MESSINA. A Messina il 14% dei giovani abbandona la scuola. Il 28% è un neet, l’acronimo inglese di “Not in Education, Employment or Training” (Non in istruzione, lavoro o formazione), che identifica i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi. È quanto emerge dagli studi di OpenPolis, sulla base della raccolta dati rilasciati da Istat per la Commissione periferie.

Nel comune di Messina secondo i dati la quota di giovani adolescenti è in linea con la media nazionale (che è 9,6%). Gli abitanti che hanno tra 10 e 19 anni sono infatti il 9,5% sul totale dei messinesi, si parla di circa 21mila adolescenti sparsi lungo tutto il territorio (dati aggiornati al 2021ndr.). Sul territorio l’area con più adolescenti è la seconda circoscrizione, dove sono il 10,4% del totale. Mentre quella con meno giovani è la sesta circoscrizione (dove sono l’8,7%).
Ma come vivono i giovani messinesi? L’area dove si registrano più famiglie in una condizione di potenziale disagio economico è quella della terza circoscrizione. Da Gazzi al centro città la quota di nuclei familiari con figli dove il tutore ha fino a 64 anni e non ci sono componenti occupati o pensionati raggiunge il 5,4%. Quota più alta della media comunale che si attesta sul 4,2%. Al contrario, nella circoscrizione IV le famiglie in questa condizione sono il 3,3%.
Secondo il report di OpenPolis: «La situazione socio-economica delle famiglie è un elemento ancora determinante nelle possibilità educative a disposizione dei più giovani. Una dinamica che può incidere in particolare sul fenomeno dell’abbandono scolastico». In città gli abbandoni precoci della scuola riguardano il 14,6% dei giovani tra 18 e 24 anni. Si tratta di persone che hanno lasciato la scuola con al massimo la licenza media, prima del diploma o di una qualifica. Dai dati emerge che a lasciare la scuola spesso sono principalmente figli di persone senza diploma (il 24,8% dei casi).

«La differenza di 10,2 punti percentuali nel confronto tra giovani con genitori senza diploma rispetto al totale di ragazzi e ragazze di 18-24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi è la seconda più elevata dopo quella rilevata per Cagliari (15,6 punti)» spiegano da OpenPolis.
La quota raggiunge il 20% nella terza circoscrizione, mentre risulta molto più contenuta nella sesta (8,4%). Tra i figli delle persone senza diploma, l’abbandono scolastico precoce si conferma più frequente nella terza circoscrizione (28,2%) e più limitato nella sesta (17%).
E chi lascia la scuola? I neet (ovvero ragazze e ragazzi che non studiano e non lavorano) sono circa il 28,1% dei giovani. Con differenze interne tutto sommato contenute: si passa infatti dal 32,8% fatto registrare nella circoscrizione III al 24,7% della circoscrizione IV. Com’è evidente, si tratta di valori piuttosto elevati.
«Nel contrasto di questi fenomeni la scuola, e in generale la comunità educante, possono avere un ruolo cruciale -spiegano nel documento- Ad esempio, l’apertura anche pomeridiana degli istituti può contribuire a limitare fenomeni di disagio sociale ed educativo. In questo senso un indicatore importante da monitorare è la quota di alunni che nelle scuole del territorio hanno accesso al tempo pieno, fin dalle elementari». Secondo i dati nelle primarie statali, la quota di studenti iscritti in scuole con il rientro pomeridiano è pari al 15,5% nel comune. Un’incidenza che varia tra la circoscrizione II, in cui la quota raggiunge il 34,2% e quella della circoscrizione VI, dove invece gli alunni iscritti in scuole a tempo pieno sono l’1,3%.



