Bruno Porcari, classe 1987, è uno dei tanti giovani messinesi andati via un po’ per la curiosità di tutto quello che poteva aspettarlo oltre lo Stretto, ed un po’ per la curiosità di andarsi a mettere in gioco e confrontare con realtà formative e professionali diverse e che poi, a distanza di anni, ha deciso di ritornare in città sia per amore del territorio, sia per la voglia di poter contribuire con il suo bagaglio, riempito in giro per il mondo, nella costruzione di un qualcosa di nuovo. Diplomatosi al liceo La Farina, una volta proclamato Dottore in Fisioterapia presso l’Università di Messina, procede gli studi a Milano in Osteopatia e da là arriva a Londra in qualità di Fisioterapista ed Osteopata. Ed è proprio nella frenetica e caotica Londra che si avvicina all’ universo dello yoga, inizialmente praticandolo e successivamente decidendo di intraprende un lungo viaggio in India e Thailandia, non solo per studiarlo, ma per vivere un’esperienza immersiva all’ insegna della meditazione e della scoperta di un popolo dagli usi e costumi così diversi dai nostri e così affascinanti. Un viaggio in una nuova cultura ma anche un viaggio dentro di sé che l’ha portato a nuove consapevolezze, a conoscere grandi maestri, a visitare posti incantati, e a capire che molto spesso quello che cerchiamo e che vogliamo si trova tranquillamente proprio sotto ai nostri occhi. Basta guardarlo nella sua essenza ed aver il coraggio di credere fino in fondo nel proprio progetto. Così dalle spiagge dell’isola Kho Phangan, Bruno ha portato lo yoga sulla spiaggia di Capo Peloro, sulla riviera messinese, sui colli ed in mezzo alla natura che caratterizza la bellezza degli scorci siciliani, creando una community accogliente che condivide amore per la propria terra e per la scoperta di una nuova disciplina. Da tutto questo nasce “Sicily Yoga Escapes” con le sue lezioni, con i suoi raduni, i suoi percorsi di trekking, e l’ultimissima novità dell’“ARunCity” 5k Social Run + BootCamp in giro per le piazze più iconiche della nostra città.
Perché sei andato via da Messina e perché sei tornato?
“Sono andato via più che altro per curiosità. Curiosità soprattutto dal punto di vista professionale del confrontarmi con altri sistemi sanitari ed altre realtà formative. Volevo intraprendere nuove esperienze lavorative e mettermi in gioco, migliorando come fisioterapiste e come osteopata. E poi ero desideroso ed affamato di novità, la mia città mi stava stretta ed avevo voglia di una città più internazionale dove poter dare sfogo ai miei interessi. Londra mi ha offerto tanto: sport, musica e tutto quello che mi piaceva. Qui mi limitavo alle partite di calcetto o paddle, insomma le classiche abitudini che ti porti a vita, mentre a Londra ho scoperto un altro modo di vivere lo sport, mi sono scoperto uno sportivo ed ho soprattutto vissuto lo sport come esperienza di community dove puoi interfacciarti veramente con tanta gente. Cosa mi ha portato a tornare? Ecco a distanza percepivo che Messina stava cambiando, e ne ero incuriosito. Per chi la vive tutti i giorni magari è sempre uguale, ma quando la vivi da lontano te ne accorgi che qualcosa sta cambiando. E tutto questo unito al desiderio di tutto quello che mi aveva fatto innamorare del Regno Unito, ovvero tutte attività di comunità, mi ha fatto venire voglia di tornare e di portare in città un qualcosa di nuovo e così ho iniziato con lo yoga in spiaggia proprio come facevo in Thailandia. È stato insegnando yoga in riva al mare in Thailandia, per l’appunto, che ho deciso di tornare a Messina dato che di certo qui le spiagge stupende non ci mancano. E sono tornato con la voglia di fare conoscere ed abbracciare lo yoga come stile di vita, creando nella collettività un senso di appartenenza al territorio, sottolineando quanto è importante il benessere psicofisico e come si spossa coniugare con le bellezze della nostra città. Messina ha risposto in modo meraviglioso, con grande entusiasmo e partecipazione e di questo ne sono molto felice.”
Com’ è iniziato il tuo percorso con lo yoga?
