MESSINA. Dopo il botta e risposta fra Nino Bartolotta e Cateno De Luca sulle somme spese nel “Patto per Messina”, nella discussione si inserisce anche MessinAccomuna (dato che il sindaco aveva tirato in ballo le presunte responsabilità della precedente amministrazione, senza nominarla), che espone la propria versione dei fatti.

Di seguito il comunicato stampa:

«Quando non sa cosa dire, ecco il ritornello: #cicuppaaccorinti. Dimentica che il primo a intervenire per recuperare il Masterplan è stato Accorinti, direttamente sul Ministro De Vincenti: ai nostri distrattissimi “deputatoni” era passato sotto il naso un piano del Governo Renzi che includeva Taranto ed escludeva Messina (ci mancava pure non facessero interrogazioni, dopo l’intervento di Accorinti)! Si vanta di essere “il primo ad avviare un confronto permanente coi sindaci per il piano strategico”, ma dimentica di aver disertato la riunione al Palacultura nel 2015 dedicata all’argomento, di non aver risposto alla convocazione del dicembre 2016, di aver trovato il documento: https://www.cittametropolitana.me.it/in-evidenza/masterplan/allegati/documento-strategico-messina.pdf. E siccome non ha partecipato, dimentica che il Masterplan di Messina è stato costruito col coinvolgimento di tutti i sindaci della Città Metropolitana, entro una visione strategica policentrica chiara e condivisa.

È semplicemente falso che al suo insediamento non ci fosse attività di progettazione e monitoraggio sul Masterplan. De Luca sa perfettamente che la società partecipata “Innovabic srl” svolgeva il ruolo di sollecito procedurale agli uffici e di cerniera di raccordo con la Città Metropolitana, dove c’era un ampio sistema di monitoraggio di cui era responsabile il dirigente Ing. Cappadonia.

Sa perfettamente che il blocco del bilancio della Città Metropolitana aveva reso impossibile ogni spesa nel 2017 (i soldi non pervenivano alla Città Metropolitana e non potevano dunque arrivare ai Comuni). A giungo 2018, 31 progetti del Comune (per un totale di circa 100 milioni su 104) erano validati nella banca-dati nazionale e per 21 era già stata trasmessa la richiesta di anticipazione finanziaria alla Città Metropolitana, c’era un puntuale censimento delle criticità, con periodiche riunioni presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico, ed era stato definito e concordato col Governo nazionale un iter per semplificare l’approvazione degli importantissimi interventi di difesa del suolo col Commissario Delegato per il dissesto idrogeologico. Quanto a oggi speso non è progetto di De Luca, che ha rimescolato e perso tempo. Il Masterplan aveva avviato una strategia per la nascita e lo sviluppo delle imprese a Messina: “Centro per l’imprenditorialità giovanile e femminile” (già attivo e SOPPRESSO da De Luca), investimenti per le aziende del PRUSST in zona ASI-Larderia, con sblocco del PIP, ricostituzione del raggruppamento di imprese, condivisione della strategia (prosieguo NON PERVENUTO), project financing per la “piastra logistica” (opera di respiro metropolitano che esalta il ruolo logistico e produttivo di Messina, DEFINANZIATO da De Luca). Quando De Luca si è insediato erano già stati realizzati e completati interventi che lui continua a NEGARE alla città: i campi sportivi del Santamaria ex-gil e di Villa Dante, che De Luca tiene chiusi da tre anni: spreco e degrado. Perché?

La delibera di Giunta n. 556 dell’ottobre 2018 (non disponibile al sito amministrazione trasparente) non è, come dice De Luca, l’estrapolazione di un quadro organico di interventi, ma la “rimodulazione elenco interventi della Città di Messina”: la prova che De Luca ha bloccato tutto per giocare al cubo di Rubik coi fondi del Masterplan, sopprimendo interventi attivi e definanziando iniziative di sviluppo economico e innovazione sociale.

De Luca sa che la rendicontazione della spesa avviene dopo approvazione dell’aggiornamento degli esecutivi, realizzazione delle evidenze pubbliche, consegna dei lavori e progressiva realizzazione delle opere. Se Messina ha rendicontato attività nel 2018 (e nel 2019), lo deve a ciò che lui ha ereditato, bloccato, “rimodulato”, e …non speso. De Luca ha ricevuto progetti che componevano un disegno complessivo sulla città e sul suo futuro, chiaramente individuato e leggibile negli strumenti di pianificazione urbanistica della città. Inutile dire che anche quelli sono stato bloccati, come la “Variante di Salvaguardia”, fatta revocare su presupposti che il TAR ha dichiarato infondati (a ottobre chiameremo i Sioux per la danza della “non pioggia”). Insomma: per le spese fatte, è eredità ricevuta, per tutto il resto …#cicuppadeluca».

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