MESSINA. L’alternativa, sempre più probabile, è tra il rispetto delle regole e un nuovo lockdown, seppure non “totale” come il primo, dall’altra: perchè la curva dei contagi è tornata a salire, portandosi dietro ricoveri, decessi e iniziando a riempire pericolosamente le terapie intensive. Per questo, sempre più privati cittadini (e non solo) stanno esercitando l’unico potere in loro possesso per tentare di contribuire a migliorare le cose: si stanno mobilitando per boicottare le attività commerciali che non rispettano gli obblighi anti-contagio da coronavirus, quindi mascherine non indossate o indossate male (sotto il mento o senza coprire il naso), mancanza di gel igienizzante, assenza di distanziamento e mancato rispetto del limite di persone consentito all’interno del locale o del negozio.

Nonostante la moltitudine di restrizioni attuate e dal governo anche con il nuovo decreto, e malgrado il buon inizio dei mesi immediatamente successivi al lockdown, la tolleranza nei confronti delle regole anti contagio si è allargata di parecchio, e sembra infatti che alcune attività mostrino sempre più insofferenza verso le raccomandazioni. Quindi mascherine assenti, abbassate o non indossate correttamente nei negozi e nei locali, e nessuna precauzione di distanziamento.

Tante le proteste sui social fatte principalmente attraverso foto e video testimonianze, ancora di più i clienti che “fuggono” da negozi e locali cittadini che non rispettano distanziamento, igienizzazione o anche solo semplicemente l’utilizzo della mascherina, o che viceversa premiano chi rispetta e fa rispettare le limitazioni. Simbolo, questo, di un aumento del consumo consapevole, come afferma anche una consulente di marketing messinese: “Le abitudini di consumo vanno sempre più verso la consapevolezza. L’acquirente vuole scegliere in modo sensato a chi destinare il proprio denaro, da chi acquistare cosa. E questo si traduce nel voler conoscere le attitudini e valutare i comportamenti del produttore e/o del distributore affinché sia possibile per l’acquirente ponderare se si tratti o meno di un’impresa a cui intenda destinare i propri acquisti. L’uso dei dpi non solo non fa eccezione ma anzi è uno degli aspetti più performanti e condizionanti in questo momento”, così Eleonora Urzí Mondo, consulente di marketing strategico, founder di SUM communication&marketing.

Le associazioni consumatori non si sono pronunciate e non hanno preso posizione, almeno ufficialmente, ma tra i cittadini la consapevolezza ha preso piede, dettata dal fatto che in molti pensano, a ragione, che un nuovo lockdown sarebbe catastrofico: facendo pressione sugli esercenti,  boicottando chi aggrava il problema, e premiando i comportamenti che invece tentano di attenuarlo.

L’idea di base è elementare, si tratta di “denunciare” in privato le attività che non rispettano le norme anti-contagio in modo da incentivare e “premiare” chi invece da maggio fa i salti mortali per dare sicurezza ai clienti. Non si parla di caccia alle streghe però, anzi. L’obiettivo dell’iniziativa è principalmente quello di tutelare e tutelarsi, ma anche di mettere al corrente i commercianti che non rispettano le regole, delle conseguenze delle loro azioni.

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