MESSINA. Il consigliere comunale Libero Gioveni ha chiesto all’assessore alle attività produttive Dafne Musolino di autorizzare, anche a mezzo ordinanza sindacale, i proprietari di orti e terreni a spostarsi, sempre in ambito comunale, dalla loro abitazione principale per occuparsi del proprio raccolto. «Parecchi cittadini che si trovano in questa situazione paradossale – spiega Gioveni – lamentano giustamente il fatto che se non procedono alla semina in questo periodo non avranno raccolti nei mesi che verranno. L’orto, infatti – prosegue il consigliere – oltre ad essere un modo piacevole di trascorrere il tempo, è soprattutto per molti una fonte consistente di approvvigionamento di cibo di buona qualità, attività questa che in ogni caso verrebbe svolta in luoghi, appunto, isolati. Al momento sembra essere consentito dai vari DPCM lo spostamento nei terreni solo se si posseggono degli animali – chiarisce Gioveni – ritenendo questa condizio ne una situazione di “necessità”. Mi auguro, quindi – conclude il consigliere comunale – che si possa venire incontro a tutti i soggetti interessati a questa particolare condizione, naturalmente nel rigoroso rispetto delle regole come quelle del mantenimento delle distanze fra persone e del divieto di assembramenti».

Sulla questione è intervenuta ieri anche la deputata regionale Valentina Zafarana, che ha presentato una mozione all’Ars per chiedere al presidente Nello Musumeci e all’assessore Bandiera di consentire la pesca dilettantistica e la coltivazione del proprio orto, in forma individuale, nel proprio comune durante il periodo di quarantena, anche per garantire l’approvvigionamento alimentare a chi non versa in buone condizioni economiche o ha perso il lavoro a causa del Covid-19.

“La richiesta – spiega la pentastellata – proviene direttamente dal territorio. In Sicilia, infatti, la coltivazione di orti o piccoli appezzamenti di terreno è ampiamente praticata e consente a tante famiglie di soddisfare, in tutto o in parte, le proprie esigenze alimentari. Allo stesso modo è diffusa la pesca ricreativa, che si pratica senza licenza purché nei limiti consentiti (massimo 5 kg di pesce), non finalizzata alla vendita del pescato, ma al proprio sostentamento alimentare. Se svolte in maniera individuale, queste attività non generano assembramenti di persone, non costituiscono un rischio per la salute pubblica e non si pongono in contrasto con le misure di contenimento del Covid-19. Sono piuttosto attività salutari che, in questo particolare momento di diffusa difficoltà economica, possono contribuire al ménage di molte famiglie siciliane”, conclude la deputata.

 

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