MESSINA. Le voci si rincorrevano da qualche giorno (o da qualche mese): Luigi Genovese, e quindi il padre Francantonio, sarebbe in procinto di passare alla Lega, per via del fatto che in Forza Italia, col passaggio armi e bagagli di Cateno De Luca, si inizia a stare stretti. E invece no. Dal giovane deputato regionale messinese arriva una secca smentita.

“Non ho mai pensato di aderire alla Lega. L’affannosa rincorsa a chi la spara più grossa, di cui si sono resi protagonisti alcuni esponenti regionali del partito, è sinceramente imbarazzante. Qualche indiscrezione giornalistica, evidentemente infondata, è bastata per innescare uno sconcertante valzer di dichiarazioni alimentato da personaggi che hanno provato goffamente ad utilizzare il mio cognome per provare a darsi un tono. Tutte queste attenzioni mi hanno colpito, perché l’unico elemento realistico di questa vicenda paradossale è il mio rapporto di amicizia con Angelo Attaguile. Tanto è bastato per stimolare speculazioni di ogni sorta ed alimentare gelosie e faide interne a me totalmente estranee, dinamiche dalle quali emerge l’indiscutibile frustrazione di chi, evidentemente, non ha digerito l’esclusione dalla lista stilata dal Carroccio per le Europee, e di conseguenza la scelta dei vertici di puntare proprio su Angelo Attaguile.
Altro che trasformismo: sono stato eletto nel centrodestra e continuo a lavorare per il suo rafforzamento. È inaccettabile la spregiudicatezza di certi personaggi che tentano la strada del moralismo più deteriore per rivendicare il proprio spazio vitale dopo avere incassato una bocciatura politica. Ed è sinceramente inquietante ritrovarsi nel bel mezzo di una contesa tra esponenti di un partito a me totalmente estraneo. Non ho mai incontrato il commissario leghista Candiani, né altri vertici regionali e nazionali leghisti. Pertanto smentisco ogni ipotesi di adesione alla Lega. E ricordo, a chi si è premurato di affermare che “le porte della Lega sono chiuse” per Genovese, che il sottoscritto non ha mai bussato né a quella né ad altre porte. Di “inquietante”, in questa vicenda, c’è solo la frustrazione di chi si affida alla fantasia per provare ad ottenere qualche briciolo di visibilità.

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