MESSINA. Quella di Messina è una delle province in cui si commettono meno reati in Italia: la provincia dello Stretto è 81esima (su 106 province) per indice di criminalità, con 16.624 denunce totali presentate nel 2023 (2.779 denunce ogni 100mila abitanti). Sono i dati riportati da Lab24 del Sole 24 Ore, che ha stilato la graduatoria sulla base dei delitti “emersi” in seguito alle segnalazioni delle forze dell’ordine (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato , Polizia Penitenziaria, DIA, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Guardia Costiera).
Il risultato è frutto di estremi: maglia nera per le rapine in banca, al sesto posto in Italia, con 3 denunce, e “podio” per i furti in abitazione (107esima) con 430 casi. Le posizioni malauguratamente più “alte” in graduatoria poi Messina le occupa per gli omicidi colposi da incidente da lavoro (15esima) e tentati omicidi (18esima), mentre il campo in cui nella provincia si delinque di meno è quello dello sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile (97ma).
Dove Messina se la cava “bene” è nella macrocategoria dei furti (93ma in Italia) e delle rapine (81ma, anche se va male come detto nelle rapine in banca) e, stranamente, usura (79mo posto): emerge qui una bizzarria, per cui Messina è tra le prime per associazione per delinquere e associazione di stampo mafioso (15ma e 14ma rispettivamente), ma tra quelle in cui c’è meno usura, che è uno degli strumenti tipici delle associazioni mafiose poco strutturate come quelle messinesi. L’altro è la produzione e associazione per produzione o traffico di stupefacenti che infatti sono reati commessi in maniera massiccia (in entrambi i casi settima su 106 province italiane). Il dato degli incendi boschivi (46ma) è connaturato alla “mafia dei campi”, quella rurale.
Nel 2023 in provincia sono aumentati gli omicidi volontari e colposi, lo sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, gli incendi boschivi, i furti e lo spaccio di stupefacenti. Aumentano anche associazione per produzione o traffico di stupefacenti, i delitti informatici, associazione a delinquere e di tipo mafioso, contraffazione di marchi e prodotti industriali, l’usura e la violazione alla proprietà intellettuale. Diminuiscono invece le violenze sessuali (con 49 denunce totali tra gennaio e giugno), i tentati omicidi, minacce, percosse, lesioni dolose e danneggiamenti, così come le rapine, le estorsioni e il contrabbando.
E nel resto della Sicilia? La provincia meno sicura risulta essere quella di Palermo, ventunesima in Italia. A seguire il secondo e il terzo posto sono occupati da Catania (24esima) e Siracusa (25esima). Tra le prime cento posizioni della classifica anche Trapani (46), Ragusa (55), Caltanissetta (57) e Agrigento (93). Centesimo posto (su 106) in Italia per Enna.