MESSINA. Sembra essere arrivata ad una conclusione la vicenda legata alla Festa del Convito di Roccavaldina, di cui si è molto discusso negli ultimi giorni. La questione, sollevata da cittadini e associazioni animaliste, riguardava la presenza di un vitello durante la processione e sarebbe stata scatenata dalla visione di immagini e video delle scorse edizioni, in cui l’animale appariva bendato e sollecitato malamente.
Il sindaco Salvatore Visalli ha ora annunciato di aver annullato completamente la sfilata dell’animale, aggiungendo diverse precisazioni riguardo le intenzioni iniziali dell’organizzazione dell’evento in programma per il prossimo mese.
Per il sindaco di Roccavaldina, infatti, ci sarebbe in corso una campagna denigratoria che ha reso necessario “precisare alcuni passaggi a tutela dell’immagine della comunità che rappresento.”
“In relazione alla celebrazione programmata per il prossimo mese di agosto, – scrive – la condizione posta dallo scrivente, sin dall’inizio e condivisa dalla comunità roccese, era di non realizzare nessuna azione che potesse comportare l’eventuale maltrattamento né tanto meno il sacrificio di alcun animale.”
Dopo l’allarme lanciato a seguito del ritrovamento delle foto, si sarebbe infatti parlato di un sacrificio.
La Festa del Convito sarebbe da ricondurre ad una leggenda secondo la quale, attorno al 1300, gli abitanti di Roccavaldina furono salvati da una carestia dopo aver pregato San Nicola per un’intera nottata. L’arrivo di un bastimento stracolmo di sacchi di riso sarebbe quindi stato visto come miracolo del santo e gli abitanti avrebbero deciso di festeggiarlo con una processione e sacrificando un giovenco, per poi organizzare un banchetto e nutrire i poveri.
Da qui sarebbe poi nata la festa celebrata dal 1780 fino ad oggi.
Particolare preoccupazione era nata dalle immagini della vicina edizione del 2011, durante la quale un vitello era stato trascinato in processione bendato e ornato. Da qui la mobilitazione che ha portato all’organizzazione di un mail bombing (inondare di email come atto di protesta) e al coinvolgimento del Dirigente Nazionale del Partito Animalista Italiano Carlo Callegari e dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali.
Callegari aveva infatti chiesto “di sdradicare tradizioni che generano violenza verso gli animali così da proiettare le piccole società verso il progresso umano e sociale.” Mentre l’Oipa ha inviato un’istanza al sindaco di Roccavaldina, Salvatore Visalli, e al Garante per i diritti degli animali della Regione Sicilia, Giovanni Giacobbe Giacobbe, “per conoscere i dettagli dell’evento, segnalato da più parti all’associazione: segnalazioni corredate da foto e video presenti nel web che rappresentano l’utilizzo di un vitello, legato, bendato e sollecitato con violenza.”
A supporto di quanto descritto, il comunicato dell’Oipa rimandava tra l’altro al sito della parrocchia San Niccolò di Bari, dove erano presenti foto delle precedenti edizioni, oggi rimosse.
Lo scorso 18 luglio, l’Ufficio legale dell’Oipa scriveva: “La sensibilità per il rispetto degli animali, tutelati anche a livello costituzionale (art. 9), è in crescente aumento, comportando una partecipazione attiva della popolazione nelle decisioni istituzionali. Pertanto, premesso che Oipa Italia è totalmente contraria all’utilizzo, in qualsiasi forma di qualsiasi animale (da reddito o meno), con la presente chiediamo d’intervenire affinché l’eventuale programmazione della festa possa essere adeguata alla sensibilità dominante, mediante l’utilizzo di una statua o di un mezzo non animale, al fine di rispettare la tradizione popolare, ma in un’ottica moderna”.
Il Garante per i diritti degli animali della Regione Sicilia Giacobbe aveva quindi parlato con il sindaco Visalli, prima degli ultimi sviluppi, riferendo di una manifestazione già “totalmente stravolta nella propria essenza” in cui il vitello doveva essere presente solo simbolicamente.
Affermazioni ripetute anche nell’ultimo comunicato del sindaco di Roccavaldina. “La sfilata del vitello – scrive infatti Visalli – sarebbe stata una semplice apparizione di un animale senza alcun ornamento o bendaggio o costrizione tale da poter solo lontanamente provocare maltrattamento o sacrificio dello stesso.” E accusa: “Trattandosi di una rievocazione storico culturale risalente al 1780, i contestatori, con chiaro intento strumentale e diffamatorio, hanno utilizzato immagini e notizie facilmente reperibili sui siti web relative a passate edizioni, la cui ultima risale al 2011.”
“Si ribadisce che, essendo solo ed esclusivamente nostro intendimento garantire un pacifico svolgimento dell’evento, si è proceduto ad annullare anche la semplice passeggiata del vitello dandone comunicazione agli Organi Istituzionali e di stampa. Resta fermo – conclude – che ogni e qualsiasi atto offensivo posto in essere nei confronti della comunità sarà perseguito nei modi e termine di legge.”