MESSINA. “Questa procedura non mi è chiara!”. Così Cateno De Luca commenta, sulla sua pagina Facebook, la foto che ritrae un suo stesso atto di indirizzo, in cui vuole “vederci chiaro” sulla vicenda dell’ex hotel Riviera.

Il sindaco di Messina, qui nelle vesti di sindaco metropolitano (l’hotel Riviera era di proprietà della ex Provincia regionale), invita il dirigente della IV direzione ed il segretario generale, “ciascuno per la propria competenza a predisporre dettagliata relazione sull’iter procedimentale seguito non che sull’attuale stato di attuazione degli adempimenti contrattuali”.

Cos’è che non convince De Luca? Due anni fa, il commissario Straordinario Filippo Romano era riuscito a “sbarazzarsi” dello storico albergo modificando il bando di vendita, che avrebbe previsto, oltre al pagamento di una somma in contanti pari a 7.600.000 euro, la possibilità di offrire un edificio in permuta con valore certificato dal Tribunale pari a 8 milioni. Una modifica che aveva permesso alla Neptunia spa del gruppo Franza di offrire un proprio edificio, nel tratto di via Acireale che porta il nome di Giuseppe Franza, da destinare a scuole ed uffici. Nel giro di un anno, però, la pratica non è andata avanti.

Ad accorgersene, ed emanare anch’egli un atto di indirizzo per “vederci chiaro”, a settembre 2017 era stato Renato Accorinti, all’epoca pure lui sindaco metropolitano, che invitava il dirigente della IV Direzione della ex provincia, Armando Cappadonia (ad interim ai Servizi tecnici Generali), ad agire “per quanto di sua competenza… per poter procedere in tempi brevi, alla stipulazione dell’atto formale di permuta degli immobili”. A essere chiamato in causa, un anno fa, non soltanto Cappadonia (che avrebbe dovuto curare l’acquisizione e le procedure di trasformazione “ove possibile” in istituto scolastico), ma anche Anna Maria Tripodo, che dirigeva ad interim la seconda Direzione, Affari Finanziari e Tributari e doveva assicurarsi l’introito dell’importo previsto a compensazione della differenza di valore tra i due palazzi. I lavori di adeguamento dell’edificio che andrà alla ex Provincia saranno a cura della Neptunia, che impegnerà 1.045.188 euro.

Il “Riviera Grand Hotel” segnò l’inizio dell’attività del gruppo Russotti nel 1963. Nel 1991, fu stipulato l’atto di vendita del 4 stelle di viale della Libertà con un pagamento a rate pari a 30 miliardi e 886 milioni di lire. Ben presto, iniziarono le incomprensioni tra Palazzo dei Leoni e gli imprenditori, complicate dalle inchieste di Tangentopoli, dalla revoca della concessione per l’ampliamento dell’immobile da parte del Comune e da un lungo contenzioso avviato quando, a guidare la Provincia, era Giuseppe Buzzanca (1994-2003). L’unica parte dell’albergo a sopravvivere, per alcuni anni, fu il ristorante “Il Galeone”, che offriva una vista mozzafiato sullo Stretto. Il 12 giugno, un incendio aveva colpito il vecchio e logoro stabile.

 

 

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