di Alessio Caspanello e Andrea Denaro

MESSINA. Quanto rende il tragitto giornaliero dei traghetti tra Messina e Villa San Giovanni del vettore privato? Molto. Oltre 87 milioni di euro all’anno. Tanto fattura Caronte & Tourist, la prima azienda della città di Messina per “valore della produzione” nell’anno fiscale chiuso al 31 dicembre 2021 (più esattamente, e in termini tecnici, “ricavi delle vendite e delle prestazioni”, secondo i dati depositati alla Camera di Commercio): la società ha recuperato l’inevitabile erosione di fatturato del 2020, anno di covid-19 e lockdown, portandosi quasi a livelli prepandemia (circa 94 milioni nel 2019, crollati a 74,3 nel 2020). Le imprese del gruppo Franza monopolizzano la classifica delle aziende messinesi col maggiore fatturato, piazzando al 21mo posto la Cartour Srl, che dal 2001 si occupa del trasporto via nave su lunga distanza, e al 22mo la Caronte & Tourist Isole minori, ex Siremar (acquisita nel 2016), che garantisce i collegamenti con Eolie e Egadi, con valori di produzione al 2021 di, rispettivamente, 24 milioni e 180mila euro e 22 milioni e 44mila euro. A queste si aggiungono altre aziende di famiglia: la G.F. building, che si occupa di costruzioni, che fattura 5,3 milioni (74ma), e la Framon Hotels, che possiede l’hotel Royal, con un fatturato da 747mila euro.

La seconda azienda messinese per fatturato è “La Via Lattea spa”, impresa che si occupa di grande distribuzione di elettronica ed elettrodomestici, con dieci punti vendita tra Messina, Catania e la Calabria. Fattura 70,3 milioni, con una crescita costante negli anni (il volume d’affari era di 51 milioni e mezzo nel 2017) e un picco proprio nel 2020, anno in cui i fatturati sono stati flagellati da pandemia e lockdown, con un salto di quasi dieci milioni dai 58 del 2019 ai 67,4 del 2020.

Terza, in ordine di valore di produzione, è la Saccne rete srl, attiva nel settore di distribuzione di prodotti petroliferi, che di milioni nel 2021 ne ha fatturati 60,5. L’azienda, di proprietà della famiglia Basile, possiede 38 impianti nelle province di Messina, Catania e Siracusa, tutti a marchio Ip (l’ultimo dei quali è l’area di servizio Aci S.Antonio ovest). Nel 2002 viene fondata la Elios Petroli, società indipendente ma facente parte del gruppo Saccne Rete e da essa controllata, che con 11,3 milioni di euro si piazza al 36mo posto delle aziende messinesi con più fatturato nel 2021. Curiosità: esiste un’azienda quasi omonima ma diversa, la Saccne Petroli spa (appartenente alla famiglia Mondello), che si occupa dello stesso settore merceologico, e che è al 23mo posto delle aziende, con 20,1 milioni di fatturato nel 2021.

La prima impresa che si occupa di alimentari (più specificamente di commercio all’ingrosso ed al minuto) è la quarta in classifica, la Dolciaria Manna srl: azienda relativamente giovane in questo assetto societario, con poco più di 57 milioni di fatturato nel 2021, ma con un deciso salto in avanti di oltre venti milioni di euro rispetto al 2020.

Quinta è la B&G Servizi rete ed Extrarete srl, che nell’oggetto sociale si occupa di “agenti e rappresentanti di carburanti gpl, gas in bombole e simili, lubrificanti”, e che nel 2021 ha fatturato 48 milioni e 197mla euro. Un balzo in avanti enorme rispetto ai più di 15 del 2020 e ai cinque e rotti del 2019: risultato ottenuto rilevando e inaugurando un notevole numero di distributori di carburante in Sicilia ma non solo.

