MESSINA. Ogni giorno i turisti lo guardano, mentre i messinesi camminano distratti dribblando la folla e i venditori. Eppure, l’orologio astronomico del Campanile del Duolo di Messina, a un passo dagli 86 anni (fu inaugurato il 15 agosto 1933), meriterebbe più attenzione, al netto di prese di posizioni ormai un po’ rétro (“È pacchiano, di pessimo gusto!”), perché Teodoro Ungerer, che concepì il meccanismo, volle dare all’insieme una significazione simbolica legata al moto ascensionale dello spirito umano, distribuendo le parti in quattro tetralogie idealmente poste ai bracci di una croce.

Tetralogie

 

LA BASE DELLA CROCE. Riguarda la Cosmografia e occupa il lato destro del Campanile. Il quadro più basso è occupato dal Calendario perpetuo, con gli anni, i mesi e i giorni (la statua di un angelo indica quello esatto). All’esatto opposto, il quadro più alto è un Planetario con i pianeti (posizionati in proporzione esatta rispetto alla distanza reale) che girano attorno al sole. Dal loro movimento si deduce anche il segno zodiacale corrente (sono tutti raffigurati). Al di sopra, al centro di quattro finestre, il globo della luna che, ruotando, ne riproduce le fasi.

 

 

PARTE ALTA. Protagonista è la tetralogia dedicata alla Redenzione, tutta raggruppata nel quadro che entra in azione dopo Dina e Clarenza, il Leone, il Gallo e l’episodio della costruzione della chiesa di Montalto. Le scene variano a seconda del periodo dell’anno: Adorazione dei Pastori (da Natale all’Epifania), Adorazione dei Magi (dall’Epifania alla Pasqua), Resurrezione di Cristo (dalla Pasqua alla Pentecoste), Discesa dello Spirito Santo (dalla Pentecoste a Natale).

Da Natale allo Spirito Santo

 

BRACCIO DESTRO. La tetralogia è dedicata alla Storia sacra e a quella profana, incrociando Dina e Clarenza (le eroine del Vespro Siciliano che battono le ore e i quarti e avviano il mezzogiorno del Campanile) con l’Ambasceria dei messinesi alla Vergine (episodio da cui discende il culto della Madonna della Lettera, ultimo quadro ad animarsi e il più spettacolare) e il Miracolo della colomba che indica la costruzione della chiesa di Montalto (fatto anch’esso legato al Vespro e quarto quadro ad animarsi dopo le dodici).

 

 

BRACCIO SINISTRO. Esattamente all’opposto dell’altra, che parla del divino, questa tetralogia è dedicata agli Abitanti della Terra, animali e uomini: il Leone, simbolo della forza (concepito tecnicamente da Frédéric Klinghammer, che prende spunto da alcune raffigurazioni antiche che associano al vessillo della città il motto latino “Fert leo vexillum Messanae cum Cruce signum”) e il Gallo (che rappresenta l’intelligenza e l’operosità), da una parte, e le Età dell’Uomo e I giorni della settimana, dall’altra. Il Leone e il Gallo, a mezzogiorno, entrano in scena dopo Dina e Clarenza. Diverso, invece, il discorso per le quattro Età dell’uomo (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia) che ogni quarto d’ora, ai tocchi delle eroine dei Vespri, avanzano lentamente con il passo cadenzato dal movimento della falce della Morte al centro del quadro. Per quanto riguarda i giorni della settimana, si tratta di una scena sempre in movimento, anche se è impossibile percepirlo: il quadro vede sfilare sette carri che simboleggiano i giorni: Domenica (carro tirato da un cavallo e guidato da Apollo), Lunedì (carro tirato da un cervo e guidato da Diana), Martedì (carro tirato da un cavallo è guidato da Marte), Mercoledì (carro tirato da una pantera e guidato da Mercurio), Giovedì (carro tirato da una chimera e guidato da Giove), Venerdì (carro tirato da una colomba e guidato da Venere) e Sabato (carro tirato da una Chimera e guidato da Saturno). Il quadro con i giorni della settimana è il più basso del Campanile. Curiosità: Da anji, al Leone è rovinata a terra la bandiera, tuttora non rimessa al suo posto.

 

 

QUALCHE CURIOSITÀ. Una riproduzione in miniatura dell’orologio del Campanile del Duomo si trova al Museo della Tecnica di Berlino. Il periodo nero dell’orologio iniziò negli anni Settanta (paradossalmente ad opera della stessa ditta Ungerer), quando l’originale “colonna sonora” fu sostituita con un nastro registrato. I canti del Gallo e del Leone, infatti, nel meccanismo erano prodotti dallo sfregamento delle parti meccaniche, una finezza tecnica cancellata d’un botto. Non solo, sempre all’intervento risale l’uso di motoriduttori per il movimento delle macchine che, in seguito, hanno creato problemi alla struttura. Dal 1945 al 1970, invece, il meccanismo fu sotto le cure costanti di Antonino Maria Ardizzone, che all’orologio dedicò la vita anche dopo essere stato sollevato dall’incarico.

 

Subscribe
Notify of
guest

1 Comment
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Antonio Canepa
Antonio Canepa
17 Marzo 2019 22:40

Questa spiegazione e’ falsa. Fa parte della cancellazione sistematica della Storia del Popolo Siciliano.