MESSINA. Istituire un “call center” che possa essere utile alle attività di pianificazione “attraverso lo strumento urbanistico cardine che è il Piano regolatore, ma anche di tutte le attività legate alla pianificazione nelle aree di risanamento”. E’ la proposta, lanciata dall’ordine degli Architetti e recepita dal vicesindaco e assessore al Territorio Salvatore Mondello, per affrontare collegialmente “la questioni relative alla ZPS e alla pianificazione urbanistica in atto al Comune”, ha spiegato il vicesindaco, e “come affrontare il parziale blocco edilizio disposto dalla Regione nelle zone a protezione speciale, come migliorare la stesura del Piano regolatore generale, del Piano generale del traffico urbano, del Piano urbano della mobilità sostenibile”, hanno rilanciato gli architetti.

“Partendo dalle azioni messe in campo dall’mministrazione De Luca per “scardinare” il blocco edilizio disposto dalla Regione nelle zone a protezione speciale e dal risultato ottenuto a Palermo, cioè di poter effettuare ristrutturazioni con demolizione e piccoli aumenti di volume nelle aree A e B, e di rimandare all’approvazione della valutazione di incidenza ambientale sullo studio cumulativo, l’analisi, individuale, di circa 40 lottizzazioni ferme nei cassetti, Mondello ha concordato con il presidente dell’Ordine Pino Falzea la necessità di istituire un “urban center” in cui si possa discutere e pianificare il futuro della città”, spiega un comunicato dell’ordine.

Proprio su piano regolatore (e variante di salvaguardia, l’ormai vecchia di tre anni “salvacolline”), è intervenuto il laboratorio di partecipazione politica MessinAccomuna. “Il Vicesindaco ha dichiarato che sono ancora in fase di redazione la cartografia e gli studi propedeutici al Piano Regolatore Generale (PRG) per cui la precedente Amministrazione aveva reperito i fondi e assegnato gli incarichi. In particolare l’Assessore Mondello cita lo studio agroforestale e quello geologico da completare: va rilevato che questi fanno già parte della documentazione allegata allo schema di massima del PRG approvato dalla Giunta e pubblicamente presentato il 20 aprile 2018, per l’esattezza si tratta degli elaborati SG,   SG1a/b/c/d ed SG4a/b/c per la relazione geologica e SF per lo studio agroforestale. Tuttavia Modello afferma che saranno necessari ancora due anni per il completamento degli studi. Un tempo decisamente lungo”.

“La giunta De Luca sembra quindi volere la paralisi degli strumenti urbanistici. Mondello oltre a dichiarare tempi lunghi ha infatti bloccato “politicamente” l’adozione della Variante di salvaguardia. Rallentare il prg e paralizzare la Variante di salvaguardia significa lasciare la città in una terra di nessuno. A vantaggio di chi? Certo non della città e dei suoi residenti. Sempre Modello aveva detto che la variante era inutile perché il prg la comprendeva. Era, purtroppo solo strategia per non fare nulla nel settore della pianificazione perché la Variante è pronta e il PRG no, e non lo sarà mai se non c’è la volontà di lavorarci. Dalle dichiarazioni fatte da Mondello perché il Piano Regolatore Generale (PRG) intervenga per tutelare i territori e le colline in particolare, passeranno ancora anni probabilmente 4 o 5 (tra elaborati, pareri, esame del Consiglio e valutazione dell’Assessorato Regionale). E nel frattempo su cosa possono contare i messinesi oltre che sulla buona sorte?”.

A gennaio, l’amministrazione ha cancellato definitivamente la possibilità di adozione e approvazione sia delle linee guida del piano regolatore che la “salvacolline”

“È possibile che per la stesura definitiva del PRG siano necessari approfondimenti tecnici rispetto a quanto già in atti ma allora perché non avviare la discussione in aula sullo schema di massima del PRG che giace abbandonato negli uffici ormai da un anno e mezzo? Ricordiamo che lo schema di massima contiene le scelte strategiche e di visione per la città e più volte l’Amministrazione De luca, proprio attraverso l’assessore Mondello, ha dichiarato di condividere il lavoro fatto dal consulente Carlo Gasparrini. Allora vorremmo chiedere perché non si avvia in aula la discussione sullo schema di massima, eventuali indicazioni o prescrizioni tecniche provenienti dagli approfondimenti degli studi  già fatti potranno essere recepite nella fase di stesura definitiva del PRG ma certamente, per il livello di conoscenza già acquisito in atti ufficiali, non potranno influenzare le scelte strategiche. Perché allora aspettare ancora 2 anni per continuare in Consiglio il dibattito già avviato con la presentazione al pubblico del 20/4/2018, su quello che è certamente tra gli strumenti principali, se non addirittura il principale, strumento di programmazione per il futuro della città?

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