MESSINA. Continuano a far discutere i manifesti “stop gender” affissi qualche giorno fa in città. Apparsi nella zona di villa Dante, recano in alto la scritta “basta confondere l’identità sessuale dei bambini”, con l’invito a donare il 5 per mille alla onlus Pro Vita&Famiglia. Sotto la scritta la foto di un bambino, “costretto” a mettere il rossetto e a indossare un fiocco rosa sui capelli, e di una bambina, con accanto rasoio e pennello per la barba.

 

Dopo la presa di posizione del presidente di Arcigay Rosario Duca, a intervenire adesso è Maristella Bossa, di FamiglieArcobaleno.

“La riprovevole campagna pubblicitaria del Movimento Pro Vita, volta ad alimentare la già virulenta omotranfobia diffusa in parti oscure della nostra società, integra, a nostro parere, un’attività illecita che va contrastata. L’affissione dei manifesti contenenti l’immagine di un bimbo adornato suo malgrado da un fiocco rosa, è da considerarsi atto idoneo a produrre un grave effetto destabilizzante nella popolazione più giovane e vulnerabile, oltre che veicolo illegale di messaggi violenti, scorretti e lesivi della dignità umana. La norma violata è contenuta nell’Art. 1 comma 4-bis dl. 121/2021, che recita: ‘È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche’. Confidando nelle sensibilità già mostrate a livello istituzionale dall’Assessora Liana Cannata, si attende fiduciosi di vedere rimossi senza indugio i segni tangibili dell’inosservanza delle regole civili e delle leggi dello Stato”, scrive in una nota.

 

Foto di Mirko Santamaria

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