L’incontro termina con le enigmatiche parole del presidente del’Anas Vittorio Armani. Nonostante le premesse, chi è sostenitore del ponte abbandona la sala con più dubbi di prima. In due ore e mezza di interventi, la grande opera non è mai stata nominata dal consigliere d’amministrazione dell’Anas Francesca Moraci, ed è arrivata solo nell’ultimo minuto, e solo in maniera tangenziale, nelle parole di Vittorio Armani, mentre si è ribadito che le priorità non contemplano l’attraversamento stabile dello Stretto.

18.20 Chiude di nuovo Vittorio Armani: “La discussione sul ponte implica la discussione sulle infrastrutture intermodali, ponti e ferrovie. senza logistica del retroporto non ci sarà sviluppo di nessun tipo”. Chiusura rapida, chirurgica, che sul ponte non dice altro, se vista in maniera positiva, o gli mette una pietra sopra, se visto in maniera negativa, soprattutto alla luce dell’affermazione più importante della giornata: “Al momento la priorità sono la manutenzione delle infrastrutture già disponibili, e il completamento delle opere già avviate

18.09 Per l’Ance (associazione nazionale costruttori edili), messinese e siciliana, parla Pippo Ricciardello, patron dell’impresa che ha lavorato all’ultimazione degli svincoli. “Apprendo con piacere che il ponte si farà”, spiega il costruttore. Affermazione che nessuno ha fatto, anzi: l’opera non è mai stata menzionata direttamente ne dal presidente ne dalla consigliera d’amministrazione dell’Anas, cioè il maggiore azionista della società per azioni che dovrebbe costruirlo.

18.05 “Senza ponte la Sicilia non è piattaforma di nulla”, tuona Tonino Genovese della Cisl: “Non c’è alternativa, o c’è il ponte o non c’è tutto il resto“, spiega il sindacalista. Ovviamente applausi. “nelle more però dobbiamo agire e spendere le risorse che sono state previste. Il ponte è un problema politico, è la politica che deve intervenire prima della fine di questa legislatura”, intima Genovese alla mezza dozzina di parlamentari presenti in sala.

17.48 Considerazioni veloci da Santi Trovato e Giovanni Lazzari, presidenti di ingegneri e architetti messinesi: “Bisogna cambiare l’approccio al ponte – spiega Trovato – immaginandola come un’opera che può portare a maggiore legalità sul territorio”. Brusio in sala. Trovato non si allontana dalla tesi secondo la quale il ponte darà sviluppo e lavoro e allontanerà la mafia. La storia recente dimostra il contrario, ma un applauso Trovato lo strappa comunque. “E’ necessario che ci sia una programmazione, ma attenzione, ognino si prenda le sue responsabilità: la politica non la possiamo fare noi professionisti”, ha spiegato Lazzari, che l’argomento pone non lo sfiora nemmeno da lontano (e per questo non prende applausi).

17.35 Il consigliere d’amministrazione Francesca Moraci interviene “da cittadina”, spiega. “Questa città che funzione urbana ha?”Era una domanda, non prevedeva risposta. “Dobbiamo prevedere le infrastrutture al 2050, non a domani. Lo stiamo prevedendo nello statuto della città Metropolitana? Bisogna recuperare cinquant’anni di visione strategica comune”

17.30 Una lunga serie di lamentazioni da parte di D’Andrea: “La Sicilia non ha alcun nodo stradale o ferroviario, ha solo segmenti. E le normative non sono congrue al contesto. Prendere coscienza della deficitarietà a livello di sistema, di rete”.

17.24. Prende la parola Antonino D’Andrea, direttore del dipartimento di ingegneria civile dell’Università di Messina.

17.22 Il succo del discorso di D’Alia è che si può iniziare a parlare di ponte sullo Stretto solo adesso che sembra che ci siano fondi per le infrastrutture interne. Prima sarebbe stato inutile.

17.16 “E’ arrivato il momento di parlare seriamente del ponte“, accenna D’Alia. Applauso, subito soffocato, ma applauso. D’Alia, anni fa, aveva espresso pareri non lusinghieri nei confronti del ponte, e infatti lo usa come “grimaldello” per un discorso più ampio, senza soffermarsi troppo.

17.14. Interviene Gianpiero D’Alia, presidente di commissione bicamerale stato-regioni in parlamento nazionale. 

17.09 Si è fatto attendere ma il ponte è arrivato, dulcis in fundo. “Messina col ponte abbandona un modello di economia basato sull’attraversamento dello Stretto e abbraccia una nuova strategia”. Applausi, di nuovo. “Alla intuizione va fatta seguire la realizzazione”. Mezz’ora di intervento, mezzo applauso. Trenta secondi netti, e menzione di ponte, applausi a scena aperta.

17.08 Come previsto, appena Pistorio sfiora l’argomento ferrovia, e menziona appena il ponte, parte l’applauso. Doppio.

17.04 “Per gli assi che non riuscirebbero a finanziarsi da soli perchè servono una porzione limitata di popolazione e territorio, interverremo ci fondi pubblici. Per gli assi strategici che si autofinanzieranno coi pedaggi, interverremo con fondi Cas-Anas. Si chiama pedaggiamento sociale, è il modello al quale abbiamo lavorato“, spiega Pistorio. Un’affermazione di buon senso che avrebbe meritato un applauso, anche piccolo ma l’avrebbe meritato. Niente, tutti distratti. O ad aspettare che parli di ponte.

17.00 Pistorio sta mettendo sul tavolo un tale quantitativo di argomenti, spiegati con dovizia di particolari e veemenza, che la platea fa quasi fatica a seguire. I tre quarti sono piegati sui cellulari a leggere qualcosa di imprecisato, e si sono svegliati, con un timidissimo applauso, quando l’assessore ha menzionato il pedaggio ai caselli. 

