MESSINA. Il buco nero nel quale sembra essere precipitato Francantonio Genovese, rischia di risucchiare anche chi col deputato forzista è stato socio per decenni: Caronte & Tourist, Ngi, la famiglia Franza, i fratelli La Cava. Un’inchiesta, costola di Corsi d’oro ma da questa slegata, e affidata al pm Antonio Carchietti, ha portato al sequestro di un milione di euro emesso dal gip Monica Marino, nell’ambito di un procedimento penale a carico del deputato, per evasione fiscale ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Insieme a Genovese, risultano indagati Luigi Genghi, direttore generale di Caronte&Tourist Spa, Vincenzo Franza, direttore generale di Caronte& Tourist, Olga Mondello, presidente di Caronte & Tourist, Maurizio La Cava, presidente di Ngi, Massimo La Cava, Sergio La Cava, amministratore di Ngi, Antonino Repaci, amministratore delegato di Caronte & Tourist, e Cosimo Nava (amministratore di Ngi).
Cosa contesta Carchietti a Genovese? Il deputato, nella sua veste professionale di avvocato, avrebbe emesso fatture, nei confronti delle due compagnie di navigazione, per un totale di oltre tre milioni di euro. Consulenze che, secondo gli inquirenti, Genovese non avrebbe mai svolto. Grazie a queste, le società Caronte & Tourist e Ngi avrebbero erogato utili al deputato, facendoli figurare quali compensi per prestazioni in realtà mai ricevute. Allo stesso tempo, tali condotte avrebbero consentito alle medesime società di abbattere il proprio reddito, pagando quindi meno tasse. Il tutto avrebbe determinato un vantaggio fiscale in capo alle due imprese calcolato in oltre un milione di euro.
Il ciclo di fatturazioni false si sarebbe chiuso con Genovese che, a sua volta, avrebbe ridotto il proprio reddito da portare in dichiarazione utilizzando altre fatture non veritiere per prestazioni di servizi, soprattutto per attività di disbrigo pratiche d’ufficio e gestione contabile, emesse a loro volta dalla Caleservice Srl di Messina, società di cui deteneva il 99 per cento delle quote sociali. Quest’ultima società, inoltre, presentava bilanci costantemente in perdita e, pertanto, non si trovava mai in una posizione debitoria nei confronti del Fisco. Le indagini sono state portate avanti dal Nucleo Tributario della Finanza di Messina comandata dal colonnello Jonathan Pace.
Di fatturazioni alle compagnie di navigazione scrive il Gip Giovanni De Marco nella richiesta di arresto in carcere per Francantonio Genovese del marzo 2014: “Secondo quanto riferito dal notaio Parisi, che pur avrebbe rogato un notevole numero di contratti aventi come parti il Genovese o le società esso riferibili, questi non svolgerebbe, sostanzialmente, attività di avvocato o di professionista, né avrebbe mai svolto attività di consulenza nei confronti delle società al medesimo riconducibili”. Le parcelle si riferiscono, in questo caso, a Tourist Ferry Boat e Caronte & Tourist spa, di cui Genovese è comproprietario. Così le fatture riguardanti la prima: 408.000 euro nel 2006, 357.000 nel 2007, 459.000 nel 2008, 402.900 nel 2009, 353.000 nel 2010, 291.200 nel 2011 e altrettanti nel 2012. Così, invece, Caronte & Tourist:147.900 nel 2009, 162.240 nel 2010, 124.800 nel 2011 e 161.200 l’anno seguente. Prestazioni anche per un’altra proprietà navale, la Ngi, ma anche dal Consorzio Autostrade Siciliane: 121.302 euro.
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