MESSINA. Il MuMe, museo regionale di Messina, è inserito tra le mete de Le vie dei tesori. Ma è aperto solo per una sezione. E la restante è fuori dall’itinerario. E si paga a parte.

Lo scorso anno la città dello Stretto mise insieme 14.365 visitatori, con l’exploit proprio del Museo regionale con 500 visitatori nell’unico giorno di apertura, quest’anno programmato per sabato 28 settembre. Giunti sul luogo, però, tantissimi messinesi hanno avuto una brutta sorpresa: “il sito, per scelta del Museo e per lungaggini burocratiche, è stato aperto solo per la zona archeologica“, hanno spiegato i rappresentanti de Le vie dei Tesori presenti all’ingresso.

Aggiungendo che, su insindacabile disposizione del Museo, sarebbe stato possibile accedere all’intero complesso solo acquistando un ulteriore ticket di 8 euro per chi aveva già dovuto acquistare il coupon per la normale visita del sito. In tutto questo, nessuna comunicazione preventiva né da parte dell’organizzazione né da parte di chi ha messo a disposizione l’area di certo più importante dell’intera manifestazione.

Tantissimi i messinesi che, giunti sul viale della Libertà, hanno poi preferito recarsi in un altro dei siti ancora disponibili per l’ultimo weekend della manifestazione che si è svolta dal 13 al 29 settembre. Chi, invece, si è in qualche modo accontentato nonostante avesse pagato il coupon, ha potuto visitare l’area archeologica insieme ad una giovane studentessa di Archeologia dell’Università degli Studi di Messina, l’unica guida presente in quel momento, anche rimproverata da parte dei custodi del Museo proprio per l’assenza delle sue colleghe.

Una visita che sarebbe dovuta durare 60 minuti, come prospettato sui canali ufficiali dell’organizzazione, ed è invece durata poco meno di un terzo del tempo. Se all’interno del Museo l’aria condizionata è stata regolarmente funzionante, poi, nell’area archeologica era invece spenta, con i pochi visitatori che hanno anche dovuto patire la beffa oltre al danno in una giornata di caldo intenso in città.

Nessun membro del Museo regionale ha pubblicamente  spiegato l’inconveniente all’ingresso, con i visitatori che però non hanno perdonato questa importante disattenzione: se erano stati più di 500 quelli che nel 2018 avevano visitato il sito, alle ore 12 di sabato erano appena 22. (Qui i visitatori – pochi – del Museo messinese nel 2018)

Due Caravaggio e due Antonello: non sono tanti i musei che possono vantare questi capolavori nelle loro collezioni. Tra questi c’è il Museo regionale di Messina che ha restituito al pubblico un sito completo e all’avanguardia, inserito in un parco museale di oltre 17 mila metri quadrati che ospita i reperti estratti dalle macerie del terremoto del 1908″, scriveva l’organizzazione de Le vie dei Tesori sul proprio sito. Ma i tanti turisti accorsi, anche stranieri, non hanno potuto godere di nulla di tutto ciò, preferendo andare altrove dopo aver pagato invano.

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