MESSINA. Il primo finesettimana (anzi, la prima sera) di zona bianca, dopo un mese in cui la Sicilia è stata “gialla”, ha visto riversarsi per le strade un enorme numero di persone che hanno animato la “movida” cittadina. Una situazione che, come rovescio della medaglia, ha schiamazzi, caos e inciviltà. La vedono così due associazioni, Centro Storico Messina e il Comitato “Centro Storico Vivibile”, che si rivolgono al Prefetto perchè “la salute e il diritto al riposo sono diritti non negoziabili”, scrivono in una nota.

“Stanotte, domenica 10 ottobre 2021,  fino all’alba per i residenti nel centro storico è stata una notte di inferno. Ciò a causa della assoluta inciviltà dei gestori di alcuni locali e di tutti coloro che li frequentano. Inciviltà e mancanza di rispetto delle regole e delle leggi esistenti, una notte caratterizzata da musica da rave e da discoteca con dj a volume altissimo per ore ed ore fino alle tre e mezzo di notte, solo perché a quell’ora sono intervenute le forze dell’ordine. Nonostante ciò sono proseguiti gli schiamazzi, i cori e le urla belluine dei frequentatori  fino alle cinque e mezzo di mattina (siamo in possesso di filmati). E questi vergognosi comportamenti si sono verificati a Piazza Duomo, in via Cardines , in Piazza Catalani ed in altre vie del centro storico, procurando disturbi o, meglio, impedendo il riposo notturno delle persone. Nonostante le denunce pubbliche, fatte da anni e ultime quelle di tre giorni fa, si continua a tollerare questa situazione indecente e non si verificano interventi adeguati da parte delle varie istituzioni per porre fine a queste continue violazioni di leggi e normative, ci rivolgiamo al Prefetto di Messina ,come rappresentante del Governo sul Territorio e come presidio di tutela dei diritti dei cittadini e cittadine, affinché ponga di fronte alle proprie responsabilità tutti coloro che possono porre in essere provvedimenti idonei a tutelare il diritto alla salute ed il rispetto della civile convivenza in questa vasta area della città. E ciò si può fare solo facendo rispettare le norme del codice penale che vietano il disturbo della quiete pubblica e del riposo notturno delle persone, le norme per la organizzazione di spettacoli musicali e il sottofondo musicale nei locali di somministrazione di alimenti, la somministrazione di alcoolici e super alcoolici ai minorenni e l’induzione (sotto varie forme) al consumo eccessivo di alcool ed alla ubriachezza. Comportamenti, questi, reiteratamente posti in atto e non perseguiti o fermati. Inoltre, così come avviene ovunque, è necessario stabilire un orario di chiusura unico per tutti gli esercizi che somministrano cibi e bevande che, per consentire il riposo notturno, non può  andare oltre l’una di notte durante il fine settimana, e fare applicare le disposizioni di legge attualmente in vigore con riguardo alla diffusione di musica all’esterno dei locali, come sottofondo per i clienti e che non può trasformarsi in musica amplificata e invasiva da rave party nè da discoteca all’aperto, così come purtroppo avviene. Riteniamo che tali richieste possano contemperare le esigenze degli operatori commerciali e gestori di locali che svolgono la loro attività correttamente, con il diritto dei residenti a poter stare serenamente nelle loro abitazioni e poter riposare senza subire un impatto acustico devastante, che procura inevitabilmente pesanti danni biologici, di cui poi, qualcuno o molti, ne dovranno assumere le responsabilità. Ci auguriamo che anche i cittadini che, pur non avendo ricevuto “ristori” e sostegni o sussidi più o meno giustificati, continuano a seguire la via della protesta civile, possano trovare finalmente qualcuno che supporti la tutela dei loro diritti.

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