MESSINA. Sempre più donne si dedicano alle Costruzioni, alle Attività professionali, scientifiche e tecniche, alle Attività finanziarie e assicurative, all’Istruzione e ad Altre attività di servizi, abbandonando quelle legate al Commercio, all’Agricoltura, silvicoltura e pesca, ai servizi di alloggio e di ristorazione, che pure sono quelli che vantano il maggior numero di imprese rosa attive. È quanto emerge dai dati elaborati dall’ufficio Statistica della Camera di Commercio di Messina, che evidenzia come si chiuda con un saldo positivo di 149 unità l’anno 2021 delle imprese in rosa della provincia messinese. Un trend migliore rispetto a quello dell’anno precedente (nel 2020, il saldo era +107), ma con un tasso di crescita, in ogni caso, molto basso: 0,39%.

Secondo le rilevazioni effettuate da Movimprese, nello scorso anno, a fronte di 702 nuove iscrizioni, sono state denunciate 553 cessazioni, che hanno portato lo stock complessivo di imprese a 14.786, concentrate per lo più nel settore del Commercio (4.447), dell’Agricoltura, silvicoltura e pesca (1.827) e dei Servizi di alloggio e ristorazione (1.383).

In tutti e tre i settori il saldo tra iscrizioni e cessazioni è, comunque, negativo: -92 nel Commercio; -13 Agricoltura, silvicoltura e pesca; -23 Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione. Stessa cosa per gli altri settori, tutti chiudono il 2021 con un saldo tra aperture e chiusure negativo o pari a 0, ad eccezione per il settore delle Costruzioni (761 nel 2021, 720 nel 2020) dove si rileva un +16 (nel 2020, era -3), per quello delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+1 nel 2021, + 6 nel 2020), per Attività finanziarie e assicurative (+7 nel 2021, -4 nel 2020), per Istruzione (+1 nel 2021, – 4 nel 2020) e  per Altre attività di servizi (+14 nel 2021, -11 nel 2020).

«Un quadro provinciale che, a una prima lettura, non sembra molto dissimile da quello dell’anno precedente – afferma il presidente della Camera di commercio di Messina, Ivo Blandina – ma l’analisi va fatta tenendo presente che i timidi segnali di ripresa vanno letti considerando anche gli aiuti pubblici, le agevolazioni e i ristori, seppur inadeguati e certamente tardivi. La situazione delle imprese femminili riflette quanto già rilevato nel dato complessivo dell’andamento economico del territorio: uno scenario già debole, ulteriormente compromesso dagli effetti devastanti della pandemia».

«Le imprese femminili in Italia hanno un notevole peso – aggiunge la segretaria generale dell’Ente camerale, Paola Sabella – nell’anno 2021, sono 1.342.703, più di 1/5 del totale delle imprese, con un tasso di femminilizzazione pari al 22,1%. L’incidenza del terziario sul totale delle aziende in rosa è pari al 66,8%. Sono concentrate, soprattutto, nei settori del Commercio, Turismo, Altre attività di servizi, Istruzione, Sanità e assistenza, Agricoltura. La crescita registratasi negli ultimi 5 anni è stata pari a +1,6%, ma la crisi pandemica ha interessato anche le imprese femminili, registrando una contrazione nel numero di iscrizioni: la variazione della percentuale delle iscrizioni negli anni 2020/2019 è pari a -21% e nel biennio 2021/2019 pari a -12%».

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments