MESSINA. Fabrizio Privitera, classe ’95, ha frequentato il Liceo Scientifico Seguenza e successivamente si è laureato in chimica presso l’Università di Messina, per poi proseguire gli studi, alla Cattolica di Milano, ultra specializzandosi nel campo del NeuroEmpowerment e delle Neuroscienze per le Organizzazioni. Sin dai tempi dell’università Fabrizio aveva iniziato a creare un centro associativo dove parlare di mente, ospitando degli esperti, facendo evolvere il progetto, in breve tempo, in un’azienda, tutta sua e con sede a Messina, per il Neuro Empowerment dove tramite le Neuroscienze, grazie all’ utilizzo di tecniche e strumenti neuroscientifici, si mira al potenziamento cognitivo dell’individuo sotto il punto di vista della memoria, dell’apprendimento, della creatività e del problem solving. Cerbellum si muove, dunque, nel campo delle Neuroscienze applicate, scostandosi leggermente dalla realtà clinica medica, concentrandosi sul capire e studiare la mente dal punto di vista ingegneristico, biochimico e psicologico, fondendo tutto ciò con il mondo dell’innovazione e dello sviluppo di business innovativi. Un’ attività assolutamente innovativa e d’ avanguardia, quindi, che sta crescendo in città al pari passo del suo crescere in America e a Singapore, delle tecniche di innovazione che possono tornare utili ai singoli ma anche all’ intera comunità. Dalle aziende, alle StartUp, alle persone, studenti o lavoratori che siano, il potenziamento mentale tramite le neuroscienze può donare quel valore aggiunto che va a rendere sana, più produttiva, più competitiva, anche a livello internazionale, un’attività e che giova a 360° al singolo elemento per raggiungere in modo più consapevole gli obiettivi prefissati. Una soluzione, probabile, ai problemi riscontrati in città legati al calo delle produttività aziendali, ma anche alla fuga dei giovani messinesi, per dimostrare che anche in un luogo come una piccola città sulla Stretto è possibile abbracciare il nuovo e diventare competitivi nel mondo del mercato.
Cos’ è Cerbellum?
“Cerbellum è un centro per il neuro potenziamento, portiamo le neuroscienze applicate al servizio di privati, imprenditori, professionisti, aziende e team di aziende che vogliono potenziare le proprie qualità cognitive, quindi, memoria, stress management, creatività e problem solving diventando, dunque, non solo competitivi nell’ ottica del mercato e del mondo del lavoro, ma anche più consapevoli, più produttivi, performanti, andando a gestire meglio lo stress e riuscendo ad avere molti più risultati.”
Quando e come nasce l’idea di Cerbellum?
“L’ idea nasce circa dieci anni fa, quando insieme ad altri due amici frequentavamo un corso di Ars Memorativa, ovvero tecniche di memoria che i latini insegnavano rivisitate in tempi moderni. Questo corso fu così tanto impattante su di noi da farci capire che forse ne volevamo conoscere di più e, allora, abbiamo chiesto ai coach esperti con cui ci rapportavamo di venire sempre più spesso a Messina e noi, di conseguenza, riuscivamo a coinvolgere sempre più giovani interessati alla tematica e così divenne prima un’associazione e poi, per quanto mi riguarda, un’azienda.”
Cosa fa Cerbellum?
“Per i privati, studenti o lavoratori, teniamo dei corsi di formazione e quindi un percorso, che si riassume in una serie di giornate, per capire step by step cosa fare per essere più performanti nell’apprendere, per essere più performanti nella creatività o nella propria dimensione quotidiana come studenti o lavoratori. Se invece ci interfacciamo con una dimensione aziendale allora si parla di formazione al team o di consulenza per l’implementazione neuroscientifica, e tutto ciò permette di aumentare l’efficacia, di avere un vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo, permette di raggiungere livelli di produttività che ci rendono davvero distinti rispetto alla narrativa della collettività italiana. Per fare tutto ciò, però, ci vogliono degli step e per affrontarli l’azienda deve potenziare determinati aspetti e dunque noi prima analizziamo i loro problemi, vediamo come i nostri servizi possono implementare la loro azienda e, intervenendo, a quel punto, quell’ azienda diventa una neuro azienda: la rendiamo, per dire, brain friendly, cioè rendiamo tutti i processi interni capaci di valorizzare la dimensione mentale che è l’ origine del successo e che porta a comprendere meglio il mercato, e la mente del mercato.”
