MESSINA. “Il più grande spazio di vivibilità per il fuorisede”. Questo è in sintesi il progetto che ha l’università degli studi di Messina per l’ex hotel Riviera. L’immobile, acquisito per 3,5milioni euro, dall’Ateneo sarà prossimamente ristrutturato e diverrà “una vetrina sullo Stretto”. Il progetto di Unime, presentato all’interno del video del bilancio di attività per il biennio 2020-2022, prevede anche «una riqualificazione per l’intero territorio: dando lustro ad un edificio da troppo tempo trascurato.»

Nel video di presentazione, l’Ateneo mostra i rendering degli interni della struttura: si vedono della sale comuni, delle aule studio e un solarium che si affaccia sul lungo mare del Ringo.

Ma la storia della vecchia struttura alberghiera è lunga ed è figlia della prima repubblica. Nel 1991, l’immobile è stato acquistato dalla Città metropolitana che a sua volte lo aveva importato nel proprio patrimonio  per la somma di trenta miliardi di lire (circa 15milioni di euro). Negli scorsi anni, la struttura era entrata negli interessi dell’amministrazione comunale De Luca che, su proposta della partecipata Arisme (la quale ha dichiarato, poi, che si sarebbe trattata di un’illazione giornalistica), avrebbe voluto realizzare lì le case per i baraccati. Nel novembre 2019, la Città metropolitana ha cercato di piazzare sul mercato l’ex hotel con un avviso di vendita valutando il bene per 11milioni di euro. Soltanto nel luglio 2021, l’Università ha puntato la sua attenzione sull’edificio di viale della Libertà, proponendo l’acquisto ad un prezzo di quasi quattro volte in meno rispetto la valutazione fatta precedentemente dall’ente provinciale. Nelle scorse settimane, l’onorevole del Partito Democratico Pietro Navarra, nonché ex rettore dell’Ateneo, ha riacceso il dibattito sull’acquisizione dell’edificio, presentandolo come “pacco” .

 

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