16.58 A proposito di infrastrutture: la sala congressi del Palacultura si è rivelata clamorosamente sottodimensionata per l’afflusso di pubblico: stanza gremita, metà dei partecipanti in piedi, appoggiato al muro. Caldo tropicale e niente condizionatore, quindi finestre spalancate

16.55 la veemenza delle argomentazioni di Pistorio in favore della fusione Cas-Anas (” concessionario interamente pubblico”, sottolinea più volte) convincerebbe anche il più scettico degli astanti. Il tema però non sembra appassionare più di tanto gli intervenuti

16.51 Per essere un Centrista, quindi moderato per genetica, Pistorio si scalda come un radicale: Quello che il presidente dell’Anas non dice è che è vero che il 12% della dotazione finanziaria è speso in Sicilia, ma tace del fatto che il 20% dei lavori si svolge in Sicilia. Ci sono otto punti percentuali in meno che ballano”. Armani abbozza, un po’ imbarazzato

16.46 Pistorio parla della fusione Cas-Anas, e butta fuoco dalle narici: davanti a lui il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone: Nella questione, Governo regionale e Assemblea Regionale siciliana sono contrapposti in una battaglia furiosa. “Il Cas deve rispondere in tempi strettissimi agli interventi da realizzare prima del G7, ed è in condizioni di estrema difficoltà. Il giudizio dell’opinione pubblica non sarà clemente”. Rosario Faraci, presidente del Cas presente in platea annuisce.

16.43. Chi è Giovanni Pistorio? Un politico di lunghissimo corso: assessore alla Salute già nel lontano 2004 nel governo di Totò Cuffaro con l’Udc, è stato poi senatore con l’Mpa di Raffaele Lombardo e oggi assessore , prima alle Autonomie locali e oggi alle Infrastrutture, per i Centristi per la Sicilia, nel governo di Rosario Crocetta.

16.41 Armani conclude il suo intervento e non menziona nemmeno una volta il ponte. Stupore e disappunto in sala. Adesso tocca all’assessore ai Trasporti della Regione Siciliana Giovanni Pistorio. Fiato sospeso per vedere se il convitato di pietra viene citato e discusso.

16.37 Si passa alla fusione tra Cas e Anas, della quale si dibatte in questi giorni all’Ars. “Con ottocento km di autostrade (401 km per l’Anas, il restante per l’attuale Consorzio autostrade siciliane) saremmo il secondo gestore autostradale d’Italia”, spiega Armani. L’operazione di fusione sembrava naufragata, oggi è tornata in auge. Domani, su LetteraEmme, facciamo il punto della situazione.

16.33. In una delle slide, appare un triste “Svincolo Giostra” con accanto un “99% avanzamento”. E’ vero? Ovviamente no, ma anche se lo fosse ci sarebbe da discutere su come è stato realizzato quel 99%. Lo abbiamo fatto in questo articolo. “L’Anas è subentrata dopo sette anni di fermo ai cantieri”

16.32 Il presidente dell’Anas rivela un dato che fa rabbrividire: “Negli ultimi mille giorni, la statale 113 è stata chiusa, per un motivo o per un altro, il 60% dei giorni”

16.31 Armani illustra il piano di potenziamento della viabilità siciliana. “Per la prima volta si tenta di superare l’abbandono nella manutenzione. Per la prima volta si guarda alle direttrici, e non al singolo appalto”. Fino ad adesso non si parla di ponte.

16.30 “Nel piano infrastrutturale 2016/2020, 12, 7 miliardi su 22 sono previsti al sud, e di questi  2,7 solo in Sicilia”, spiega Armani. Sorrisoni in sala, soprattutto da parte dei numerosi costruttori presenti

16.22 Un passo indietro: Anas è azionista della Stretto di Messina per l’81%. Sul sito della Stretto Spa si legge “Stretto di Messina S.p.A. in liquidazione è la società del Gruppo Anas che ha la mission di progettare, realizzare e gestire il Ponte sullo Stretto di Messina.”

16.19. Primo intervento, Vittorio Armani, presidente dell’Anas, che non le manda a dire: “Messina è l’esempio di come le politiche delle infrastrutture non devono essere presentate. La Sicilia è piena di  infrastrutture mai completate o completate dopo decenni, per il grande appalto o opportunità intellettuale, senza considerare l’inquadramento di quelle opere per il sud ma anche per il paese in generale”

16.10 A moderare Enzo Garofalo, che introduce i primi ospiti: Bruno Mancuso, Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars e Nino Germanà. Due battute da parte di ciascuno: Secondo Mancuso, “a Roma non arrivano segnali forti sul fatto che Messina vuole il ponte. Se si elegge un sindaco, del quale rispetto assolutamente le idee, che al primo punto del suo programma mette il no al ponte, il segnale è questo”. Ardizzone la prende più larga, e non si ferma sul ponte. “Uno dei miei autisti mi ha fatto un conto: ho percorso duemila km in una settimana, e senza infrastrutture non di può andare da nessuna parte”.

16.00 Si scrive “infrastrutture, territorio e mobilità, si legge “ponte sullo Stretto”. La sintesi del convegno organizzato dalla Fondazione “Costruiamo il futuro” e dai parlamentari di Alternativa Popolare (Bruno Mancuso al senato, Enzo Garofalo alla camera, Nino Germanà all’Ars).  Il Palacultura, in sala convegni pressochè gremita, per un abbondante 80% è a favore dell’opera. Di no-pontisti non sembrano essercene. E se ci sono restano mimetizzati nella platea.

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