MESSINA. La via dei Mille no, non andava bene, perché non era il “salotto buono”, meglio il viale San Martino. E però il viale san Martino no, perché è “arteria a grande scorrimento” (pensa tu…), quindi va bene solo nei weekend. Per non parlare di Torre Faro, che “non è attrezzato per la pedonalizzazione”, e solo dopo tanti tentativi, alcuni riusciti meglio, altri peggio, ancora oggi non sa con certezza che tipo di “sperimentazione” le toccherà (forse) quest’anno. Quando si discute di isole pedonali, a Messina, le barzellette che sono a metà tra l’esilarante e il tragico, e come tutte le barzellette brutte non fanno ridere nessuno, fatta eccezione per chi le racconta.

Esiste una città, rappresentata da una precisa fascia demografica, che ancora oggi rimpiange piazza Cairoli quando era una strada con un palo della luce in mezzo, e il viale San Martino quando era una tangenziale e “la morte sua” sarebbe stato un autogrill di fronte all’Upim e un casello a ponte Americano. Una precisa fascia demografica che probabilmente ignora come funziona il mondo da altre parti, e se lo sa se ne frega (in fondo noi siamo sempre più scaltri, si sa), ancorata com’è a quella atavica logica delle rendite (di posizione o di anzianità) che al commercio cittadino, a conti fatti, fa più danno che altro, come dimostrano in maniera incontrovertibile gli esempi vicini e lontani (Reggio, Catania, Palermo, giusto per restare da queste parti). Una precisa fascia demografica la soddisfazione delle esigenze e dei desiderata (o delle bizzarre convinzioni) della quale, sembra essere la gabella che ogni amministrazione debba pagare per poter mantenere consenso. Col risultato che ogni minimo sussulto di vivibilità viene immediatamente affossato nella culla al primo vagito.

E si arriva alla politica. Appena qualche mese fa  Federico Basile (e il suo assessore alla Viabilità e vicesindaco Salvatore Mondello) avevano imposto, manu militari, forti dell’enorme potenza politica determinata dalla maggioranza assoluta in consiglio comunale, una grande, “futuristica” isola pedonale, addirittura osando l’inosabile durante la sperimentazione di Natale (con la pedonalizzazione notturna di tutta la via I Settembre, un esperimento che però è stato un flop), e scommettendo molto forte su viale San Martino, rendendola il centro di una serie di iniziative che i messinesi hanno gradito, nella speranza che potessero fare da traino per la definitiva chiusura al traffico.

E invece no: proprio con l’arrivo della bella stagione, propedeutica alle “vasche” e alle passeggiate, la realpolitik si è dovuta piegare, la maggioranza in consiglio comunale non è più assoluta (e a questo punto nemmeno certa, dati gli ultimi sviluppi nella vicenda dell’elezione del presidente) e i toc toc (legittimi, in democrazia) alla porta del sindaco dei portatori di interessi iniziano a dover essere presi in considerazione. Con conseguenze immediate e dirette su tutta la cittadinanza.

Nel frattempo, mentre si discute di rendering e megastrutture, Messina si conferma una città che è rimasta ferma a logiche da 1984, a discussioni di retroguardia che si potrebbero datare facendole risalire a quell’epoca con un margine di errore di 12 minuti, e che oltre il 1984, come orizzonte sociale, culturale ed economico, non è mai riuscita ad andare, e a qual periodo, che le nebbie del tempo fanno ricordare come aureo, si rivolge, sperando che nessuno si accorga che sono passati quarant’anni, è il 2023, il mondo va veloce verso il domani e fa ciao ciao con la manina.

E il futuro? In questo eterno presente che sa tanto di passato, in cui l’ultima volta non arriva mai (come in una vecchia canzone dei Cccp), noi abbiamo provato a immaginarlo sul prossimo numero di Lettera Emme Magazine che nei prossimi giorni sarà in giro per la città. Un ampio servizio (circa 40 pagine), corredato da illustrazioni, riflessioni e progetti vari, in cui la pedonalizzazione del centro città ricopre uno spazio nevralgico, come dovrebbe accadere in qualsiasi città di questo tempo, e a maggior ragione degli anni che verranno. Ma a Messina, dove gli errori e gli orrori del passato si ripresentano beffardamente in maniera ciclica, evidentemente no.

 

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Lillo
Lillo
7 Maggio 2023 19:05

Non comprate sul viale andate in provincia o nei negozi di quartiere. Non fate parcheggiare sul viale in divieto di sosta perché è questo quello che vogliono i commercianti e chi non ha capito nulla di cosa sia il futuro e cosa significhi qualità di vita.

Francesco Cappello
Francesco Cappello
7 Maggio 2023 20:14

Andiamo avanti e sosteniamo chiunque in Consiglio o in Giunta riesca a guadagnare definitivamente preziosi m2 per i pedoni.