MESSINA. Risoluzione del contratto di concessione in comodato d’uso, immediata restituzione dei due immobili al Comune di Messina e incarico all’avvocatura comunale di avviare un’azione legale per la richiesta di risarcimento dei danni provocati dall’omessa custodia e del mancato pagamento delle spese condominiali ordinarie straordinarie: è finita così tra il comune di Messina e l’Arcigay Makwan, associazione presieduta da Rosario Duca che a luglio del 2015 aveva ricevuto in comodato d’uso da Palazzo Zanca due immobili confiscati alla mafia, uno a Mili e l’altro ad Acqualadroni, per “pronto soccorso sociale”, con formalizzazione del contratto a febbraio 2016.

Perché queste misure drastiche? Perché, secondo il Comune, i servizi non sono mai partiti. Il dipartimento al Patrimonio sostiene di avere inviato “copiosa corrispondenza in merito”: dodici lettere senza ottenere i “dovuti riscontri in merito all’effettiva attivazione dei due servizi di pronto soccorso sociale previsti”. E cosa è partito, al loro posto? Niente.

A febbraio del 2018, il presidente dell’associazione Rosario Duca aveva comunicato al corpo della polizia municipale, venuto a fare un sopralluogo nei due locali, che non erano stati ancora utilizzati perché privi di energia elettrica ed acqua. “A tal proposito si precisa che l’energy manager dell’ente ha comunicato la posa dei contatori elettrici nei beni confiscati a dicembre del 2016 e che l’applicazione dei contratti di fornitura elettrica non compete al Comune ma i concessionari dei beni loro affidati”, è stata la risposta da parte del dipartimento. Non solo.

“L’associazione è stata invitata a procedere urgentemente all’attivazione dei contratti di fornitura elettrica essendo peraltro ciò un preciso obbligo contrattuale”, aggiungono dal dipartimento. La fornitura elettrica, ha risposto Rosario Duca per tramite dell’avvocato Lamberto La Rosa, è stata attivata ad aprile del 2017, ma “attualmente non è operativa”. E tale è rimasta fino ad oggi, sostengono dal dipartimento.

“È emerso anche lo sfondamento della porta d’ingresso, la commissione di furti di arredi, impianto elettrico, prese, interruttori, telefono, lavabo, lampade, porte, poltrone, e divano”, riferiscono dal Dipartimento patrimonio. A fine febbraio del 2018 l’associazione comunica la rinuncia ai due immobili. Il dipartimento al patrimonio, nel frattempo, ha deciso di perseguire l’associazione per inadempienza contrattuale: secondo l’articolo 2 del contratto infatti il comodatario sarebbe obbligato ad utilizzare i beni concessi per la realizzazione di attività ‘aventi rilevanza sociale e volti a rafforzare la cultura della legalità’, a tenere costantemente informato l’ente dell’attività svolta, a sostenere l’onere delle utenze”. Circostanze che, ritengono gli uffici di Palazzo Zanca, non si sono verificate. Tanto da dover adire alle vie legali.

“Decisione sofferta ed alquanto dibattuta al nostro interno – spiega Rosario Duca – Purtroppo gli eventi prima a Mili Marina in fase di consegna, dove era stata trafugata ogni cosa e che non ci ha permesso l’avvio in questa struttura di alcuna attività, complice anche la farraginosa macchina burocratica che ha avuto bisogno di due anni dalla consegna per la posa in opera del misuratore elettrico e che poco dopo messo l’immobile è stato completamente devastato come da denuncia presentata. Stessa burocrazia farraginosa – continua – che anche ad Acqualadroni non ci ha permesso di avere il misuratore elettrico se non dopo due anni accusandoci un danno economico non indifferente visto che avevamo immediatamente installato la linea telefonica e quanto altro per iniziare l’attività. Senza energia elettrica la stessa tecnologia e rimasta chiusa negli scatoloni non utilizzata. A nulla sono valsi nei primi due anni i solleciti protocolli e l’impegno profuso dall amministrazione e da chi di competenza. Per questo – conclude il presidente dell’associazione – alla fine, stanchi e demotivati abbiamo deciso di rinunciare definitivamente ed ancora siamo in attesa di essere convocati per la restituzione delle chiavi e consegna di quanto esistente. Un’occasione persa per tutte e tutti e questo ci dispiace”.

 

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