I dipendenti di Messinambiente assaltano il Comune dopo la notizia dell’imminente fallimento della municipalizzata. La ferale notizia è stata recapitata dall’ufficiale giudiziario martedi 17 gennaio, negli uffici di via Dogali: sarà il presidente della seconda sezione civile del tribunale di Messina, Giuseppe Minutoli, a scrivere il futuro della partecipata che per il Comune di Messina si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Nel frattempo, in aula è in discussione la delibera di creazione della NewCo MessinaServizi Bene Comune.

AGGIORNAMENTO ORE 12:30

La tempesta si è rivelata  un venticello, l’occupazione temuta non c’è stata, il presidente del consiglio Emilia Barrile ha messo tutti d’accordo: domattina, i sindacati saranno convocati in commissione per la calendarizzazione dei lavori d’aula, che dovrebbero portare al voto del consiglio sulla creazione della nuova MessinaServizi bene Comune. Messinambiente, attualmente, è gravata da debiti per oltre 76 milioni, 58 dei quali sono con il fisco e l’erario. C’è anche un pignoramento esecutivo, da parte dell’Agenzia delle entrate, per trenta milioni di euro per tasse e tributi non pagati negli anni passati. Un’eventuale dichiarazione di fallimento, complicherebbe le cose anche per la nuova società, per la quale era previsto il transito dei mezzi oggi in forza a Messinambiente: in caso di fallimento, tutti gli asset dell’attuale partecipata entrerebbero nella massa attiva da liquidare per il soddisfacimento del creditore, lasciando così sguarnita la nascitura MessinaServizi bene Comune. 

AGGIORNAMENTO ORE 12:01

Un dipendente, Mario Crottogini, prende il microfono e avverte l’amministrazione: “Come sempre ci siamo ridotti all’ultimo. Vi siete ridotti all’ultimo. Ma toglietevi dalla testa che di teste nostre ne possa saltare anche solo una. Noi restiamo qui, trovate una formula burocratica come la trovate per tutte le altre sciocchezze. Altrimenti andate a casa”. Applausi a scena aperta dei dipendenti. 

Letterio D’Amico della Fit-Cisl: “Ci state dando decine di spiegazioni assolutamente inutili, a questo punto pretendiamo di sapere. Chi rema contro Messinambiente? chi non vuole che si crei la nuova società?”

La replica dell’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua: “Questa amministrazione ha fatto tutto alla luce del sole, parlando decine di volte con lavoratori e sindacati. È un problema regionale, per cui si parla di SRR non sa cosa sta dicendo. Se entrasse in funzione creerebbe un buco maggiore di quello creato dalle Ato, oltre due miliardi di euro”, ha spiegato l’assessore rispondendo ai consiglieri ed ai lavoratori che accusavano l’amministrazione di immobilità sul tema. “garantiamo il transito di tutta la forza lavoro da Messinambiente alla nuova società, lo prevede la legge”, ha poi aggiunto, tranquillizzando i dipendenti della partecipata.

 

 

Il giudice delegato deciderà dell’istanza di fallimento depositata dall’Agenzia delle entrate, creditrice di una trentina abbondante di milioni di tasse mai versate negli anni da Messinambiente.
Un provvedimento che era nell’aria da tempo. Da quando, cioè, il giudice delle esecuzioni Antonino Orifici aveva rigettato l’opposizione della partecipata al maxi pignoramento disposto dalla stessa Agenzia delle entrate, mandando tutte le carte alla Procura. E la procura ha deciso: convocate le parti, l’8 febbraio dichiarerà molto probabilmente il crac della partecipata, fallita in fatto e, dalla prima settimana di febbraio, anche in diritto.

 

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