«Una tale emergenza nel meridione – prosegue – impone alle imprese pubbliche una responsabilità sociale diversa e casomai il dovere di sopperire alla carenze occupazionali, no di proporre tagli, a maggior ragione laddove si tratti di una impresa che nuota negli utili; tenendo conto che la chiusura degli uffici prelude la perdita definitiva di occasioni occupazionali per il futuro. Come abbiamo ribadito più volte (si veda una mia precedente interrogazione, la n. 982 del 23 luglio 2019, sempre in tema di disservizi postali, laddove avevo evidenziato gravi, ricorrenti e prolungati disservizi nell’erogazione del servizio postale in ampie zone della città di Messina, sfociati in un procedimento penale) Messina e il Sud non possono perdere nessun posto di lavoro pubblico, né ricevere servizi non adeguati agli standard del resto del Paese. Il servizio postale universale è affidato, a fronte di un onere annuo pari a 262,4 milioni, a Poste Italiane S.p.A. che, in base a quanto stabilito dal contratto di servizio, è tenuta a garantire l’erogazione della prestazione “su tutto il territorio nazionale” al fine di assicurare, “senza alcuna discriminazione”, la “coesione sociale”, per cui la chiusura degli sportelli sottrae un presidio essenziale per l’erogazione del servizio universale, che non si articola solo nella consegna della posta, ma anche attraverso una rete capillare di sportelli che erogano servizi soprattutto di accettazione postale, utilizzati in prevalenza nelle periferie dalle fasce più deboli della popolazione».
«Abbiamo interrogato, pertanto – conclude De Domenico- l’assessore Scavone, affinché si adoperi per evitare l’ennesimo ridimensionamento operativo nella nostra città di una grande azienda, che rappresenta, inoltre, un grave danno sociale, in un contesto territoriale già caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione, laddove tale disimpegno appare, peraltro in contraddizione con le politiche di favore che Poste Italiane sta portando avanti nei piccoli comuni e che abbiamo apprezzato sotto il profilo delle refluenze economiche e sociali nei confronti di realtà territoriali marginali. Abbiamo, infine, chiesto all’assessore alle Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone e al governo regionale tutto, che deve fare la sua parte, quali iniziative intenda assumere, e in che tempi, al fine di indurre Poste Italiane S.p.A ad erogare, nell’ambito della città di Messina, prestazioni adeguate agli standard di efficienza stabiliti dal contratto di servizio, sollecitando, altresì un’attenta verifica del servizio attualmente erogato da Poste italiane S.p.A. nel territorio di Messina da parte del Ministero dello sviluppo economico».