MESSINA. Il doppio dei dipendenti tecnico-amministrativi previsti, 77 addetti allo spazzamento manuale e meccanizzato in meno rispetto a quelli necessari, 36 addetti alla raccolta mancanti e un sottodimensionamento della forza lavoro pari a 147 unità. E quelli che ci sono sono anziani e inabili al lavoro. E si assentano troppo.

Sono alcuni dei numeri che mostrano le tare nell’organigramma di Messina Servizi Bene Comune, partecipata del Comune che nel 2017 ha preso il posto della vecchia MessinAmbiente, ereditandone però parecchie criticità e non riuscendo ad assicurare (nemmeno lontanamente) uno standard di pulizia accettabile per la tredicesima città d’Italia.

A MessinaServizi, sui 496 dipendenti (sui 544 previsti dalla pianta organica), oltre 130  hanno più di 60 anni ed oltre 100 hanno più di 62 anni (che è il requisito anagrafico per la quota 100). Per questo, la partecipata sta lavorando ad un  piano di incentivazione al pensionamento, “in linea con gli equilibri economico-patrimoniali della società e cercando di garantire un regime di incentivo equo e sostenibile, tenendo in considerazione il  requisito contributivo del personale”, spiega il presidente Pippo Lombardo. A questo si aggiunge il fatto che 70 dipendenti sono inabili al lavoro in strada. Per ovviare, MessinaServizi ha assunto cento dipendenti a tempo determinato, mentre il sindaco Cateno De Luca, solo qualche mese prima, sosteneva ci fosse il 30% di esuberi.

E come se non bastasse, ci sono le assenze. Durante l’estate, secondo il presidente i picchi di assenza hanno raggiunto il 25%, ma non è che normalmente la situazione sia molto migliore: dal 1° marzo 2018 alla fine dell’anno, si è registrata una assenza media per malattia e permessi legge 104 pari al 12% giornaliero (escluse le assenze per ferie ed i permessi di legge) e pari al 21% (incluse le ferie ed i permessi di legge), la forza lavoro nei servizi mediamente pari giornalmente è stata pari a 279 unità.

Se si considera che nella forza lavoro dei servizi sono ricompresi 29 tra capiservizio, sorveglianti e capisquadra che normalmente sono coordinatori dei servizi (non svolgono cioè materialmente il lavoro), il numero della forza lavoro presente sul campo giornalmente è pari a poco più di 250 unità.

A questi è delegato il compito di tenere pulita una città lunga 60 km e della superficie maggiore di quella di Milano.

 

 

 

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