La Fire Spa si occupa da anni di recupero crediti, ed è sesta in classifica, con un fatturato al 2021 di 45 milioni e 748mila euro. Come la maggior parte delle aziende, nemmeno la Fire ha sofferto troppo la pandemia del 2020, quando il fatturato era di poco più di 42 milioni, giusto qualche decina di migliaia di euro inferiore a quello del 2019, e considerevolmente più alto (2 milioni circa) di quello del 2017.

Mollura & C. Spa è un atelier d’arredamento che nel 2021 ha iscritto a bilancio un valore di produzione di poco meno di 45 milioni, che valgono all’azienda il settimo posto nella graduatoria delle imprese messinesi con più volume d’affari, ma è la crescita negli anni ad essere  travolgente: nel 2020 il fatturato è stato di trenta milioni, superiore persino a quello dell’anno precedente (28,3 milioni) nonostante il coronavirus, e di gran lunga maggiore rispetto agli oltre 21 del 2017. In pratica, nel giro di cinque anni l’azienda ha più che raddoppiato il suo fatturato.

Al nono posto si piazza la Gold & Gold srl, che è registrata alla Camera di commercio con la classe merceologica di “raccolta all’ingrosso di metalli non ferrosi e prodotti semilavorati”, e che nel 2021 ha fatturato 41,4 milioni di euro, con una leggera contrazione rispetto al 2020 (42,2 milioni) ed un crollo se si guarda al volume d’affari del 2019, ben 62 milioni: il 2019 è stato l’anno… d’oro per la Gold & gold, che in due anni aveva raddoppiato il fatturato (21 milioni nel 2017), per poi perdere gradualmente terreno.

Decima azienda in classifica è Bernava Spa, che come core business si occupa di commercio di prodotti per la casa. Con un fatturato al 2021 di 40,7 milioni, Bernava ha superato senza problemi la pandemia, crescendo costantemente di anno in anno, dai 29,7 milioni di fatturato del 2017, ai quasi 36 del 2019, per arrivare ai 39,7 del 2020.

Tra le prime dieci (ottava, per l’esattezza), c’è anche una partecipata del comune di Messina, la MessinaServizi Bene Comune, azienda interamente di proprietà comunale che si occupa di rifiuti e ambiente (più altre attività collaterali assegnate dal socio al 100%, Palazzo Zanca, tipo la manutenzione dello stadio Franco Scoglio di San Filippo), e che fattura 44 milioni e mezzo: tutti dei contribuenti messinesi, perché la somma proviene interamente dai canoni Tari pagati dai cittadini, che proiettano la partecipata all’ottavo posto tra le aziende col fatturato più alto. MessinaServizi infatti fatturava quasi 34 milioni nel 2019 e oltre 35 nel 2020.

Poco distante, al tredicesimo posto, con trenta milioni e mezzo di volume d’affari, c’è un’altra partecipata, l’azienda trasporti Atm. Anche in questo caso, grossa parte del valore della produzione avviene tramite le rimesse che mensilmente il Comune riconosce all’azienda per il servizio svolto (che per il 2021 vale un fatturato di trenta milioni e mezzo, circa il doppio di quello del 2020, poco meno di 16).

E ancora, al 24mo posto, c’è una terza partecipata, l’Amam, che si occupa di approvvigionamento idrico come “controparte” di un trasferimento di somme da parte di Palazzo Zanca, che assicura un fatturato di venti milioni nel 2021. A differenza delle altre due, l’Amam è in calo costante di fatturato: dai 29 milioni di euro del 2017 si è passati ai quasi 24 del 2019, ai 27,3 del 2020.

 

 

(L’articolo è stato pubblicato originariamente nel quinto numero di Lettera Emme Magazine)

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Robby
Robby
31 Dicembre 2023 15:58

Il fior fiore dell’imprenditoria europea… Quindi non è vero che a Messina non c’è niente.

Amilcare
1 Gennaio 2024 13:34

Belle realtà 😂😂😂😂😂😂 terzo mondo veramente