MESSINA. Separati in tutta l’Italia, ma conviventi a Messina. In riva allo Stretto, la burrasca che ha travolto il Pd trova una zona di sereno: la sede storica dell’ex Pci di via Castellammare. Come nel celebre episodio degli auguri di Natale tra le truppe che durante la Prima Guerra mondiale lasciarono le trincee per festeggiare insieme la nascita di Cristo, così, nelle stanze che furono di Pancrazio De Pasquale, gli aderenti del Pd e quelli di “Articolo 1 Movimento per la Democrazia” hanno iniziato una pacifica convivenza.
Autore del “miracolo”, Angelo Libetti, l’ex compagno incaricato di gestire l’immobile in pieno centro che mai, per evitare di far apparire troppo a sinistra, diventò sede del Partito democratico per volontà dell’ex leader Francantonio Genovese (oggi Forza Italia), il quale diede alla forza politica locali di sua proprietà in cambio di una pigione da 1.500 euro al mese.
In questi giorni, gli aderenti di Mpd stanno ordinando i locali messi a disposizione, archiviando i documenti e le testimonianze del Pci messinese, come attestano le foto di Domenico Siracusano che pubblichiamo. (continua dopo le foto)
L’acquisto della sede si deve ai “Compagni” e all’ex vicepresidente dell’Ars Gioacchino Silvestro. Il loro obiettivo era riuscire ad acquistare l’intero primo piano di tutto l’edificio, ancora non sopraelevato come oggi. Con la contribuzione volontaria, si conquistò il primo nucleo, quello che rimane ancora oggi, fino ad arrivare a comprare tutto, complice la morte della proprietaria di un appartamento sulle cui condizioni di salute ci si informava costantemente. Il Pci, però, fece un errore, non comprando le botteghe che, col tempo, si sarebbero rivelate di maggior valore. Nel corso degli anni, il Partito sopraelevò l’edificio sul fronte principale (che si affaccia sulla chiesa dei Catalani), incontrando anche qualche critica, e mise in vendita la parte posteriore.
Il Palazzo, per decenni attribuito a Gino Coppedè, ma realizzato nello stile del celebre architetto dall’ingegnere Interdonato, presenta rilievi, gargouilles e inferriate decorate che si fondono in un tessuto architettonico che richiama l’epoca medievale.