MESSINA. «Quello che si conclude è uno degli anni più bui della storia delle carceri italiane. In base ai dati diffusi in questi giorni da Antigone Onlus, nel dicembre 2025 registriamo ben 2007 detenuti in più rispetto ad inizio anno. Siamo passati da una popolazione carceraria di 61861 detenuti agli attuali 63868, che ci portano a un tasso di sovraffollamento del 138,4 % ormai vicinissimo a quello che nel 2013 ci costò la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ad oggi 77 sono i suicidi, ovvero il terzo dato più alto di sempre, e 24 i bambini in carcere con le loro madri: ad inizio anno erano appena 12». Così i due Garanti cittadini dell’infanzia e dei detenuti, Giovanni Amante e Lucia Risicato, raccontando anche l’iniziativa che si è svolta lunedì 15 dicembre presso la Casa circondariale di Gazzi: i due hanno organizzato una Giornata delle famiglie, destinata a riunire detenuti e figli in carcere per «restituire umanità ai luoghi di detenzione».
«L’iniziativa è stata la prima di una serie di appuntamenti a carattere periodico, volti ad evitare quella che la Corte costituzionale definisce la desertificazione affettiva della pena carceraria e le sue conseguenze sui rapporti familiari – spiegano Amante e Risicato – I garanti vogliono dare il maggior spazio possibile all’affetto e ai legami che il carcere spesso pregiudica in modo irreparabile. Perché il carcere è privazione di libertà ma non può essere privazione di diritti, per i detenuti e per i loro familiari».
«L’evento è stato possibile grazie alla sensibilità e all’efficienza dell’amministrazione penitenziaria in tutte le sue componenti, a Terra di Gesù, ad Arcigay e alla generosità della rosticceria Famulari e di donatori che hanno scelto di restare anonimi», concludono.