Su Messina in che campi è spendibile la vostra attività?
“Veramente in tanti. Le aziende messinesi, per esempio, potrebbero essere interessante, e molte lo hanno già fatto, ad utilizzare il neuromarketing, ovvero i metodi neuroscientifici del marketing, come le sessioni di eyetracking: occhiali che permettono di capire come un cliente attenziona servizi e prodotti, metodica utilizzata da Amazon per costruire il sito e da tantissime multinazionali per capire come costruire al meglio il proprio shop. Il punto è che se voglio capire quanto un prodotto è efficace nella mente di un cliente, solo attraverso l’utilizzo di strumenti neuroscientifici potrò avere dati profondi e dati competitivi che altri non hanno. Le aziende del territorio, inoltre, possono potenziare il proprio team rendendolo capace di gestire meglio l’attenzione e lo stress. Stress management e barn out, ricordiamo, riducono di colpo del 60% la produttività, e quindi quando si parla di grandi riunioni o di grandi organizzazioni interne fatte male, senza la dimensione mentale, parliamo di perdita dell’efficacia. Quando, infatti, si motiva il team una sola volta l’anno, quando si tengono riunioni di tre ore consecutive, o quando si fanno sessioni di problem solving in maniera totalmente distante da come la mente lavora si può arrivare solo a risultati non soddisfacenti, mentre capire come la mente funziona ci permette di intraprendere qualsiasi attività con efficacia, e ciò si andrà a ripercuotere positivamente sull’ attività aziendale e anche sul benessere dell’individuo.”
Quali sono i problemi che avete riscontrato in città sui quali state cercando di lavorare?
“Abbiamo individuato quattro punti che crediamo vadano a bloccare lo sviluppo del panorama innovativo e imprenditoriale cittadino, e crediamo che risolvendoli attraverso gli strumenti neuroscientifici possa davvero andare a ribaltare la situazione di successo. Se facciamo riferimento all’ ultimo report sulla competitività europea di Draghi sappiamo che in Italia, al sud a maggior ragione, il livello di produttività di un’azienda è bassissimo, il livello di innovazione e di spesa per l’innovazione è bassissimo, e i criteri di internazionalizzazione sono bassissimi e quindi non si è competitivi a livello internazionale proprio perché non si investe sull’ innovazione. Ecco a questo rispondiamo “new is the way”, perché attraverso le neuroscienze e gli strumenti neuroscientifici, da Messina, si può essere competitivi e innovativi. Un’ altra problematica importantissima è quella relativa alle giovani risorse che ogni anno la città di Messina perde e che poi cercano di tornare nella speranza di essere accolti ma che, una volta tornati, si sentiranno del tutto incompresi dato che tornano con il nuovo che qui non può essere attivato. Il nostro lavoro in questo caso di divide in due rami: da un lato rendiamo competitive le persone che restano a studiare e lavorare in città, e le andiamo a neuro potenziare, dall’ altro, così facendo, chi torna avrà la possibilità di trovare soggetti che tengono il passo con i tempi e con cui poter creare dei validi nuclei di lavoro. Il terzo problema è quello relativo alle StartUp: si deve puntare alla dimensione delle StartUp e dell’innovazione, perché avere due o tre StartUp in città che funzionano bene significherebbe ribaltare l’economia di Messina e noi in questo riusciamo a dare delle direttive per creare StartUp molto competitive grazie all’ ausilio delle neuroscienze. In ultimo va fatto un riferimento alla sfera che riguarda il trend in aumento del dare spazio ad eventi che riguardano l’innovazione: dai YougMe Days di Liana Cannata al Sud Innovation Saummer di Roberto e Stefania Ruggeri, tutte persone che hanno saputo valorizzare i giovani e l’innovazione, ma serve di più oltre l’evento, serve un’interconnessione tra chi promuove l’evento e chi promuove aziende, servono enti, strutture, università che vadano a cooperare. Ecco cooperare è una parola che a Messina risulta difficile pronunciare, ma la cooperazione serve tantissimo. E noi di Cerbellum ci siamo: siamo presenti nel momento dell’evento, e siamo pronti a formare, successivamente, i volenterosi ovvero coloro che non credono che tutto avvenga magicamente ma con impegno funzionale.”