“Ho iniziato a praticare yoga a Milano, in primis, dal punto di vista scientifico, quindi come se fosse solo un movimento fitness, stretching e warm up. Ho continuato a praticarlo all’ estero, a Londra, e così ho iniziato a pensare e capire sempre di più, grazie al mio lavoro da fisioterapista ed osteopata, che viviamo in una condizione in cui si tende a dimenticare che esiste una profonda connessione tra il corpo, la mente e lo spirito. Pian piano mi sono ritrovato, ad esempio, a dare consigli su tecniche respiratorie o meditative a pazienti che soffrivano di gastrite o mal di schiena, e mi sono avvicinato al percorso dello yoga sotto un altro punto di vista che mi ha fatto anche rivedere le mie scelte lasciando Londra. Inizialmente dovevo stare fuori per un breve periodo che poi però si è trasformato in sei mesi tra l’India, esattamente il nord dell’India, a Rishikesh ovvero la capitale mondiale yoga. Là ho studiato yoga frequentando un corso di yoga certificato, con tanto di riconoscimento Yoga Alliance, ho vissuto in un Ashram indiano, tra le catene himalayane, tra il nord dell’India ed Tibet: mi affacciavo e vedevo il Gange, mi nutrivo con solo cibo ayurvedico, ovvero tutto quel cibo che non fa infiammare il corpo come zenzero, legumi, riso, farro, niente carne ma molto te e camomille particolari. Quando è arrivato il giorno di tornare a Londra per lavorare, ho cambiato idea ed ho preso un volo per Bangkok dove ho continuato il mio percorso di ricerca spirituale che mi ha portato in vari monasteri buddisti al nord della Thailandia, ho iniziato a praticare molta meditazione, ho studiato la filosofia del buddismo, ho insegnato yoga, sia tra le montagne della Thailandia nel monastero Pa Pae Temple che in spiaggia, ed ho fatto volontariato.”
Ricordi il momento esatto in cui hai capito che qualcosa stava cambiando?
“Stavo insegnando yoga al nord della Thailandia, esattamente sull’ isola di Kho Phangan, e guardandomi un po’ attorno mi sono reso conto che stavo facendo lezione in spiaggia ed ho pensato che la spiaggia ce l’avevamo anche noi. Da lì la mia vita è cambiata: ho capito che la frenetica Londra, che ho amato tantissimo, non faceva per me ed ho deciso di intraprendere un nuovo percorso, da affiancare al mio lavoro da fisioterapista ed osteopata, che prevedeva il tornare a Messina e creare una community di yoga con l’idea di creare condivisione e fare conoscere lo yoga nel modo più puro possibile con tutte le sue attitudini.”
È stato difficile portare lo yoga in una dimensione come la nostra?
“Prima di tornare parlai con uno dei più famosi insegnati di yoga di Londra, che è siciliano, e che mi disse che ero pazzo perché la Sicilia non era ancora pronta. Ed ho iniziato a pensare che effettivamente portare lo yoga in un territorio così diverso, dove ancora ci sono degli schemi abbastanza rigidi sotto certo punti di vista, con i siciliani che sono un popolo un po’ caotico, che fatica a stare fermo, forse poteva essere più difficile del previsto. Ed un po’ mi ero scoraggiato, ma ero molto motivato e non ho mollato. Ed ho fatto bene. Ho iniziato, così, un po’ per gioco ed ho ricevuto in realtà una bellissima risposta da parte di gente di ogni età, soprattutto giovani. Ho notato quanto i giovani qui siano proprio curiosi ed affamati di novità, e quanto siano stanchi di vivere di stereotipi, preconcetti e vedere loro coetanei andar via. Direi, quindi, che è stato difficile ma anche abbastanza semplice perché ho notato che le persone hanno voglia di scoprire una connessione interiore che forse nessuno c’ ha mai insegnato, né la scuola, né la famiglia, né tanto meno la società dove, al contrario, si corre sempre e dove la legge del più forte vince sempre, anche solo alzando la voce. La gente, invece, con lo yoga si è riconosciuta nel proprio corpo e nel proprio respiro, e sta riscoprendo non solo una nuova forma di bellezza ma anche una nuova realtà.”
Cos’ è lo Yoga?
“Yoga significa unione, ovvero connessione tra la mente, corpo e lo spirito. Avere totale percezione del proprio corpo e del proprio presente, viversi nel respiro e portare consapevolezza nel movimento. Parlando di yoga si può parlare dunque di consapevolezza. È un vero e proprio stile di vita: vivere la vita come un cielo azzurro percependo i pensieri solo come nuvole passeggere. Serve anche a portare serenità nella vita di tutti i giorni dove siamo ingolfati da stress e problemi, centrandoci sulla nostra essenza. Lo yoga, inoltre, porta ad una maggior consapevolezza del proprio corpo, ad una connessione con il respiro, dato che diventa una meditazione dinamica. Si può immaginare come l’unione tra un viaggio interiore ed una tecnica posturale che si interfaccia con il respiro. Con lo yoga riesci a potenziare i muscoli, potenzi l’equilibrio, la forza. Si passa da posizioni sedute a posizioni in piedi, dove esiste una totale connessione in contemporanea tra tutti i muscoli del corpo.”
Può essere vissuto come una moda del momento?
“Secondo me non è una moda del momento, perché con lo yoga riscopri veramente te stesso. È un viaggio che una volta iniziato non vuoi più interrompere. Ed è una novità perché abbraccia un modus vivendi a cui noi non siamo abituati, ricordo, ad esempio, che il mio insegnate di yoga indiano mi ha detto che in Europa si fa solo fitness, proprio perché si lavora solo sul corpo senza connettere respiro e mente.”
Che tipo di yoga insegni e pratichi a Messina?
