MESSINA. “Era ora che ci affrancassimo da questo asservimento che non ci ha portato, da anni, alcun vantaggio. Che senso ha farci aprire alle visite la chiesa dei Catalani, o degli Alemanni, o San Giovanni di Malta, o palazzi e ville, o qualsiasi altro nostro bene culturale dai palermitani quando le possiamo benissimo aprire noi? Era ora di finirla con questo sfruttamento e colonialismo che ha portato a Messina solo elemosine agli operatori culturali messinesi che si sono impegnati con professionalità dalla mattina alla sera”.

È il commento con cui Nino Principato, consigliere d’amministrazione del teatro Vittorio Emanuele di Messina e appassionato di storia cittadina, ha accolto la notizia che per il 2021 Messina non sarà inserita tra gli itinerari de “Le vie dei tesori”.

“Le Vie dei Tesori” nacque nel 2006 a Palermo, da un gruppo di giornalisti e operatori culturali palermitani, un’Associazione onlus che, oltre al presidente, si compone di un team di 27 persone che non credo prestino la propria opera a titolo gratuito e solo per l’amore per la Cultura (del resto, non ci trovo nulla di male perché le prestazioni è giusto che siano pagate)”, ricostruisce Principato. “Il punto non è questo ma è quello che questa città soffre della “Sindrome di Stoccolma” e allora ama chi viene da fuori per sfruttarne le sue potenzialità, non essendo in grado o non avendo la voglia di essere lei la protagonista della sua Storia. E allora, io e alcuni amici operatori culturali ci siamo rotti le scatole: è ora che siano i messinesi e solo i messinesi a gestire le proprie cose e se c’è un guadagno, questo vada ai messinesi. In sinergia con l’Assessorato alla Cultura e con la Soprintendenza, se ci riusciremo dati i tempi strettissimi e covid permettendo se rientreremo in zona gialla, vareremo un programma di visite non soltanto ai monumenti conosciuti ma anche a quella che abbiamo definito “Messina segreta”, da replicare ogni anno. Speriamo bene (il progetto di Museo del Cinema di Messina all’ex Irrera a Mare va avanti). A presto (speriamo)” conclude il consigliere d’amministrazione del teatro.

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Anonimo
Anonimo
12 Maggio 2021 21:39

Certo, che senso ha far conoscere la nostra città?
Messina ormai è al livello più basso della sua storia punta ancora a scendere.
Allo stato attuale non ci vorrebbero nemmeno in Calabria.