Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Elisabetta Costa, 23enne messinese

MESSINA. Metti che una sera torrida d’estate, chiami tuo figlio che vive al nord e gli dici: “Ciao tesoro di mamma, come stai? Qui da noi non si respira, i giornali dicono che sarà la settimana più calda di sempre, ma tu stai attento eh, che da te dicono invece che sta arrivando davvero brutto tempo… attento ammamma, non uscire di notte, scrivimi quando ti alzi per andare a lavoro”.
Metti che alle 4:00, sempre della stessa notte della telefonata, non ti alzi per andare in bagno o per bere l’acqua che di solito scordi puntualmente di prendere prima di andare a dormire, ma ti alzi perché senti le finestre di casa tua sbattere. Ti alzi e vedi acqua in salone. Vedi le piantine di basilico che hai comprato al supermercato e le tue piante grasse scaraventate a terra: apri, e dal balcone vedi degli alberi caduti sulla rete tranviaria ed i pali della luce caduti in mezzo al viale che percorri ogni mattina per andare in ufficio. “Sto dormendo” ti dici, avrò mangiato troppo pesante la notte prima e questo è il risultato, è impossibile, al telegiornale hanno detto che è il solito caldo estivo, che non ci dobbiamo preoccupare, che queste cose si vedono dagli anni ‘70. Eppure, in dieci minuti mi sembra di vivere il giorno del giudizio. Mando un whatsapp, scrivo a Marta, che sta tornando a Palermo da Berlino. Manco tempo di aprire il gruppo che vedo un video: “Ragazzi sta andando a fuoco Palermo, l’aeroporto si sta danneggiando, hanno detto che le fiamme stanno arrivando ai piedi dell’ospedale… ho paura”. E pensi a come, nemmeno una settimana fa hai sentito Carlo che è stato dirottato da Catania a Trapani e che ha la nonna di 86 anni, è senza acqua e luce da giorni. Siamo isolati, penso. “Ma che vi meravigliate a fare, lo fanno tutti gli anni, quest’anno non hanno messo in conto però che la Natura si sta ribellando e che i terreni ed il vento non sono più dalla vostra”, leggi … Ed intanto, mentre stai su Instagram, all’improvviso vedi una fiamma alta quanto un grattacielo di New York, dirompente davanti casa tua. Scappi, evacui senza l’aiuto di nessuno: vedi la casa di famiglia costruita negli anni ‘50 andare a fuoco. Il tuo cane non si alza per il fumo inalato. Il tuo gatto è scappato. Senti i tuoi zii e le tue cuginette piccole dalla casa al mare: bloccati, senza acqua, senza luce: il termometro in audio segna 47 gradi e l’autostrada sotto il santuario della Madonnina che preghi che ti protegga è circondato da fumo. Intorno a te c’è il caos. Chiami il tuo fidanzato che vive lontano da te: è sconvolto. Una ragazzina di 16 anni è morta schiacciata da un albero mentre era fuori per un campo estivo. Speri davvero sia un brutto sogno: intanto le immagini della strada della via di casa tua da fuori sede ti mostra il contrario. Vedi la stazione per trovare i tuoi amici di Monza, distrutta. Vedi il tuo ristorante preferito sotto casa, distrutto. Eppure, non aspettavi altro che rientrare nella tua amata Sicilia per fare le tanto attese vacanze. Adesso ti chiedi: troverò ancora una casa al mio rientro? I miei genitori stanno bene? Chissà i nonni…

Io non lo so cosa spinge l’uomo a fare tutto questo, ma so di sicuro cosa ha spinto la natura, in alcuni casi, a reagire così. Ai piromani che hanno dilaniato “casa mia” e la mia terra: siete degli infami, disonesti, ignobili, viscidi, indecenti, vergognosi esseri, perché di umano non avete niente. Ai negazionisti, alla classe politica, chiedo pietà, azione, concretezza. Alle istituzioni, chiedo giustizia. Chiedo di smetterla di perseguire gli interessi per un Ponte non necessario. Non brucia solo la terra, brucia il cuore di ogni singolo siciliano coinvolto in questo terribile scenario apocalittico.

Se vi state ancora domandando che faccia ha il cambiamento climatico, guardate: l’Australia. La Grecia, dove a Rodi si è assistito alla più grande evacuazione mai accaduta prima nel Paese. Più di 30mila persone portate via causa degli incendi. Guardate la Spagna, l’America latina. Il Canada, gli Usa. Guardate il nostro osannato Bel Paese, di cui sta rimanendo poco: l’Emilia, guardate Seregno, Monza, Brescia, Como, Cernusco sul Naviglio, Milano, il Friuli-Venezia Giulia. Guardate le tempeste devastanti ed improvvise, persino i tornadi. Alluvioni che devastano strade, edifici, piazze. Luoghi di terra e storia. In Sardegna, hai sentito Martina: 47 gradi anche lì.

Chiediamo umanità, aiuto, sostegno. Chiediamo buon senso, sensibilità, cura. Chiediamo più squadre, elicotteri, esercito, sostegni dalle Regioni limitrofe.
Chiedo a tutti di voi cittadini che siete arrivati fin qui, di iniziare dal basso, di cambiare le vostre abitudini, soprattutto in un paese in cui non vi sentite sostenuti, rappresentati, aiutati. Chiedo a noi Siciliani, dimenticati da Dio e ricordati solo in Estate per fare le vacanze, di non mollare: agli amici del nord di uscire la voce. Mentre il governo non prende provvedimenti, mentre la società civile si scaglia contro gli attivisti e le nuove generazioni. Ditevelo tra di voi, sotto le vostre lenzuola di seta e onorificenze, mentre sorseggiate the alla pesca con ghiaccio che è normale, mentre guardate la gente scappare in strada senza più niente intorno e le fiamme da inferno Dantesco.

Ditelo tra di voi e poi vergognatevi.

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