MESSINA. Il comune di Messina si affiderà ad Innovabic per rastrellare fondi europei, comunitari, regionali e nazionali per lo sviluppo del territorio, e per farlo pagherà alla società 150mila euro nel 2017, 180mila nel 2018 e 210mila euro nel 2019 (e per altri tre anni), con fondi Pon Metro e Masterplan, affidandogli servizi “in house providing”. Lo ha deciso la Giunta e sancito il Consiglio comunale una settimana fa.

A Palazzo Zanca si è deciso quindi di “giocare in casa”, visto che Innovabic è partecipata (al 33%, corrispondenti a 23.526 euro) dal Comune: una partecipazione della quale negli anni (risale al 1994) non si era mai esattamente capita l’utilità.

Anche perchè, la partecipata è in liquidazione: sul sito internet dell’azienza, infatti, si legge che “La Innova BIC S.r.l., dal 18 Settembre 2017, data di riunione dell’Assemblea dei Soci, cambia la propria ragione sociale in Innova BIC S.r.l. – in liquidazione, essendo stata definita la messa in liquidazione della società”.

Meno di venti giorni fa, alla stessa InnovaBic il Comune aveva assegnato il progetto per la realizzazione di un centro per l’imprenditoria giovanile per la formazione, orientamento e animazione per un totale di 420mila euro, mentre ad inizio mese, per poco meno di mezzo milione di euro, la partecipata aveva ricevuto incarico di svolgere servizi connessi al piano, finanziato col Pon Metro, di “azioni integrate di supporto tecnico gestionali e giuridico-amministrative alle procedure per la scelta del contraente”. Un anno fa, le era stato assegnato, per qualche spicciolo in meno di 60mila euro, un altro servizio, di “assistenza tecnica e supporto agli uffici per l’acquisizione e gestione di finanziamenti e l’ottimizzazione della procedure connesse alla gestione di servizi a domanda individuale”.

Ma anche nel 2010, Innovabic era stata destinataria di incarichi “in house”: 192mila euro per assistenza alla progettazione su fondi comunitari, per esempio. Negli anni, d’altra parte, l’essere proprietario per un terzo di InnovaBic non sembra aver giovato particolarmente a Palazzo Zanca: all’interno del sito, si apprende che per il comune di Messina, Innovabic ha assistito l’ente per la ” la realizzazione di uno studio di fattibilità di un complesso piano di sviluppo turistico che prevede l’insediamento di nuove strutture ricettive e di servizi in un’area del territorio comunale”, e per la “redazione delle schede di ricognizione progettuale, previste per usufruire dei fondi dell’Accordo di Programma Quadro (APQ) Energia, e della successiva presentazione delle stesse al dipartimento della Programmazione della Regione Siciliana”. Nient’altro.

C’è bisogno dell’aiuto “in house ” della partecipata per rastrellare finanziamenti? Probabilmente si: con il sostegno di Innovabic, il Comune tenterà di non replicare il mezzo disastro che si è verificato durante il settennato 2007/2013, quando sugli 817 milioni, che sarebbero dovuti andare ad alimentare 1837 progetti, i milioni effettivamente pagati sono stati 463,4, segno che quasi metà dei progetti finanziati con fondi comunitari non sono stati ultimati (o addirittura non sono nemmeno partiti). Buona parte di quei progetti è stata riammessa a finanziamento nel settennato attuale, 2014-2020. Attraverso i fondi di coesione, infatti, in riva allo Stretto sono infatti programmati 1755 interventi per 864 milioni di euro. Di questi milioni, 634 sono già stati pagati.

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments