PALERMO. È di ieri la dichiarazione del Presidente della Regione Nello Musumeci, di voler indire tamponi a tappeto in tutte le isole minori (circa 30mila abitanti). Affermazioni che hanno fatto scaturire una serie di proteste popolari e da parte di organizzazioni.

Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni ha confermato l’avvio dalla prossima settimana della campagna di screening, che sarà però solo su base volontaria.

Anche Federalberghi ha preso parola appellandosi direttamente al Presidente della Regione per la definizione di un protocollo sanitario da attuare nelle isole siciliane, considerato più efficente rispetto ai tamponi a tappeto: “il risultato statistico che si otterrà sarà quello che si otterrebbe se si sottoponesse a tampone l’intera popolazione nazionale; un risultato sproporzionato che non avrebbe alcun valore statistico rispetto ai dati su scala regionale e nazionale” è stato affermato dall’organizzazione.

“Si ha la chiara percezione – ha dichiarato Christian Del Bono, presidente di Federalberghi isole minori – che si sia deciso di utilizzare importanti risorse pubbliche per un esperimento che metterebbe però a repentaglio l’equilibrio socio-economico delle isole minori. Si tratta di effettuare i tamponi secondo proporzioni, modalità e priorità analoghe rispetto a quelle del resto del territorio italiano. Inoltre, come è ormai noto, i tamponi sono gravati da una percentuale non trascurabile di falsi positivi, legata agli individui precedentemente contagiati ma ormai asintomatici e privi di una carica virale significativa. L’unico possibile epilogo di tutto ciò sarebbe gettare nel panico ingiustificatamente la popolazione, spaventare quei pochi turisti rimasti e determinare la chiusura anticipata anche di quelle poche imprese che stanno cercando di completare la stagione turistica con l’intento di allontanare il più possibile l’inizio di un inverno più freddo e triste del solito.”

“Questo screening -ha continuato il presidente- è una misura spot priva di organicità e giunge fuori tempo massimo. Avrebbe avuto senso effettuarlo a inizio maggio per permettere alle isole di organizzarsi al meglio per la ripartenza. Adesso ci troviamo in una fase di delicata gestione della ripresa socioeconomica del paese. Misure drastiche e isolate di questa portata, su un territorio circoscritto che ha superato brillantemente anche la fase più critica della pandemia non trovano alcuna giustificazione. Tant’è vero che attualmente, tra gli abitanti delle isole, nessuno presenta una sintomatologia attribuibile all’infezione da Covid19, nonostante gli imponenti flussi turistici subiti pur in assenza di misure di prevenzione specifiche rispetto al resto del territorio italiano.”

“Chiediamo- conclude Del Bono- di fare uno sforzo organico e di impiegare le risorse individuate per contribuire ad adottare un protocollo serio di gestione della pandemia, che comprenda il potenziamento delle strutture sanitarie locali, procedure chiare nella gestione dei casi positivi con tamponi laddove previsti con esito garantito in 24 ore e l’individuazione nelle varie isole di strutture apposite per la quarantena, oltre a sistemi efficaci per il trasferimento immediato dei positivi che necessitino di particolare assitenza”

 

 

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