MESSINA. L’anno 2021, a Messina, è iniziato nel segno della “Madonna delle lacrime”, tirata in ballo in merito a un presunto patto che secondo Cateno De Luca sarebbe stato sottoscritto dal primo cittadino e dal Consiglio comunale. Il curioso dibattito sul tema è nato in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco nel corso di una trasmissione televisiva che non sono andate giù al presidente del Consiglio Claudio Cardile, il quale ha replicato con una nota ufficiale. «Non ho sottoscritto alcun patto con nessuno, dunque non esiste alcun documento», scrive Cardile, che qualche giorno prima aveva replicato duramente al sindaco dopo le nuove pesanti parole di De Luca rivolte a parte dei consiglieri (un copione trito e ritrito), accusati di averlo lasciato solo nella sua battaglia contro l’Asp di Messina: «Meglio essere omertosi. Questo clima di quasi mafiosità mi dà fastidio».

«A margine di una celebrazione eucaristica nella Chiesa Madonna delle Lacrime di Santo Bordonaro – specifica Cardile in merito al presunto “patto mariano” – fu proprio il parroco, Don Giuseppe Di Stefano, ad invitare il Sindaco ad utilizzare dei toni più sobri e istituzionali nei confronti del consiglio comunale, auspicando una collaborazione più proficua per il bene della città».

Non si fa attendere la replica di De Luca, che dopo aver ricordato “il rapporto di lealtà che ho sempre avuto con il Consiglio” ed essersi scagliato contro la pratica dell’astensione “usata come voto contrario”,  è tornato sull’argomento in un post (in cui non sono mancati i soliti attacchi ai consiglieri, fra “commissioni consiliari poco utili”, “assenze strategiche ed improvvise dopo aver fatto maturare il gettone di presenza” e “non ho il tempo di fare il baby sitter politico”) in cui ribadisce, contro le parole di Cardile, l’esistenza del “patto”.
«A quanto pare – scrive il sindaco – a disturbare la pace natalizia del presidente Cardile sarebbero state alcune mie dichiarazioni, peraltro non nuove se non per il fatto di averlo in qualche modo tirato in ballo sul reale contenuto della “pace armata” tra giunta e consiglio comunale. Da qui la sua fatica di replicare e di farlo in fretta, per non rovinarsi anche l’Epifania. E nella fretta di smentire il Patto della Madonna delle Lacrime, stipulato 1 settembre 2019 e rinnovato 1 settembre 2020, ha dimenticato che il parroco citato da Cardile, don Giuseppe Di Stefano, ha avuto parole di elogio per questa Amministrazione Comunale e – di conseguenza – ha auspicato una maggiore intesa con il Consiglio anche per il tramite del suo presidente. Il resto sono battute ed interpretazioni, che non dovrebbero impressionare più di tanto, se non la espressa richiesta del presidente Cardile di non dare peso alle parole in libertà dei singoli consiglieri comunali in quanto alcuni oltre questo non sanno o non intendono fare. Ho sempre dato atto pubblicamente degli importanti risultati raggiunti anche grazie al lavoro svolto dal Consiglio Comunale. Ho sempre cercato di avere un rapporto costruttivo con tutti i consiglieri e con l’Aula nel suo complesso, ma non l’ho fatto, non lo faccio e non lo farò dando ragione a tutti! A mio modo di vedere, il rispetto non va confuso con l’ipocrisia. Dirsi in faccia cosa si pensa non è quindi una mancanza di rispetto (…) Non Intendo prendere gli ingiusti sputi di alcuni consiglieri comunali, che ormai approfittano sempre più del perbenismo del presidente Cardile che deve decidere una volta per tutte se sta dalla parte della città oppure vuole annichilirsi continuando a svolgere il ruolo di garante di una sola parte facendo saltare il principio cardine del patto della Madonna delle Lacrime».
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