MESSINA. La città di Messina si è dotata di un piano urbano della mobilità sostenibile: il documento, abbreviato nell’acronimo Pums, ieri, lunedì 17 giugno è stato votato favorevolmente dal consiglio comunale. A prendere parola sulla novità numerosi consiglieri ed esponenti politici, che commentano la posizione assunta dal Civico consesso positivamente o negativamente.
«L’amministrazione comunale è zoppa – commenta il consigliere comunale del Gruppo Misto Cosimo Oteri, dopo la votazione in Aula sul PUMS, passato grazie ai voti del PD e di Ora Sicilia – Questo è il dato politico che scaturisce dopo la votazione, ma non ha una sola stampella chiamata PD bensì due, perché anche i colleghi di Ora Sicilia si sono schierati a favore di una delibera che porrà sotto sequestro il centro della città. Tutte le città d’Italia possono servirsi di strumenti di mobilità sostenibile, ma questo PUMS fa acqua da tutte le parti – spiega Oteri – perché concentra la strategia sulla chiusura di strade e la realizzazione di piste ciclabili promiscue in ogni dove, quando sarebbe stato opportuno trovare un equilibrio che rispettasse il tessuto economico e sociale cittadino. La transizione ecologica la vogliamo tutti, ma non deve diventare respingente per la cittadinanza. Se si perdono aziende e posti di lavoro perderemo anche il cittadino e, quindi, anche la transizione ecologica stessa. Ritengo che il processo di transizione verde debba sì avvenire, ma in modo equilibrato e ragionevole. Sostenibilità ambientale – conclude Oteri – ma insieme alla sostenibilità economica e sociale».
«L’ approvazione del Pums è sicuramente un qualcosa di molto positivo e di innovativo per la città di Messina, però anche questa rischia di essere una cattedrale nel deserto – commenta Salvatore Grosso presidente provinciale di Azione – Non avendo un vero e proprio piano turistico- spiega- intercettando i turisti, creando delle attrazioni o sponsorizzando meglio quello che di bello già abbiamo, e con il calo demografico ed economico che Messina sta subendo, si rischia di fare un buco nell’acqua non tutelando i commercianti presenti nelle vie cittadine. Altre città – continua – come Bologna, Firenze o città più piccole come Ferrara, Pesaro o Fano hanno integrato perfettamente le vie commerciali con le varie attrazioni turistiche affinché i turisti dirigendosi verso l’attrazione possono soffermarsi nelle varie attività che sussistono nelle vie principali della città. Ecco cosa intendo con turismo integrato, un turismo che possa essere conveniente e andare incontro alle esigenze di tutti. Il commerciante che si lamenta della ZTL o dell’isola pedonale lo fa perché non ha un introito alternativo alla sola vendita al cittadino. Quindi affiancato al PUMS bisogna realizzare e concretizzare un vero piano economico- turistico per i commercianti che rischiano di subire inevitabilmente un calo economico, non tanto perché i cittadini Messinesi non possono parcheggiare vicino all’attività, ma per il calo demografico ed economico che Messina sta vivendo e poi a una mancanza di vero turismo nelle vie commerciali principali. Insomma – conclude Grosso – Messina non può permettersi un Duomo in ogni luogo, ma un’alternativa creando turismo anche in altri luoghi della città integrandolo con il nuovo piano di viabilità si può e si deve realizzare. Bisogna creare i presupposti e poi pensare a come gestirli meglio, purtroppo ad oggi mancano proprio i presupposti. Quindi bene l’approvazione del Pums ma ora si pensi ad approvare un piano economico-turistico degno delle potenzialità della nostra città».
«Chi ha approvato il PUMS in Consiglio Comunale se ne assuma la responsabilità davanti alla città. La maggioranza non sarebbe riuscita ad approvare il PUMS se non avesse ricevuto l’aiuto del Partito Democratico e di alcuni sedicenti esponenti dell’opposizione che si sono dimostrati ancora una volta “stampella” dell’Amministrazione – ha scritto su Facebook, invece, Dario Carbone (Fratelli d’Italia) – È normale secondo voi che i rilievi di traffico che hanno portato alla predisposizione di questo piano che stravolgerà la nostra Messina siano stati effettuati nel febbraio 2021 in piena emergenza Covid quando la Sicilia “ballava” tra la zona rossa, arancione e gialla? È normale secondo voi che le indagini sul territorio siano state effettuate intervistando soltanto 121 cittadini in piena emergenza covid e senza tenere conto delle opinioni degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e dei loro genitori che giornalmente li accompagnano a scuola proprio perché queste interviste sono state effettuate quando a causa dell’emergenza Covid a scuola non si andava? È normale secondo voi che nel “BiciPlan” allegato al PUMS siano proposte e programmate piste ciclabili in ogni dove, da Santa Lucia sopra Contesse a Santo Stefano Briga passando per Gravitelli, Camaro, Tremestieri, Larderia, Zafferia, Boccetta, Castronovo? C’è già stata una prova rappresentata dal totale inutilizzo delle piste ciclabili del centro. Cari concittadini, quanti ciclisti avete visto circolare negli appositi spazi a loro riservati seguendo pedissequamente il percorso tracciato? È normale secondo voi non tenere conto delle peculiari esigenze del tessuto economico messinese e delle attività imprenditoriali per cui è diventano impossibile da un lato anche il carico/scarico e dall’altro – per i fruitori – parcheggiare (regolarmente, s’intende) nelle zone dedicate al commercio nel centro città? È normale secondo voi, prima di approvare un piano strategico e votare con coscienza, non essere a conoscenza delle intenzioni dell’Amministrazione in ordine alle zone a traffico limitato? Potrà un paziente di uno studio fisioterapico o medico accedere con facilità alle proprie cure? Potrà un cliente di uno studio legale o commerciale accedere ai locali del proprio professionista di fiducia? Potrà un cittadino che vuole acquistare un bene o un servizio in un negozio del centro farlo senza rischiare una multa o contravvenzione? Ad oggi non è dato saperlo».