La città di Messina nel tuo progetto ti ha ostacolato o aiutato?
“La città è composta da persone, essendo al Sud ovviamente siamo abituati a vedere il nuovo quando già nel resto del mondo la stessa cosa è conosciuta da anni. Noi di Cerbellum, però, parliamo di neuro innovazione, di neuroscienze in un momento in cui sono fortemente innovative persino a Singapore e in America, dove, per l’ appunto, sono padroneggiate da pochi e, quindi, parlarne a Messina, dove non sempre si ha la tendenza all’ aggiornamento, risulta difficile. Ultimamente, solo ultimamente, nell’ ultima giunta comunale, e anche a livello universitario, abbiamo avuto più risonanza e abbiamo suscitato molto più interesse. Però, ecco, servirebbe sempre di più un nuovo nucleo aziendale, delle nuove attività pronte ad investire nel nuovo e su ciò che noi di Cerbellum offriamo.”
Cosa fa Cerbellum per uno studente?
“Lavoriamo con studenti degli ultimi anni delle superiori e studenti universitari, spiegando loro che il voto per quella materia, ma soprattutto la padronanza di quella materia non è soltanto dimostrato dall’ impegno che ci si può mettere, chi più chi meno, ma dalla consapevolezza dei processi di apprendimento e dalla capacità di padroneggiare quel potenziale mentale che noi insegniamo a padroneggiare grazie a dei percorsi step by step partendo dalle tecniche semplici, utilizzando processi neuroscientifici che ci permettono di capire come apprendere da un libro, dalle slide, dai video e come mettere in mente queste nozioni mantenendole permanenti, valorizzando il sapere e mantenendolo fresco anche a lungo termine. Il nostro lavoro, quindi, ha due obiettivi: migliorare la qualità degli studenti perché il sapere diventa disponibile e dunque, così, diventano più geniali, carismatici, più creativi, e dato che tutto ciò accadrà in minor tempo potranno utilizzare il tempo restante per scoprire il nuovo e il mondo che spesso gli studenti non vedono perché sono focalizzati nella loro dimensione. Tutto ciò ovviamente avviene con molto impegno, un impegno grande ma funzionale.”
E per le StartUp?
Ci sono due casi, soprattutto al Sud, le StartUp possono essere degli spin-off o dei progetti universitari e quando sono delle realtà che hanno le spalle strutturate e che appartengono a contesti iper-tecnici, si avrà la necessità di avere un team più performante e cognitivamente prestante perché secondo i dati scientifici il team è al centro del successo di una StartUp. E dunque lo andremo a potenziare attraverso delle procedure, attraverso degli esercizi di potenziamento cognitivo della creatività, dello stress ect, soffermandoci anche sul lavoro di gruppo per portare il team a lavorare in maniera armoniosa, così da fargli ottenre giornalmente il massimo livello di produttività. Se il team non può essere potenziato andiamo a potenziare l’azienda spiegando loro che ci sono metodi competitivi e nuovi, e che quello che noi forniamo è quello aggiornato al passo della neuro implementazione ovvero neuro imprenditorialità. Attraverso le neuroscienze noi possiamo comprendere meglio i clienti: capire come si sposta l’ attenzione degli occhi, quindi dove il cliente guarda, in un sito o in un negozio e mettere lì nei punti di massimo focus il prodotto di punta da vendere, validare prodotti e servizi capendo come un cliente reagisce facendogli indossare l’ EEG o sensori che ci fanno capire quanto un cliente sia immerso in quello che si vuol produrre, oppure fare in modo che le stesse dinamiche di sviluppo aziendale siano brain friendly.”
