MESSINA. Quasi il 6% del reddito pro-capite medio dei messinesi ogni anno va in fumo tra scommesse, slot machine e apparecchi elettronici che erogano vincite in denaro. E’ il risultato dell’analisi condotta nel progetto giornalistico “l’Italia delle slot”, realizzato da Visual LAB del gruppo GEDI con tutte le testate del gruppo e la collaborazione di Dataninja e Effecinque – Refreshing Journalism.

Secondo i dati, nel 2017, il totale delle giocate è stato di 245,38 milioni di euro, a cui corrispondono vincite per 184,2 milioni: un saldo negativo che ha visto sfumare ben sessantuno milioni di euro dalle tasche dei messinesi. A fare la parte del leone sono le Vlt, le “video lottery terminal, simili alle slot machines, nelle quali ogni anno i messinesi inseriscono monetine e gettoni per 52,37 milioni, seguite dalle “awp”, le New Slot,  per le quali si spendono 48,21 milioni: qualche spicciolo in meno del 49 milioni spesi per il Superenalotto e affini. Tengono sempre forte le lotterie istantanee, tipo gratta e vinci, con 32,46 milioni.

Il comune di Messina ha una popolazione di 234.293 abitanti, con un reddito pro-capite pari a 19.460,13 euro. Di questi, in media, la spesa media per il gioco di ogni messinese è di 1047 euro. La cifra, seppure impressionante, non è però nemmeno lontanamente tra le più elevate. Messina, infatti, è al 1.746mo posto su 7954 comuni italiani nella classifica generale per giocate pro- capite (quindi in termini assoluti), ma considerando le città delle stesse dimensioni è al posto numero 14 su 15 comuni sopra i 50mila residenti nella classifica generale per giocate pro-capite.

Anche il confronto con le vicine Reggio, Catania e Palermo indicano Messina come città in cui non si gioca poi così tanto.

 

l’Italia che dedica più risorse all’azzardo è concentrato soprattutto al nord e l’ammontare della spesa per il gioco sembra spesso essere correlata alla distribuzione del reddito medio-pro capite della Penisola. Si conferma il record di Caresanablot, comune record del vercellese: qui nel 2017 si è speso per il gioco più di 28mila euro a testa, circa 5 mila euro in più del reddito medio pro-capite dei suoi cittadini. Tra i centri urbani di media grandezza invece si conferma il record di Prato: il comune toscano ha fatto registrare ben €3.320 euro pro-capite di spesa per i differenti giochi, mentre tra le città metropolitane (più di 200mila) spicca il primato di Bologna (€1.875 euro pro-capite di giocate nel 2017)

Le classifiche consegnano una provincia, quella messinese, piuttosto “virtuosa”: 1026,68 euro di giocate pro-capite, il che conferma il trend secondo cui le province del sud sono quelle dove si gioca di meno. Enna, infatti è la più virtuosa d’Italia con una spesa di appena €548 euro pro-capite per l’azzardo nel 2017. Di nuovo Prato, invece la provincia record per l’azzardo in Italia: nel corso del 2017 si sono giocati circa 2.948,08 euro pro-capite, un vero e proprio primato a livello nazionale. Seguono molti comuni del Nord e del centro-Nord, come Ravenna, Rovigo e Como.

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