MESSINA. È probabilmente la zona più bella di Messina, ma è abbandonata a se stessa. È quella in cui le potenzialità di sviluppo sono più alte, ma non esiste un progetto che possa darle lustro. È protetta e vincolata, ma questo non ha impedito che gli si costruisse accanto. È la bellezza di Messina ma anche il degrado di Messina. La laguna di Capo Peloro è l’emblema delle occasioni perdute dalla città.

Istituita dalla Regione ormai 18 anni fa, e gestita dalla Città metropolitana, la riserva naturale orientata Laguna di Capo Peloro è un’area naturale protetta che occupa una superficie di 68,12 ettari, ed è sito di importanza internazionale, inserito nel Water Project dell’Unesco del 1972, nonchè sito di importanza nazionale riconosciuto dalla Società Botanica Italiana. All’interno della riserva naturale vivono più di 400 specie acquatiche, di cui almeno dieci endemiche.

E devono fare lo slalom tra copertoni che ormai sono diventati una barriera corallina, evitare plastica sotto forma di piatti, bicchieri, bottiglie e sacchetti che si depositano sul fondo del lago o galleggiano a mezz’acqua, orientarsi tra canne che terminano in acqua e non sono mai tolte. Recentemente, sono chiusi i canali che portano ai mari Ionio e Tirreno, provocando l’affiorare di fogliame, canne e rifiuti, e provocando una morìa di pesci.

Le attività della riserva sono normate da un regolamento piuttosto restrittivo, che ha comunque permesso che durante gli anni vi si edificasse attorno senza particolari difficoltà, ma per esempio non permette, se non con forti limitazioni (e lasciando molti dubbi interpretativi), le attività diportistiche nel lago Grande.

 

 

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