MESSINA. Un protocollo di intesa tra gli avvocati di Messina e i giornalisti per la tutela della libertà di stampa. Sarà sottoscritto sabato 16 marzo 2019 dal presidente dell’Ordine degli avvocati Vincenzo Ceraolo, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese e il consigliere nazionale OdG Santino Franchina. La firma sarà apposta a margine dell’incontro sul tema “Ius variandi e recesso” che si svolgerà al Dipartimento Cultura e servizi dell’Ordine degli avvocati, a partire dalle 10.
Relatori dell’incontro organizzato da Agi, Ordine degli avvocati e Ordine dei Giornalisti, nell’ambito della formazione permanente, i giornalisti Daniele Lo Porto, segretario dell’Assostampa di Catania e Gioia Sgarlata, che modererà i lavori, e l’avvocato Giusy Tomasello, giuslavorista esperto in diritto dell’informazione.
Si tratta dell’ultimo di dodici appuntamenti sul tema “Lavoro giornalistico tra diritti e doveri, responsabilità e tutele” che ha visto particolarmente impegnati – nella scelta dei temi e dei relatori – l’Agi, avvocati giuslavoristi italiani, di cui è vice presidente l’avvocato Aurora Notarianni del Foro di Messina, l’avvocato Giovanni Villari responsabile della formazione continua dell’Ordine degli avvocati di Messina e le giornaliste Graziella Lombardo e Sonia Padalino. Si tratta di argomenti che hanno portato al centro del dibattito tutti i nodi scoperti di un mondo, quello dell’informazione, in un quadro di generale debolezza strutturale, minacciato da un cambiamento tecnologico che ha colto impreparati e da un crescendo di querele temerarie che mettono a dura prova la libertà di stampa e con essa la democrazia.
Tanti i nodi da sciogliere ma anche le novità praticabili emerse grazie al contributo dei professionisti che si sono susseguiti a partire dal 23 marzo dello scorso anno. Ed è stato proprio parlando di “Informazione e legalità” che Franchina e Ceraolo si sono stretti la mano e dati appuntamento per un protocollo d’intesa a tutela della categoria, dal momento che l’Italia, in materia di diffamazione a mezzo stampa è, al momento, fuori parametro Cedu (è di questi giorni la condanna dell’Italia sul caso Sallusti), sia perché prevede ancora la pena detentiva sia perché le pene pecuniarie sono spropositate, non commisurate alle condizioni economiche del giornalista e dunque con effetti negativi sulla libertà di espressione.

Alcune risposte non possono che arrivare dalla politica. La depenalizzazione della diffamazione a mezzo stampa e le querele temerarie restano atti di responsabilità da chiedere, anzi richiedere, al Parlamento così come l’abolizione del carcere per la diffamazione.

Nell’attesa, molto si può fare per arginare qualche stortura. In questa direzione punta, sabato 16 marzo, la stretta di mano storica tra il presidente Vincenzo Ceraolo, il presidente Giulio Francese e il consigliere nazionale Santino Franchina, che sarà un punto di partenza per fornire assistenza legale specialistica, in casi particolari anche gratuita, per quei giornalisti che, pur avendo agito correttamente e in buona fede, devono affrontare a loro spese giudizi civili e penali per diffamazione.

L’Ordine degli avvocati, si impegna altresì a sensibilizzare i propri iscritti a tentare altre strade di mediazione, in particolare la richiesta di rettifica, prima di avviare eventuali procedimenti a carico dei cronisti.

L’obiettivo è andare incontro a una doppia esigenza: snellire contenziosi inutili per i tribunali, costosi per i cittadini, e rispondere a un’esigenza sempre più frequente, per via della crescente abitudine a sporgere querela o citare per danni i giornalisti, molti dei quali precari, che a fronte di magri compensi, non sono in grado di sostenere spese legali per procedimenti che durano anche diversi anni.

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