“Prevalentemente Vinyasa Yoga e Yin Yoga. Nel primo segui un flow, sempre concentrandoti con il respiro: è più stimolante, è quasi un workout di posizione yogiche in totale connessione con il respiro, quindi si va a stimolare la muscolatura, l’apparato respiratorio, cardiocircolatorio ed è un vero e proprio viaggio emotivo nel corpo e nello spirito. Mentre il secondo è uno yoga più meditativo, bisogna mantenere la stessa posizione per più tempo, ci sono diverse posizioni ma su ognuna ci si deve soffermare a volte anche per un minuto e mezzo, ad occhi chiusi, in totale silenzio, con un’atmosfera quasi religiosa monastica, e si scende in profondità quasi nelle viscere dell’anima in totale connessione con il respiro. Pratichiamo, inoltre, anche tecniche di respirazione indiane Pranayama, che servono per ritornare ai propri percorsi ancestrali emotivi, e tecniche di breathwork studiate ormai da psicoterapeuti europei, che hanno brevettato queste tecniche sciamaniche perché sono trauma healing, con cui si riesce ad entrare nel subconscio. Si entra quasi in trance ed è molto intenso, servono due-tre ore.”
Dove si tengono le lezioni?
“In questo periodo la community di Sicily Yoga Escapes si riunisce a fare lezione a Piazza del Popolo, ogni giovedì alle 19.00, presso la palestra della Chiesa Santa Maria Spirito Santo, un bellissimo open space accogliente, ed è capitato di organizzare anche qualche gita con lezione sull’ Etna o qualche domenica al Forte San Jachiddu o Villarè. Non vedo l’ora, a breve, con l’arrivo della bella stagione, di spostarci sulla riviera, nei lidi con a seguire l’aperiyoga, ai forti, o in luoghi immersi nel verde come l’Azienda Agricola Villarè. Ovviamente non mancheranno delle gite, dei pernotti, a contatto con la natura. Praticare in natura è esattamente la filosofia di Sicily Yoga Escapes: riconnessione con il territorio praticando sia in spiaggia che in montagna. Si è creato veramente un bel gruppo ed in tanti si stanno aggiungendo. Nuove connessioni anche con persone che si sono traferite in città e conoscono poca gente, o tra persone con le stesse passioni ed interessi e che non si conoscevano, o con gli studenti Erasmus dato che tengo le lezioni in doppia lingua. Per tutti coloro che volessero informazioni o volessero aggiungersi alla community basta contattarmi tramite le pagine instagram di Siciy Yoga Escapes e “ARunCity”.
Qual è uno degli insegnamenti più importanti dello yoga?
“Lo yoga ti insegna il radicamento, quando tutto sta crollando sai dove restare: nel respiro. Una posa che pratico sempre, ad esempio, è quella dalla montagna, molto semplice…ovvero in piedi. Radicamento, solidità mente, e soprattutto affidamento sulle nostre forze. Mi sono reso conto che in passato ho sempre pensato che andare di corsa, di fretta, fosse la casa più giusta ed invece ho scoperto con enorme piacere che anche con i momenti di silenzio si può trovare la serenità. A volte less is more. Lo yoga te lo puoi portare mentre sali le scale, mentre sistemi casa, mentre guidi, mentre cammini, insomma lo yoga non prevede solo pose plastiche. Si parla tanto di qui ed ora, e lo yoga è una pratica che ti fa ritornare nel presente.
Tre motivi per praticare yoga…
“Per migliorare il proprio benessere psicofisico, per raggiungere una migliore connessione con sé stessi e con gli altri, e per entrare a far parte di una community fighissima.”
Cos’ è invece l’“ARunCIty” 5k Social Run + BootCamp?
“E’ una cora cittadina. Quando si parla di social run ci si riferisce ad un evento di comunità, dove l’obiettivo è il divertimento, l’espressione con il movimento, creando dinamicità sia interna che esterna, ma anche poter conoscere nuova gente, facendo, perché no, un po’ di chiasso in città con tanta tanta musica. Si tiene la domenica mattina e solitamente si parte alle 10.15 dal Bar Nice e dopo un’oretta circa di attività, tra le vie del centro storico e le piazze iconiche messinesi, si ritorna al punto di partenza per far colazione e rilassarci tutti insieme. Non è una vera e propria corsa ad altissima intensità, è un evento accessibile a tutti, e sono previsti degli stop, che serviranno anche per dedicarsi ad un mini workout di cinque minuti da eseguire singolarmente o in coppia. La corsa è un’attività molto importante, anche solo come semplice movimento: stimola le endorfine, migliora l’atteggiamento nell’ affrontare la quotidianità, può diventare un’abitudine che ti porta a scandire la giornata, migliora il funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio. Correre rasserena, distende ed aiuta a smaltire lo stress, a volte si può parlare di vere e proprie corse chiarificatrici: se hai qualche peso di troppo metti le scarpette e fatti una bella corsetta. In questo caso, inoltre, rappresenta anche un’occasione per creare socializzazione, che può essere molto utile per i fuorisede, per chi ha voglia di uscire dalla propria zona di comfort, o per chi ha voglia di conoscere nuove persone con cui condividere la passione per la corsa, dato che non esistono molti gruppi di running a Messina. Occasioni del genere per me sono state fondamentali quando vivevo a Londra, ad esempio, perché mi hanno portato a creare tantissime nuove connessioni.”