Commission Messina” si apre, infatti, con un’affermazione/quesito dal sapore quasi retorico che sintetizza pienamente le incertezze che hanno contraddistinto questi ultimi due anni: “È finita la pandemia”.

Tuttavia le immagini, sin dall’apertura, suggeriscono volutamente un contrasto doloroso con tale asserzione: «La Messina che vediamo è, ancora una volta, una città vuota e desolata ma il clima è tutt’altro che etereo e sognante con pochi passanti per le vie, attività e negozi chiusi, code presso gli HUB tamponi e con il drammatico suono delle sirene delle ambulanze – commenta l’autore – Sono soprattutto i luoghi più trafficati della città a rimarcare una simile divergenza: particolare risalto viene conferito alla simbolica “Piazza Castronovo”, punto di partenza della storica Vara (con riprese dell’ultimo festeggiamento tenutosi nel 2019) e ora luogo deserto e silenzioso».

In effetti, l’impronta data da Cosenza all’intero progetto è di un’escalation che ripercorre l’incalzare degli eventi dai primi casi di covid rinvenuti in Cina fino a quelli accertati a Messina. Il tutto raccontato anche grazie all’ausilio di piccole tv collocate in diverse parti della città. «Si tratta di una scelta tutt’altro che casuale, giacché smartphone e televisori sono stati per mesi l’unica “finestra sul mondo” a disposizione dei cittadini», spiega Ezio Cosenza.

Ampio spazio viene riservato ai soggetti e alle istituzioni più colpite dall’emergenza del Coronavirus, avvalendosi anche della partecipazione di veri e propri protagonisti messinesi: dai commercianti (il fotografo Alessandro Denaro di “Dialquadrato”) agli anziani, dagli istituti scolastici (Istituto Superiore Statale Felice Bisazza) alle chiese (Padre Mario Di Pietro della Chiesa di San Giacomo Maggiore), senza dimenticare l’operato degli enti comunali (come quello dell’ex sindaco Cateno De Luca) e del personale sanitario (Ambulanze Soccorso Azzurro).

I minuti finali del video sono poi contraddistinti dalle commoventi note dall’iconico inno calcistico messinese “Mi sbigghiai chi era viatu”, reinterpretato e riadattato in chiave struggente da Salvatore Nocera con mixaggio di Fabrizio Gandolfi di “FT Recording Studio”, entrambi artisti della città. D’altra parte, lo scopo dell’opera non è soltanto tenere vivo nella memoria il ricordo di ciò che è stato ma anche quello di commemorare i sacrifici di tutta la comunità ancora una volta strettasi nel medesimo dolore. Infatti, se il primo video è stato un regalo alla propria città da parte di un ragazzo in procinto di partire, questo secondo progetto è il suo omaggio a tutti i cittadini messinesi (compresi coloro che hanno perso la vita) che con grande unità e osservanza delle regole hanno saputo fronteggiare un’emergenza.

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