MESSINA. Il primo a parlarne è stato Pippo Trischitta, candidato a sindaco ormai indipendente, visto l’abbandono di Forza Italia di ieri. Subito dopo, è toccato a Cambiamo Messina dal Basso, e quindi a Sinistra Italiana: sulla candidatura a sindaco di Dino Bramanti per il centrodestra, aleggia lo spetto dell’incandidabilità (trischitta ha invece parlato di “inconferibilità”).

Bramanti, invece, tranquillizza elettori e avversari: è tutto in regola, spiega citando un parere legale: “Le normative nazionali e regionali sanciscono in modo inequivocabile che l’ineleggibilità per la carica di sindaco è esclusivamente riferita al Direttore Amministrativo, al Direttore Generale e al Direttore Sanitario delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere nonché ai legali rappresentanti di Strutture convenzionate con Unità sanitarie locali (come nel caso della Consigliera Donatella Sindoni poi decaduta)”, recita una nota diffusa dall’entourage di Bramanti.

“Le norme sull’accesso alle cariche elettive sono di stretta interpretazione con ipotesi tassativamente indicate dal legislatore, anche se le Regioni possono legiferare per introdurre ulteriori limitazioni rispetto a quelle previste dal legislatore nazionale se sussistono comprovate situazioni territoriali che giustificano normative autonome – che consentono, o addirittura impongono, regimi speciali – che non per questo sono lesive del principio costituzionale di uguaglianza (art. 3).

Proprio per questo la Regione Lombardia, sede di ben 18 IRCCS, ha dovuto emanare una specifica normativa regionale (Legge regionale n. 31/2016) per estendere l’ineleggibilità, già prevista per il Direttore Amministrativo, il Direttore Generale e il Direttore Sanitario, anche ai componenti del Consiglio di amministrazione e ai Direttori scientifici di IRCCS alla carica di Presidente della regione, consiglieri ed assessori regionali; normativa che, ovviamente, non può essere applicata alla regione Sicilia“.

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