MESSINA. Cocktail bar? Pub? Ritrovi? Roba da “boomer” o da “matusa”, giusto per usare un termine da boomer. Uno dei nuovi punti di riferimento più gettonati del sabato sera sono i distributori automatici, che per giovani e giovanissimi rappresentano ormai da un po’ di tempo un’alternativa alle classiche scalinate e ai consueti locali.

Al loro interno un piccolo Bignami del divertimento e dei consumi: un vastissimo assortimento di bevande zuccherine, giocattolini sessuali, erba legale, birre e snack di tutti i tipi, a portata di tutte le tasche. Senza limiti di orario. Aperti ormai da qualche anno, i distributori h24 si sono diffusi molto rapidamente per le vie del centro, soprattutto in zona Duomo e nell’area della movida: solo nella nevralgica via I Settembre, ad esempio, ce ne sono tre, e ogni weekend. come gli altri nei paraggi, attirano frotte di ragazze e ragazzi che hanno fatto di quei luoghi coloratissimi e meccanizzati i loro punti di ritrovo.

È nei dintorni di quelle macchinette che si consuma la dolce velleità del sabato sera: flirt, appuntamenti, sfilate di motorini, risse, chiacchiere e risate, fra patatine, biscotti, energy drink e caramelle gommose, senza il “filtro” degli adulti.

A incentivare il consumo, oltre ai prodotti, sono soprattutto i prezzi abbordabili: con poche monetine (1 o due euro) si acquistano pressoché tutti i beni alimentari, compresi gli alcolici (per consumare i quali è necessario essere maggiorenni, ma un diciottenne compiacente non è difficile da trovare), mentre per i prodotti più cari l’esborso raggiunge raramente i dieci euro.

Perché? Apparentemente non c’è un perché. «Ci piace. È comodo», spiegano svogliatamente due coppiette che bivaccano sul marciapiede all’uscita di una delle stanzone che ospitano i distributori. Si sbilancia di più una delle ragazze: «Non dobbiamo pagare per sederci, non dobbiamo consumare, possiamo andare e venire quando vogliamo, ci si vede qui e nessuno ci rompe», spiega mentre sgranocchia caramelle gommose. Entra ed esce qualcuno, si salutano, nessuno stranamente guarda il cellulare. Sembrano straniti dalla curiosità: per chi è cresciuto incontrandosi sul “muretto”, o sugli “scalini”, la location può sembrare strana, asettica. Al contrario, a chi oggi ha sedici anni probabilmente sembra quasi comico che ci si potesse incontrare in un posto in cui per bere e mangiare qualcosa era necessario alzarsi e andare al bar. Legittimo. E i genitori? «E che devono dire? È un posto come un altro», è la risposta ovvia. I riti, invece, sono sempre gli stessi: lo struscio, gli sguardi, la presa in giro, i sentimenti impacciati. Salutano educatamente, vanno via, ridacchiano. Passa mezzo minuto, e arriva un’altra compagnia. Tutti ragazzi. La stanza si riempie di nuovo. Monetine, selezione, tlac tlac, la macchinetta sputa fuori un paio di barrette di Mars e un energy drink. La serata può continuare.

 

 

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