PALERMO. Meno persone, più giovani rispetto al resto d’Italia e in prevalenza donne, con un’anima sempre più multietnica. È la “polaroid” della Sicilia scattata nel 2019 dall’Istat, che nel consueto censimento annuale della popolazione ha fotografato l’evoluzione demografica in regione, con degli approfondimenti sul grado di istruzione e sul mondo del lavoro.

In base ai dati, la popolazione censita in Sicilia al 31 dicembre 2019 ammonta a 4.875.290 unità, con una riduzione di 33.258 abitanti rispetto all’anno precedente e di 127.614 abitanti rispetto al 2011. La “fuga” dall’isola ha colpito indistintamente tutte le province, con l’eccezione di Ragusa, dove si registra una crescita del 3,3 per cento. Una tendenza che negli ultimi 10 anni è andata progressivamente aumentando, con valori negativi sempre più consistenti a partire dal 2015, in controtendenza rispetto a quanto accaduto tra il 1951 e il 1981 (quando i residenti in Sicilia aumentarono di ben 420mila unità).

 

 

Dove vivono attualmente i siciliani? Quasi la metà dei residenti abita nelle province di Palermo e Catania, mentre la provincia di Messina registra 613.887 abitanti distribuiti in 108 comuni, il più piccolo dei quali, Roccafiorita, ne conta appena 187. Per capire l’incidenza del capoluogo, basti pensare che negli 82 comuni della provincia di Palermo risiede un quarto della popolazione regionale, cifra che tocca il 60% considerando gli abitanti delle tre province più popolose (sebbene quella peloritana abbia registrato un calo di 54 mila abitanti rispetto al 1951 e di 36 mila rispetto al 2011).

 

 

La distribuzione territoriale della popolazione evidenzia un significativo squilibrio tra l’area costiera, in cui risiede più del 70% della popolazione e con un’elevata densità demografica, e quella non costiera, caratterizzata da un lento ma costante spopolamento nei vari decenni. Dei 115 i comuni che nell’arco di quasi settanta anni hanno registrato un calo di popolazione, la quasi totalità (101 comuni), infatti, sono realtà di piccole o piccolissime dimensioni e quasi il 40% si trova nella provincia di Messina.

 

 

Sul totale di residenti, il 51,4% è di sesso femminile, con una prevalenza di donne in quasi tutta la regione ad eccezione di  41 comuni dove il “rapporto di mascolinità” (numero di uomini ogni 100 donne) risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a due comuni: Acate, in provincia di Ragusa (119,8%), e Fondachelli Fantina, in provincia di Messina (117,9%). All’estremo opposto si collocano tre comuni del messinese: San Salvatore di Fitalia (84,2%), Galati Mamertino (84,5%) e Tripi (86,0%).

 

 

L’età media? È di 43,9 anni (contro i 45,2 dell’Italia), sebbene si registri un progressivo invecchiamento della popolazione, con ritmi superiori alla media nazionale, in particolare per tutte le classi di età sotto i 45 anni, che registrano variazioni negative. Rispetto al 2011 ci sono meno bambini (-65mila, il 13,3%, a fronte del -11,5% dell’Italia); meno teenager (-9,6%, contro +0,7% a livello nazionale), e meno giovani fra i 20 e i 29 anni (-10,7%, Italia – 3,8%).  Il comune più giovane è Camporotondo Etneo, in provincia di Catania, con una età media di 36,9 anni; quello più vecchio è Limina, in provincia di Messina, dove l’età media è pari a 52,3 anni. La provincia peloritana è nel complesso quella più vecchia della Regione, con un’età media di 45,5 anni. 

 

 

 

GLI STRANIERI. Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 5,4% in media ogni anno. La crescita riguarda tutte le province, con punte a Trapani (+9,1%) e Ragusa (+7,3%). L’età media degli stranieri è più bassa di 10 anni rispetto a quella degli italiani (34,1 anni contro 44,3 nel 2019). Il 43,3% degli stranieri residenti in Sicilia proviene dall’Europa, mentre i cittadini di Africa e Asia rappresentano, rispettivamente, il 33,4% e il 20,3% del totale e i cittadini americani il 3,0%. La comunità straniera più numerosa è quella rumena, che rappresenta il 28,7% del totale degli stranieri residenti, seguita da quella tunisina (10,9%) e marocchina (8,0%).

Il comune in cui si è verificato il maggior incremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti) è Aidone (349,2); quello con il maggio decremento è Santa Elisabetta, in provincia di Agrigento (-70,1).

 

 

 

 

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