MESSINA. Non potendo organizzare delle passeggiate in presenza come solito fare, la Pro Loco Messina Sud ha deciso, durante la pandemia, di organizzare degli “itinerari virtuali” con la quale consiglia tramite post Facebook delle tappe ai cittadini che hanno voglia di andare alla scoperta di antiche opere murarie sparse tra le campagne messinesi. Ha quindi raccolto e pubblicato vari spunti su opere e costruzioni storiche del comune di Messina.

Prima tappa è stata l’Abbazia di Roccamatore a Tremestieri, sulla via che ne rievoca il nome e che si trova nei pressi della strada Statale 114. Ma si è andati anche alla scoperta delle bellezze nascoste di Mili, Zafferia e Giampilieri. In un recente itinerario la Pro Loco ha consigliato il manufatto rurale Noria di Minissale, che serviva per captare le acque sotterranee e distribuirle per l’irrigazione dei campi.

Con l’ultima guida la Pro Loco si sofferma sulla raccolta e distribuzione dell’acqua a uso civico e urbano, con un itinerario intitolato “L’acqua e la terra” per andare alla scoperta dell’antico acquedotto messinese, utilizzato per l’approvvigionamento e la gestione dell’acqua.

“Passeggiando nel nostro territorio infatti è possibile incontrare delle opere che fanno parte del sistema della rete dello storico Acquedotto civico messinese, realizzato tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX, per portare l’acqua dalle sorgive dei Monti Peloritani ai villaggi e al centro cittadino“, si legge nell’ultima guida della Pro Loco.

“Questi caratteristici e stilosi manufatti in pietra e mattoncini a vista detti ‘’castelletti’’, che si trovano a Larderia (il primo) e a San Giovannello (il secondo), fanno parte di quel sistema di opere della principale infrastruttura idrica cittadina – spiegano, facendo riferimento alle costruzioni utilizzate per la gestione delle acque – La realizzazione di opere pubbliche così importanti come quella di un acquedotto è stata storicamente vissuta come un momento di grande esaltazione civica e occasione di propaganda per le istituzioni cittadine, che hanno sempre voluto riservare delle celebrazioni speciali: dall’organizzazione di eventi inaugurali solenni alla commissione di opere monumentali: su tutte la Fontana di Orione del Montorsoli (1547-1550), commissionata per commemorare la costruzione dell’acquedotto che avrebbe sfruttato le acque dei fiumi Camaro e Bordonaro”.

“I manufatti della rete dello storico Acquedotto civico messinese, considerati sicuramente di valore artistico e architettonico minore, oggi acquistano il fascino e la bellezza dell’antico e la loro riscoperta può rappresentare anche un importante tributo a quei lavoratori, la maggior parte provenienti dai nostri villaggi collinari, che hanno contribuito alla realizzazione di una delle opere più dure e faticose”, concludono.

“La zona arancione ci offre l’occasione per allungare il passo, ma dobbiamo impegnarci ad evitare affollamenti e assembramenti. Il territorio della nostra città ce lo consente e c’è spazio sufficiente per variare e diversificare i nostri percorsi”, spiegavano all’inizio del progetto.

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