MESSINA. E’ la novità più dirompente delle regionali di novembre, e ovviamente, visti nomi e storie, la più discussa. Della “discesa in campo” di Luigi Genovese se ne parla da giorni, e sempre in riferimento al padre, Francantonio, figura ingombrante con la quale il ventunenne studente universitario catapultato nell’agone politico dovrà per forza di cose confrontarsi. E le frecciate all’indirizzo del rampollo non hanno tardato ad arrivare.

A sorpresa, a spezzare una lancia in favore di Genovese jr è stato uno dei suoi più acerrimi nemici, politicamente parlando, dei tempi dei consigli studenteschi e delle consulte giovanili: Giuseppe Ialacqua, anch’egli “figlio di” (il padre Daniele è assessore all’Ambiente del comune di Messina), che la candidatura all’Ars di Luigi Genovese la vede in maniera diversa. “Vorrei dire una cosa lucida sulla candidatura di Luigi Genovese – ha scritto Ialacqua sul suo profilo Facebook – non fosse altro perché pur essendomi fatto “un nome” con percorsi politici lontani da mio padre negli ultimi anni sono sempre stato identificato con lui. L’idea non soltanto che le colpe del padre ricadano sui figli, ma che le colpe dei figli siano diretta espressione dei fallimenti del padre, è rivoltante – tuona Ialacqua – Io non ho mai condiviso le scelte politiche di Luigi, ma non mi sono mai permesso di considerarlo un burattino nelle mani di un paternalismo sporco: per me è sempre stato uno studente che faceva politica, e come tanti altri prendeva decisioni e costruiva processi politici”.

I due si conoscono politicamente dai tempi del liceo: già rappresentanti d’istituto (al Maurolico Genovese, al La Farina Ialacqua), sono entrambi stati membri della consulta degli studenti da posizioni parecchio contrapposte. Molto di sinistra Giuseppe Ialacqua, molto moderato Luigi Genovese.

“Credo fermamente che quei processi politici fossero espressione di un’idea di società che non mi è mai appartenuta, questo è il motivo per cui mai mi sognerei di votarlo o di favorirlo in qualche modo, eppure non posso fermare il ribrezzo nei confronti dei commentatori di questi giorni, anche amici e conoscenti, che aderiscono involontariamente all’idea che la mia generazione sia solo un pasticcio di quella precedente”, continua Giuseppe Ialacqua.

“Io Luigi l’ho conosciuto più di qualche anno fa – racconta ancora Ialacqua – non siamo mai andati molto d’accordo e per molto tempo abbiamo portato avanti ostilità silenziose e per procura, ma proprio perché non ho mai immaginato la politica come strumento della persona, cosa che gli ho sempre rimproverato, oggi non posso permettere che per difendere una posizione si debba rinunciare ad un’altra. La posizione che bisogna difendere – scrive – è la tenuta della politica dal basso davanti ai tentativi di Forza Italia e PD di “ringiovanirsi” portando avanti i giovani vecchi per il loro bacini di voti. La posizione a cui non bisogna rinunciare è che un giovane come me abbia pieno diritto se lo desidera di provare il percorso politico istituzionale, là dentro è per me un avversario come tanti altri e neanche dei peggiori”.

In conclusione, l’onore delle armi: “Tra le tante candidature siciliane, giusto Luigi è quella che procura meno sgomento. Evidentemente gli amici di Cuffaro (che stanno nella stessa coalizione) sono più presentabili”.

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emmeaics
emmeaics
8 Settembre 2017 9:58

le colpe dei padri non ricadano sui figli
certo che neanche i seggi elettorali si ereditano da padre in figlio

Antonino Ricciardel
Antonino Ricciardel
8 Settembre 2017 10:35

Non lo so vogliamo parlare anche delle riunioni di classe delle scuole superiori? Del suono della campanella che avvisa della ricreazione scolastica? del colore dello zainetto scolastico?? Ma per favore……L’idea dell’investitura politica tramandata da generazione in generazione è veramente ripugnante oltre che medioevica.

Boscia Luigi
Boscia Luigi
8 Settembre 2017 10:38

Ma che articolo è??? Bhè di sicuro l’autore non è riuscito a celare il suo servilismo politico alla corte di Genovese ahahahah