MESSINA. Riparte l’anno associativo del gruppo Scout Agesci Messina13, con tantissimi bambini e ragazzi che hanno preso parte all’Eucarestia presieduta dal nuovo parroco Fra Francesco La Porta. Gremita la Parrocchia di Pompei retta dai Frati Cappuccini, colorata dall’azzurro delle divise. Prima della benedizione Fra Francesco ha dato una benedizione speciale ai Capi, responsabili della formazione dei ragazzi.
A fare parte della Comunità Capi tre frati: Fra Francesco, Fra Natalino Fiorilla e Fra Giuseppe Maggiore dei Frati Minori, conosciuto come FraPè.
«I ragazzi – si legge quotidiano di ispirazione cristiana e francescana il Sycomoro – hanno partecipato con molto interesse a tutte le attività, in maniera particolare al momento dei passaggi, dove incuriositi aspettavano il cambio dei capi nelle varie unità. Il momento più atteso è stato il passaggio dei capi ai lupetti. Uno staff totalmente nuovo, a parte Martina Santoro, al quale si sono aggiunti capi di esperienza, anche se giovani, come Daniele Caliri e la moglie Agnese, accompagnati dai loro piccolini Andrea e Anna, per poi essere raggiunti da due capi alla prima esperienza ma con tanta voglia di mettersi in discussione e scommettersi: Rosario Ciccolo e Viviana Trocino, assistente Fra Francesco».
Il Reparto è affidato a Giuliana Romeo e alla “colonna portante” del Me13 Tanino Parlato. Ad accompagnarli Marco Ferretti, Benedetto Quinci, Viviana Grosso e Antony Sturniolo. Un altro staff giovane affiancato da capi d’esperienza è quello che seguirà le scolte e rover in Branca R/S: Davide Scuderi, Graziana Crescente, Simone Giannetto, Laura D’Amico e Michele Salvo.
«Ad accompagnare i bambini nei Castorini – si legge ancora – si occuperà tutta la comunità. Una Comunità inserita in un contesto parrocchiale ed ecclesiale, matura e formata, pronta ad accogliere bambini a partire dai cinque anni per accompagnarli sino alla fine del percorso scout che termina a circa vent’anni con la Branca R/S. Una comunità che si confronta e che sa mettersi in discussione per camminare tutti insieme per far capire ai piccoli e ai ragazzi che i capi non svolgono un lavoro autonomo, ma fanno parte di un grande cerchio che è la Comunità, proprio per evitare l’autoreferenzialissimo, il narcisismo ed evitare tutto ciò che è di intralcio alla vita comunitaria, alla famiglia, alla società e alla Chiesa. Ma imparare a considerare l’altro fratello non come nemico e accettarlo anche se ha un’opinione diversa da me, perché chi non è con me non è contro di me, ma è semplicemente diverso da me. La comunità cresce proprio nella diversità che è ricchezza… proprio come il gruppo Scout Me13».