MESSINA. «Comune e Soprintendenza istituiscano finalmente un tavolo tecnico permanente per tutelare e rendere fruibile il formidabile giacimento archeologico presente nella zona della via Cesare Battisti». È il contenuto della richiesta presentatadalla consigliera comunale Cristina Cannistrà e dal consigliere della IV Municipalità Renato Coletta, entrambi del Movimento 5 Stelle.

 «Il recente rinvenimento durante la demolizione dello spiazzale dell’ex Mercato Zaera di alcune strutture antiche – spiegano – ripropone la necessità da parte dell’amministrazione comunale, di concerto con la Soprintendenza di Messina, di istituite finalmente un tavolo tecnico permanente per tutelare e quindi valorizzare e rendere fruibile, il vasto patrimonio archeologico cittadino. A pochi metri dagli scavi in questione, è presente la famosa tomba a camera di Largo Avignone di epoca classica del IV sec. a. c., che sembra essere unica nel suo genere nel meridione d’Italia, oltre ad una necropoli che nei recenti sbancamenti degli isolati 83 e 96 della via Cesare Battisti, ha riportato alla luce oltre 400 tombe che costituiscono solo una parte della vasta necropoli utilizzata in epoca ellenistica(IV sec. a.C.), fino all’epoca classica(V sec. d.C.). Più in generale – proseguono – la vasta area l’area ricompresa tra gli Orti della Maddalena, le vie S.Cecilia, via Centonze  il viale Europa, in occasione di lavori di sbancamento, ha riportato alla luce e poca profondità (dai 2,5 a 4 metri), importanti resti archeologici. Tutto questo impone la necessità di salvaguardare le sepolture presenti negli isolati 83 e 96 della via Cesare Battisti, attualmente abbandonate all’incuria ed agli agenti atmosferici, nonché una attenta e minuziosa analisi stratigrafica dell’area dell’ex Mercato Zaera, che non può certo concludersi con il ritrovamento di un muro antico, probabilmente dallo scarso interesse storico. La presenza del “fiume Camaro” a ridosso dello scavo dell’ex Mercato Zaera, potrebbe rivelare importanti reperti “sigillati” dall’apporto dei depositi alluvionali accumulatisi nel tempo». 

«Qualora questa ipotesi trovasse riscontro – scrivono ancora Cannistrà e Coletta – auspichiamo che la Soprintendenza si adoperi per promuovere una variante al progetto che salvaguardi i reperti eventualmente presenti, rendendoli fruibili in loco, anche al fine di realizzare un formidabile percorso archeologico costituito dalla romba a camera di largo Avignone, gli isolati 83 e 96 della via Cesare Battisti e i reperti presenti in via Geraci angolo via Ghibellina. La cultura produce economia e conoscenza, chiediamo pertanto la tutela e la promozione del patrimonio culturale messinese», concludono

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