Che strumenti utilizzate?
“EEG portatile fatto indossare e usare per diversi scopi, in primis, potenziare l’ attenzione o il focus: ci aiuterà a constatare in tempo reale se l’ attenzione sta aumentando o diminuendo, e se questo strumento mentre l’ attenzione sta calando invia un segnale e ricorda a chi lo indossa di concentrarsi come, la persona imparerà così a modulare la propria attenzione e tutto ciò dopo un tot di tempo diventerà permanente consentendo in autonomia di decidere quanto aumentare o diminuire la propria attenzione. Altri strumenti come le tDCS mi permettono di andare ad eccitare un’area della mente per poter rendere quell’ area ultra performante senza, ovviamente, effetti collaterali, come l’area della creatività o del linguaggio. Poi abbiamo dei sensori (EDA) che servono ad analizzare i livelli di stress, posizionando questi elettrodi si analizzano i criteri elettro termali attraverso il sudore sulle dita per vedere il livello ci eccitazione che un soggetto ha, e questo è molto utile per capire quanto stress producono determinati prodotti creati da un’azienda. E ancora gli eyetracking, ovvero degli occhiali che permettono di capire come un cliente attenziona servizi e prodotti in modo tale da posizionare nei siti o negli shop i prodotti di punta nei punti più osservati. E tanti altri strumenti ancora.”
Come mai hai deciso di restare a Messina?
“Ho scelto di rimanere in città con sede fissa, nonostante la mia attività collabori molto fuori anche con realtà importanti italiane e non, perché credo che le cose possano cambiare non solo pensando al fuori, quindi eventi e strutture, ma parlando del dentro: parlare della sede dell’ uomo, la mente, il sentimento, la forza ovvero tutti aspetti che partono dalla percezione del potenziale, perché se io credo di poter fare di più allora proverò a fare impresa qui, se ho maggior consapevolezza delle mie capacità mi prenderò una seconda laurea, mi spingerò a fare sempre di più. E quindi io credo in Messina, anche se so che non è una dimensione sempre facile, e sono rimasto qui perché possiamo fare la differenza avendo questa chiave di lettura neuroscientifica. Ringrazio chi negli ultimi tempi, come Liana Cannata, una giovane nell’ amministrazione, ha potuto e voluto valorizzarci. Il mondo internazionale potrebbe iniziare a vedere Messina come un luogo funzionale, un luogo dove investire se c’ è un’infrastruttura pronta ad accoglierla e io credo proprio che possiamo farcela.”
Qual è il tuo PS (Post Scriptum)?
“Mi piace raccontare la storia di Domenico: un nostro studente neuro potenziato nelle procedure di apprendimento, nelle procedure di creatività, di stress management ma, soprattutto, neuro potenziato nelle scienze di sviluppo del business. Tutte queste realtà assolutamente innovative sono state a servizio di Domenico che per mestiere faceva il dipendente in un negozio e che ha voluto credere al suo potenziamento con motivazione mettendo tanto del suo impegno, e questo unito all’ ausilio delle nostre attività lo ha portato in circa un anno a diventate una figura centrale nella sua azienda ed è, inoltre, riuscito ad avviare il suo personal brand sulla tricologia. Un progetto assolutamente ambizioso sviluppato con i criteri della neuro innovazione, utilizzando tutte le neuro tecnologie che ho precedentemente citato. Domenico, quindi, ha sviluppato dei valori competitivi con cui è riuscito a creare un brand pur continuando a lavorare, cambiando, tra l’altro, la sua figura, da cassiere a figura centrale in azienda, essendo così completo a 360°.”